L’ordine dei Magistrati

Angelo Cennamo

Quattro procure della Repubblica in questo momento stanno indagando sugli amplessi ed altre cose sconce di Silvio Berlusconi. Quattro : Napoli, Roma, Bari e Lecce. Se a queste aggiungiamo quella di Milano, già impegnata nel caso Ruby ( l’alba di questo filone sgangherato), le procure diventano cinque. Cinque tra i più importanti Uffici giudiziari del nostro Paese, che farebbero meglio a moltiplicare i loro sforzi al fine di contenere e di reprimere il crimine organizzato, in continua espansione su tutto il territorio nazionale, decidono invece di palleggiarsi centinaia di migliaia di intercettazioni telefoniche – in alcuni casi eseguite in violazione di elementari norme sulla competenza, in altri, applicate secondo schemi e procedure, per così dire, discutibili – nelle quali abbondano inciuci e gossip vari in merito a prestazioni sessuali ( compiute, desiderate o semplicemente millantate) e cazzeggi verbali ad ampio spettro, riferiti a conoscenti e ad altri volti noti della politica, nazionale ed internazionale. Uno di questi, tanto per gradire, avrebbe come argomento di discussione la scarsa avvenenza del lato “b” di Angela Merkel ( come se non bastassero le precedenti figure di m. dovute a wikileaks). L’inchiesta, che da una è diventata trina, ma con ampi margini di incremento, ha mosso i primi passi a Napoli. Qui i pm Curcio e Woodcock, dopo aver ipotizzato un’estorsione ai danni del premier da parte degli imprenditori Giampaolo Tarantini, sua moglie Nicla, e Valter Lavitola, ed aver ottenuto gli arresti dei presunti responsabili, si sono visti sconfessare dapprima dal Gip Amelia Primavera, la quale ha eccepito l’incompetenza territoriale della procura partenopea, e subito dopo dal Tribunale del riesame, che, nel ridare la libertà ai reclusi, ha addirittura ribaltato l’impianto accusatorio facendo passare i coniugi Trarantini come le vere vittime del Cavaliere. Berlusconi, stando alla nuova ricostruzione dei fatti, avrebbe indotto il giovane imprenditore pugliese a raccontare il falso sui festini di Arcore, dal momento che egli aveva piena consapevolezza della qualità di escort delle ragazze presentategli. Perbacco! Che notizia! E cosa avrebbe dovuto fare, secondo questi giudici così zelanti, il premier, dopo essere stato già ampiamente “sorpreso” ed imbarazzato da oltre centomila intercettazioni telefoniche : dire a Tarantini di infierire sulla sua condizione di homo coitans tanto per completare l’opera di sputtanamento mondiale della sua immagine di primo ministro? Non è forse umano, in certi frangenti, aggrapparsi ad un minimo di discrezione per tutelare la propria privacy, dopo che questa è stata sistematicamente violata con una gigantesca operazione di “monitoraggio”? Fatto sta che adesso il capo del governo deve vedersela con i magistrati di Bari, non più quelli di Napoli, per difendersi da una nuova accusa. Ma l’intrigo non finisce qui. Infatti, il capo della procura barese, Antonio Laudati, è a sua volta indagato dai colleghi di Lecce per abuso d’ufficio e favoreggiamento. Secondo i sostituti salentini, infatti, Laudati avrebbe rallentato l’inchiesta di sfruttamento della prostituzione che vede alla sbarra, nella sua sede giudiziaria, lo stesso Tarantini. Come se non bastasse, a Lecce risulta indagato per calunnia anche l’ex sostituto procuratore Scelsi, ovvero l’accusatore di Laudati. E Roma come si inserisce in questo quadro già di per se complicato? Alla procura romana sono stati trasmessi gli atti riguardanti la prima ipotesi di reato, quella cioè che si riferisce all’estorsione operata dai coniugi Tarantini e da Lavitola ai danni del premier, la quale non verrebbe quindi accantonata per effetto del nuovo filone di indagine. La vicenda, come si intuisce, sta assumendo dei contorni grotteschi, anzi boccacceschi. Berlusconi sembra finito in una sorta di decamerone giudiziario dove i peccati e i vaniloqui si confondono con i reati veri, e dove le vittime e i carnefici si scambiano di ruolo in modo così schizofrenico da lasciare basiti anche i migliori estimatori della magistratura, in crescente calo di credibilità in tutti i sondaggi. Angelo Panebianco, sul Corriere della sera, dopo aver osservato che anche un bambino si accorgerebbe dell’uso spropositato che certi pm fanno delle intercettazioni, ha scritto che occorre riequilibrare in fretta i rapporti tra politica e magistratura, prima che questo rapporto logori del tutto la credibilità delle nostre istituzioni. L’editorialista, tuttavia, si rende conto che la presenza di Berlusconi a Palazzo Chigi non aiuti il compimento di una tale riforma. Non ha tutti i torti. Speriamo allora che la fine del ciclo berlusconiano, tanto invocata negli ultimi tempi, per il futuro ci regali almeno questo : una nuova classe politica ma anche un nuovo sistema giudiziario che riporti i magistrati ad essere un Ordine, secondo i dettami della costituzione, e non più un potere.

