Italia al capolinea: i potenti della politica!

Giuseppe Lembo

E così nel nostro Paese di pari passo hanno fatto tanta strada insieme i potenti della politica a vita ed i superpotenti dell’economia e della finanza che hanno badato sempre e solo a se stessi. In quest’Italia al capolinea, in quest’Italia dal malessere profondo, c’è chi pensa che non tutto è compromesso, non tutto è tragicamente finito. Con una dose di forte ottimismo anche alcune frange della politica, in questi momenti di profonda crisi, oltre ad interrogarsi, si organizzano ed organizzano proposte di risanamento politico attraverso azioni di laboratori del pensiero politico e del fare politica che pretendono con forza di incidere e di cambiarne il corso, trasformandola da “politica di potere”, in “politica per la gente”, ormai assolutamente dimenticata dalla forza indiscussa della “politica potere”, in tutte altre faccende affaccendata. Nel senso di un segnale a sorpresa, assolutamente nuovo, in tanta confusione politica, per possibili cambiamenti della politica, vanno le iniziative dei Verdi di Angelo Bonelli a Roma e dei Riformisti di Stefania Craxi, una figlia d’arte del socialismo italiano, a Milano. Bonelli, presidente del Sole che ride, al teatro Vittoria ha presentato, la costituente ecologista, promettendo di considerare ormai chiuso il capitolo delle alleanze con il PD, in quanto responsabile nel governo delle città, di una corrotta politica per l’ambiente. Si candida ad essere una forza post-ideologica, fortemente impegnata nella difesa dei contenuti ambientalisti, temi sui quali, a dire di Bonelli, il “centrosinistra appartiene alla preistoria della politica”. Da Milano, dove si concentra l’attenzione di tanti politici, c’è stato un susseguirsi di varie iniziative che finalmente mettono la politica in primo piano. Milano si candida così ad essere il laboratorio italiano del nuovo corso della politica; tutto questo mentre i professori del pensiero economico da Milano si spostano a Roma. L’appuntamento politico più significativo (c’è stato anche quello di Nichi Vendola del Sel e di Pier Ferdinando Casini del Terzo Polo) è stato quello dei Riformisti Italiani. Al Teatro Nuovo di Milano, a suonare la carica, è stata Stefania Craxi che ha lanciato il Manifesto dei Riformisti Italiani. Un laboratorio politico importante, riempito non di solite cose con il solito linguaggio politichese, ma di una proposta assolutamente nuova, intesa a trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale. Ad accoglierla, così come presentata da Stefania Craxi sono stati in tanti; socialisti, riformisti, cattolici, insieme per cambiare l’Italia, ormai stanchi di una politica assolutamente invecchiata, assolutamente lontana dalla gente, assolutamente rifiutata dalla gente. L’obiettivo che si propone il laboratorio politico di Milano è quello ambizioso, di dar vita ad un’assemblea costituente che porti al presidenzialismo. Se questo è l’impegno del laboratorio politico di Milano, bisogna saper dire, ben venga. Finalmente un’occasione costituente nuova aperta alla società civile ed al protagonismo della gente comune che si sente esclusa da tutto ed assolutamente marginale a chi, dotato di poteri forti, ha nelle proprie mani, le sorti degli esclusi di sempre, di quanti in silenzio subiscono sempre, perché nati per subire le scelte sempre meno democratiche fatte da rappresentanze politiche più per deleghe in bianco che democraticamente in nome del popolo sovrano. Il presidenzialismo pensato nel laboratorio milanese, vuole essere un rimedio estremo ai tanti mali della politica-potere, insediatasi da padrona assoluta nel nostro Paese ormai morente ed assolutamente privo di quella spinta vitale che gli potrebbe ridare protagonismo e prestigio per sé e per la gente che non riesce a credere nel futuro, portato violentemente via dai ladri di futuro impegnati a prendersi tutto per sé, indifferenti degli altri che verranno e che troveranno ad accoglierli un mondo triste di sole macerie, di disperazione e di un profondo vuoto esistenziale. La genesi del nuovo corso della politica è ormai una necessità assoluta; non si può continuare a tenere in piedi una rappresentanza che appartiene ormai ad un mondo che indigna, in quanto espressione di un fallimento generalizzato e senza appello. Per tutto questo i potenti della politica a vita devono saper chiedere scusa agli italiani onesti ed in nome della loro incondizionata sovranità riconoscere gli errori e vergognarsi. È, altresì, necessario che sappiano responsabilmente fare dei passi indietro e mettersi da parte lasciando spazio ad un nuovo protagonismo politico dell’intera società civile, stanca dei soliti nomi, dei soliti volti e soprattutto dei soliti bisticci mediatici, assolutamente inopportuni in quanto vuoti di contenuto e per niente graditi al popolo massa che è costretto, tra l’altro, a subire le violenze di un mediatico invasivo sempre meno comunicativo, sempre meno sociale, sempre meno culturale e fortemente connotato da sceneggiate di politici stregoni senza dignità ed ormai indifferenti alla democrazia reale. Il verde Bonelli che invoca cambiamenti, i riformisti che vogliono dare all’Italia una nuova costituente, con un dovuto passaggio referendario, sono opportunità da ben considerare. In un tempo di totale appiattimento e di attenta conservazione dei propri spazi dei poteri politici a vita, questi segnali sono delle novità importanti da saper valutare e sostenere, in nome di quegli obiettivi di cambiamento invocati dalla gente comune che, ridotta al silenzio, si indigna e chiede a viva voce di essere riconosciuta nei diritti fondamentali di cittadini del mondo, meritevoli di rispetto, di protagonismo attivo, di considerazione politica, in quanto parte di un mondo globale che “indignandosi”, invocando la “rottamazione”, rivendica il protagonismo del proprio se esistenziale; tanto, nel contesto di un’umanità globale, dove tutti, ma proprio tutti, sono importanti per raggiungere il grande obiettivo dell’uomo mondo che si deve sentire protagonista, sapendosi riconoscere nell’essere, un valore universale dell’uomo che, sebbene temporaneamente offuscato, non potrà mai essere cancellato dall’apparire, una meteora che appare e scompare senza lasciare tracce, se non quelle dei tanti cocci sparsi ovunque, come vive testimonianze di un grave disastro annunciato, conosciuto da tutti e circondato da tanta stupida indifferenza, per cui avvenuto ed in atto, creando i tanti mali di cui oggi soffre non solo il nostro Paese, ma l’intero mondo sempre più in movimento ed unito da un insieme umano globale, tendente alla realizzazione della società-mondo, il grande obiettivo del Terzo Millennio.