Conosciamo i Balega (Congo Rd): Amisi e la sposa ideale

Padre Oliviero Ferro

Due giovani si sposano, mettono su casa ed hanno due bei maschietti. Non hanno difficoltà a crescere i loro due bimbi, ma si accorgono che il primo è abbastanza sempliciotto, mentre il secondo è molto intelligente. Arrivati all’età del matrimonio, i genitori non hanno difficoltà a sistemare il primo, Kasulu, mentre il secondo, Amisi, sembra non trovare la ragazza che risponda alle sue esigenze. Comunque, non si scoraggia e prosegue nella ricerca. Finalmente, viene informato che nella cittadina di Salitele c’è una ragazza che certamente fa per lui. Prepara una copiosa dote e inizia il viaggio di ricerca sul suo cavallo ben carico. Lungo il cammino è meravigliato nel sentire qua e là, e là ancora, e lungo tutto il viaggio, una voce e delle voci che ripetono:”unisaidie na mimi nitakusaidia, aiutami e io ti aiuterò” “utusaidie na sisi tutakusaidia, aiutaci e noi ti aiuteremo”. Si guarda attentamente in giro e non vede nessuno. Chiede a voce alta:”C’è qualcuno?”. Nessuno risponde. Pensa:”Forse hanno vergogna di mostrarsi nel loro stato…”. Amisi non esita e lascia qui e là ancora del denaro, un po’ di cibo, vestiti…e finalmente tutto quello che possiede. Arrivato alla fine del suo viaggio, si accorge che della dote abbondante non gli è rimasto più niente. Si presenta alla casa della ragazza e chiede dl padre. Alla vista di papà Kambanda, il giovane gli espone il suo problema: partito ricco e arrivato povero in canna. “Chi mai ti ha domandato della dote? Io non ho bisogno della dote. Tu vuoi sposare mia figlia?” “Sì, con tutto il cuore” risponde il giovane. “Allora stai a sentire: sarai sottoposto a Cinque prove, superate le quali, tu potrai ripartire con la tua futura sposa. Sei pronto?”. “Sì, sono prontissimo”: “Però, ti avverto, qualora fallissi, andrai a raggiungere quelli là che ti hanno preceduto”. Dicendo ciò, gli mostrò cinque tombe nel cortile, al lato sinistro della casa. “Vuoi veramente provare?” “Io sono pronto a tutto. Per me, tua figlia è la mia stessa vita” “bene, adesso vai a riposarti e domani mattina inizieremo, e ti dirò, di volta in volta, di che si tratta”. Il mattino seguente, il papà della ragazza chiama il giovane e lo invita per la Prima prova. Lo conduce in una stanza piena di ogni cibo e di ogni bevanda e gli dice:”Tutto quel cibo e tutte quelle bevande li devi terminare in una sola giornata”: Il giovane inizia con un pollo, di beve dietro una bottiglia di vino ed è già sazio. Guarda quanto c’è nella stanza e già pensa alla sesta tomba. E’ quasi sopraffatto da tali pensieri, quando sente delle voci tutto attorno a lui:”si tulikuambia: utusaidie na sisi tutakusaidia? Noi ti abbiamo forse detto:aiutaci e ti aiuteremo?”. E da un’infinità di buchi dal pavimento escono una moltitudine di talpe di ogni grandezza che, in poche ore, fanno sparire tutto. Il giovane esce e dice al padre:” Ho terminato tutto”. Incredulo, l’uomo si precipita nella stanza e non trova che vuoti. “Bene” dice il papà al giovane “penso che tu sia sulla buona strada, perché tutti gli altri sono caduti alla prima prova. Domani mattina la Seconda”. All’indomani, Kambanda chiama il ragazzo e insieme vanno nella foresta. Si fermano sotto un enorme albero di mfula, un legno duro come l’osso. L’uomo consegna al giovane una lametta e gli dice:”Hai un giorno di tempo per farlo cadere”. Il ragazzo, rimasto solo, comincia la nuova avventura. In capo a un’ora, la lametta si è tutta spezzettata e non ha praticato che minuscolo taglio…Sempre più frequente gli viene il pensiero della sesta tomba e cerca di continuare con le unghie, schegge di sasso e altro,ma…Le voci amiche si fanno sentire: ”si, tulikuambia: utusaidie, na sisi tutakusaidia! Aiutaci e noi ti aiuteremo”. E , in men che non si dica, si ode un forte rumore di seghe,zzzz, e,nel tardo pomeriggio, l’albero è in posizione orizzontale. Fu talmente grande il rumore della caduta