4 pensieri su “L’ordine dei Magistrati

  1. @Angelo:

    però tutta questa “fuffa” sulle attività extraparlamentari di Silvio sta diventando una, non so quanto involontaria, arma di distrazione: mi sembra che giornali e telegiornali si occupino più di questo argomento (che mi fa cambiare canale a velocità raggiungibili solo da Bolt) che della manovra e delle misure per la crescita, della patrimoniale, del contrasto all’evasione o di altre misure che non colpiscano in massa la povera gente (salvando i soliti noti).

  2. Anche i giornali più “importanti” ed autorevoli spesso fanno del gossip di bassa lega. Le priorità del Paese sono altre, è vero, ma una nuova disciplina sull’uso delle intercettazioni credo sia necessaria. Sì al diritto di cronaca, no alla violazione della privacy e al protagonismo di certe procure.

  3. @Angelo:

    il problema è che, non per pensare male, ma è strano che, dopo tutto quello che è uscito fuori in questi anni (e, ripeto, credo di saperne meno della metà perché davvero vado in stand-by quando parlano in tv o su Internet delle grane di Silvio), si cerchi ancora di fare una legge per regolamentare le intercettazioni: la cosa fa pensare che ci sia dell’altro che deve ancora uscire e che si tenta di bloccare.

    Sul governo che abbiamo, oramai l’opposizione ha lasciato il proprio compito a Confindustria e ad alcuni imprenditori (es. Della Valle), che di norma se ne starebbero al loro posto ad attendere finanziamenti statali “per la crescita”, nella più classica delle ipocrisie imprenditoriali italiane (=arricchirsi anche grazie allo Stato per poi criticare lo Stato alla prima tassa).

    Il bello è che, appena hanno parlato, a lei hanno datto della “Prodi in gonnella” (mentre fino a qualche tempo si era parlato di prenderla nel governo) e a Della Valle si è quasi dato del visionario, oltretutto da entrambi gli schieramenti politici (la cosa la dice lunga sul fatto che è l’intera classe politica a non voler abbandonare il Parlamento, non solo quelli che sono al governo…)…

  4. Previsione: la legge sulle intercettazioni, con la benedizione della magistratura, si farà non appena Berlusconi uscirà di scena. E non avrà nulla da invidiare a quelle che regolano la materia in usa, in Gb, in Germania. Speriamo che Berlusca vada via presto così riacquisteremo la libertà” di fare i cazzi nostri, nel senso letterale,senza dover rendere conto alla pruginosita’ popolare e doverlo leggere sui giornali

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