Baronissi: “Un istante prima”, la lotta al terrorismo raccontata da Stefano Dambruoso

Il ruolo del “tempo” nella lotta al terrorismo. Parliamo di minuti. Secondi. Istanti. Una sfida che non consente cali di attenzione. Diventa dunque fondamentale, per evitare nuove stragi, anticipare le mosse dei potenziali attentatori, per poter arrivare prima che l’ordigno venga innescato. Anche solo un istante prima.Se ne discuterà a lungo, insieme agli studenti del liceo scientifico Rescigno, giovedì 2 febbraio, alle 10, nell’aula consiliare, con Stefano Dambruoso che  ha affidato al giornalista d’inchiesta Vincenzo Spagnolo le riflessioni lucide e incalzanti di un magistrato tenace, che non ha mai smesso di ragionare, capire, valutare indizi, costruire collegamenti: impegnato presso la procura di Milano, Dambruoso fu tra i primi a segnalare pericolosi indizi di attività terroristica in alcune indagini su personaggi attivi in Italia, legati a un allora semisconosciuto miliardario saudita di nome Osama Bin Laden. Insieme all’autore del libro, edito da Mondadori, interverranno al dibattito Giovanni Moscatiello (Sindaco), Alfonso Farina (Assessore all’Ambiente), Nicola Lombardi (Assessore alla Cultura), Basilio Fimiani (Preside Liceo Scientifico «B.Rescigno»), Rosario Basile (Comandante Compagnia Carabinieri M.S.Severino), Salvatore De Benedetto (Comandante provinciale Guardia di Finanza). Superato lo choc dell’11 settembre 2001, nonostante si siano verificati altri gravi attentati la maggior parte dei cittadini, nel mondo occidentale e in Italia, ha lentamente ripreso la routine della propria esistenza: «Dopo l’overdose di articoli e trasmissioni televisive la vita è tornata alla normalità. Non per tutti: da dieci anni lo stato di allerta è divenuto una condizione quotidiana per chi deve garantire sicurezza al Paese». Dieci anni dopo l’orrore del grande attentato alle Torri gemelle, il network del terrore si è profondamente trasformato, ma non è scomparso, tanto che la stessa morte di Bin Laden probabilmente non ne segnerà la sconfitta o il declino: «Oggi uno spettro si aggira per il mondo, per l’Europa e, dunque, anche per l’Italia» scrivono Dambruoso e Spagnolo. «Uno spettro che genericamente chiamiamo “terrorismo” oppure, con riferimento alla matrice ideologica o alla forma organizzativa, jihadismo o qaedismo. Ma che, in concreto, può assumere sembianze e strutture difficili da individuare, quando addirittura non si basa su un’unica mente, un kamikaze solitario, capace di ideare e attuare un attentato senza alcun coinvolgimento diretto di altre cellule». È la parabola del jihadismo fai-da-te, subdola minaccia portata alle nostre società da attentatori isolati che si abbeverano a farneticanti proclami su Internet. Donne e uomini frustrati e delusi, vittime della mancata integrazione o soggetti caricati a molla da predicatori dell’odio, pronti a compiere azioni tanto clamorose quanto imprevedibili. Come Mohamed, l’immigrato libico che si è fatto saltare in aria davanti a una caserma a Milano nel 2009, e del quale questo libro ricostruisce, passo dopo passo, la tragica storia. Ripercorrendo un decennio di indagini e di esperienza diretta, il magistrato più attivo in Italia contro il terrorismo disegna oggi il profilo della nuova minaccia, dovuta a schegge impazzite che «non lasciano una scia definita, ma solo poche, labili tracce». Nel pomeriggio, alle ore 15, presso la Sala Conferenza del Museo Frac, si discuterà, sempre con Dambruoso, nelle vesti stavolta di vice capo di Gabinetto al Ministero dell’Ambiente, e con altri ospiti, di tracciabilità dei rifiuti e dello studio della malformazione fetale collegato al dato ambientale. Ad analizzare il tema saranno Giovanni Moscatiello (Sindaco), Alfonso Farina (Assessore all’Ambiente), Carlo Di Domenico (Tracciabilità dei rifiuti), Raffaele Petta (Direttore Gravidanza a rischio A.U. “La Città di Ippocrate di Salerno), Maurizio Guida (Docente Ostetricia Facoltà di Medicina Salerno), Fulvio Zullo (Direttore clinica ostetrica Facoltà universitaria di Salerno), Michele Buonomo, (Presidente Legambiente Campania). Coordina i lavori Barbara Landi, giornalista del Corriere del Mezzogiorno.