Associazioni di Scienze e Lettere in Italia. Il caso di Chiavari

Salvatore Ganci

Le Istituzioni storiche di Chiavari sono costituite dalla Società Economica, dal Ginnasio-Liceo “Federico Delpino” ed infine dal Seminario Vescovile. La Società Economica di Chiavari è stata fondata il 15 aprile 1791 per iniziativa del Marchese Stefano Rivarola e di un gruppo di nobili, borghesi e Padri delle scuole Pie, per l’incoraggiamento dell’agricoltura, delle arti, delle manifatture e del commercio. E’ oggi un’associazione culturale senza fini di lucro, eretta ad Ente Morale con R.D. n°1670 del 2.8.1935. Lo scopo resta quello di promuovere e tutelare la cultura, le attività economiche, l’arte, l’istruzione e l’ambiente di Chiavari e del comprensorio. Essa è apartitica e non favorisce o discrimina alcuna parte politica, religiosa, sociale o indirizzo di pensiero. Ha sede in via Ravaschieri, 1, Chiavari. Il suo motto è “vitam excoluere per artes“. Fondata in epoca illuministica,  è a tutt’oggi attiva ed operante, dichiarandosi l’unica sopravvissuta fra le tante istituzioni di stampo illuministico sorte tra il 1700 e il 1800. Il capillare intervento della Società Economica nell’istruzione (particolarmente quella professionale) e nell’incentivare la qualità della produzione artigiana, emergono dalla ricognizione degli “Atti della Società Economica di Chiavari”. Limitandoci al solo aspetto dell’Istruzione, è la Società Economica a far sì che Chiavari diventi una piccola città degli Studi – com’è a tutt’oggi – istituendo corsi professionali nonché la fondazione (con ricorso a sottoscrizione pubblica) dell’Istituto Tecnico, nel 1923 ed infine a promuovere l’autonomia del Liceo Scientifico, fino al 1941 sezione distaccata del Liceo “Cassini” di Genova e dal 1952 Liceo autonomo. La “Scuola di Disegno e Ornato”, nata nell’ottocento per scopi di formazione professionale diventa nel novecento prima “Istituto d’Arte” e oggi “Liceo Artistico”. La Società Economica di Chiavari fin dal 17 aprile del 1796, nel suo sesto anno di vita, accoglieva la proposta di dare vita ad una Biblioteca che abbia sede nei suoi locali e che sia sempre aperta al pubblico, anche in considerazione della convergenza fra gli scopi pratici per cui era nata la Società e quelli intellettuali, che si realizzavano con il progetto culturale insito nella fondazione di una pubblica Biblioteca. Oggi la biblioteca raccoglie Letteratura storica di inestimabile valore, specie riguardante la Storia locale ed è diventata abituale ritrovo di Studenti e Ricercatori. Una ricognizione degli “Atti” della Società mostra che annualmente avveniva una esposizione dei prodotti industriali e artigianali locali in una varietà che andava dalla meccanica di precisione, alla liuteria, alla tessitura per terminare con le celebrate sedie di Chiavari in faggio piegato a vapore, sedie robuste e leggerissime, note in tutto il mondo. Oggi tutto ciò s’è perso e l’economia della cittadina è pressoché confinata nel terziario: ha chiuso la bottega dell’ultimo artigiano, sostituita da una boutique. Storicamente questa Istituzione è il classico caso in cui “il denaro diventa cultura”, una casistica che si è sicuramente persa al giorno d’oggi.