che il padre e familiari corsero a vedere. Seconda prova superata. Il giorno seguente, la Terza prova. Il futuro suocero dice al giovane:”Vai alla foresta, misura un campo, cento metri per cento, disboschi, bruci, semini questi semi di riso, li fai maturare, li tagli, li metti nei sacchi e li porti a casa. Hai tempo di tre giorni, va, questo è il sacco di sementi”. Il giovane si carica il suo sacco e entra nella foresta. Ha appena iniziato il lavoro di disboscamento che si fanno sentire le voci amiche:”si tulikuambia: utusaidie na sisi tutakusaidia! Aiutaci e noi ti aiuteremo”. Con un forte rumore di seghe, di colpi d’ascia, gli alberi cadono uno dopo l’altro, un forte sole si manifesta con un calore eccezionale. Tutto secca e viene bruciato: il terreno è pronto per la semina. Una grande pioggia e finisce la prima giornata. Il secondo giorno, appena arrivato al campo,m lo trova già seminato dalle voci amiche. Subito dopo arriva una bella pioggia, poi un potente sole, le piantine crescono e, tra sole e pioggia, a sera il riso è già maturo. Al terzo giorno, un sole micidiale secca per bene il riso maturo e inizia la mietitura. Ha inizio la battitura. Mettono il riso nei sacchi e, a sera del terzo giorno, tutto il raccolto è a casa. Al mattino del giorno dopo, il padre della ragazza prende il giovane a parte e gli dice:”Vedo che sei l’eletto e potrebbe bastare, ma dobbiamo terminare secondo il programma” e dà inizio alla Quarta prova. Escono dalla casa sette ragazze perfettamente uguali, nel viso, nella capigliatura, nel corpo. Tutte portano il medesimo vestito, le medesime scarpe e tutto quanto fa la bellezza di una donna. Si mettono davanti al giovane, accompagnato dal suocero. Questo gli dice:”Tra quelle sette, scegli la tua”. Il giovane guarda, guarda ancora, passa in rassegna tutto e non trova alcuna differenza tra le sette. Finalmente sente una voce che gli dice: ”Si, nilikuambia: unisaidie na mimi nitakusaidia, aiutami e io ti aiuterò”. Nel medesimo istante un uccello passa sopra le teste delle ragazze e lascia cadere la sua pallina sul sopraciglio sinistro della terza ragazza. Quella muove la mano per cacciare quanto era caduto sul suo viso e Amisi la indica immediatamente come la sua ragazza. Vinte le quattro prove poste dal papà della ragazza, si avanza lo zio della ragazza accampando anche lui diritti sulla medesima e pose l’Ultima (quinta) prova, dicendo:”Hi, ha”. Il giovane pensa, riflette e pondera, ma non arriva ad alcuna soluzione. Ormai è abituato a confidare nello speciale aiuto e immediatamente si fa sentire la voce amica: ”si nilikuambia:unisaidie na mimi nitakusaidia? Non te l’avevo detto: aiutami e ti aiuterò?”. Guidato da una forza particolare, prende il sentiero per la foresta, per istinto. Dopo due giorni, arriva da un’anziana indovina con poteri straordinari. Il giovane sottopone il suo quesito: ”Hi, Ha”. E la vecchia intuisce a meraviglia. Va nella stanza dei…miracoli e ne esce con due anfore medie: ”Ora vai nella foresta, riempi l’una di siafu, formiche rosse, e l’altra di minyagò,formiche nere. Per le formiche nere dovrai girare e faticare un po’ di più, ma ce la farai. Riempite per bene, chiuderai le anfore con quelle foglie di mangobo poi ritornerai qui”. Amisi parte e a sera torna, dopo aver eseguito il lavoro alla perfezione. “Adesso ritorna dalla tua e l’indomani lascerai per qualche ora al gran sole le due anfore. Verso le ore quindici, inviterai lo zio a forare con un dito il coperchio delle anfore e tu stesso vedrai il risultato”. Tornato a casa,esegue alla perfezione i consigli dell’indovina. Chiama lo zio e lo invita a forare il coperchio delle anfore con un dito. Quello ha paura, ma,rassicurato, esegue. Sentendosi punto di più siafu alla volta, grida:”Hi, Hi”. Passa quindi all’altra anfora e avvertendo le punture micidiali delle minyagò, ritira il dito, gridando:”Ha, Haaa”. Superate tutte le prove, Amisi torna felice a casa con la sua bella Kalasi.