Internet soppianta la carta stampata

Laura Iuorio

Un’affermazione non del tutto errata, ma che va approfondita e analizzata nella sua globalità. E’ risaputo che ogni volta che sulla scena compare un nuovo mezzo di comunicazione, si rischia che quest’ultimo soppianti i suoi predecessori, ma sappiamo anche che i media costituiscono un sistema in cui i vari mezzi imparano a  convivere, pur restando in competizione tra loro. Vediamo tutti che il cinema non ha sostituito il teatro, così come la fotografia non ha sostituito la lettura e così via. Certamente la diffusione di Internet ha prodotto un calo nella fruizione della radio e della televisione , nella lettura dei giornali, ma allo stesso tempo ha permesso a persone che prima erano totalmente lontane dal mondo dell’ informazione di accostarsi alla cultura e di conoscere ciò che avviene intorno a loro.  Tuttavia un ’indagine recente ci dice che gli studenti delle superiori continuano a ritenere il libro la fonte principale d’informazione, mentre Internet viene utilizzato più per fini ludici e per ricerche personali. I generi editoriali che sono migrati per primi verso l’elettronico sono stati le enciclopedie, i dizionari, dunque libri da consultare e non da leggere, perché era più facile  e meno dispendioso aggiornare questi strumenti. Con la diffusione della rete la maggior parte di questi prodotti editoriali si è trasferita su Internet.  Sentiamo sempre più parlare di e-book, il libro elettronico, il presunto ‘nemico’ del libro tradizionale, che viene letto con le stesse modalità di un libro cartaceo, e cioè prendendo appunti, sottolineando, inserendo un segnalibro, e così via. I suoi primi fruitori sono lettori forti, appassionati di elettronica, che lo utilizzano nell’ambito dello studio e della lettura ‘funzionale’e siamo certi che , a mano a mano, l’e-book diventerà sempre più interattivo e multimediale. Certamente il costo elevato, le restrizioni locali e la scarsa usabilità hanno ritardato il decollo di questo nuovo mezzo.  Tuttavia i lettori abituali preferiscono l’aspetto, la sensazione al tatto, il peso e sì, l’odore della carta stampata, al punto che la mancanza di questi fattori estetici induce a rifiutare il formato elettronico, attribuendo al libro non solo un valore utilitario, ma psicologico e morale. Sono loro spesso a essere accusati dagli appassionati di e-book di perdere di vista che lo scopo principale di un libro non è quello di essere guardato, sentito, ma quello di contenere parole da leggere. Sicuramente il mercato dell’editoria guarda Internet ancora come una minaccia e non come una risorsa. La situazione è ancora molto confusa : da un lato gli editori non hanno il coraggio di compiere il grande passo verso il digitale, dall’altro l’industria preme per accelerarlo. Quel che è certo è che bisogna prendere coscienza delle nuove piattaforme tecnologiche e utilizzarle nel migliore dei modi. Il mondo giornalistico deve adeguarsi al cambio tecnologico e accettare questa nuova sfida come un’opportunità di crescita per tutti i comparti dell’universo editoriale.

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