“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 61°/56-VI 09 settembre 2011, giorni-2

  (cont. dal Capitolo 56, 6° parte)(…) Il siriano fu preso alla sprovvista dalla battuta. Più che altro una domanda in diretta, a cui rispondere direttamente questa volta. Rifletté a lungo prima di farlo. Poi, con toni seri e marcati, disse:— I miei orizzonti sono quelli del potere. Del potere occulto, del potere che colpisce e distrugge d’improvviso i suoi nemici, senza dargli tregua né possibilità di capire. Perché questo è il disprezzo massimo che si può e si deve esprimere nei confronti dei nemici come te, come voi tutti occidentali. Anche a costo di farsi saltare in aria come i nostri martiri. È come fucilarvi alla schiena, come si fa con i traditori. Nel massimo disprezzo. Questi sono i miei orizzonti. … Il buio, la notte. I migliori alleati. Leali, schietti, onesti e, soprattutto, disinteressati. Ti proteggono dalla luce accecante del giorno, che illumina, rendendoli appetibili, i luoghi da predare. I luoghi in cui si racchiude la ricchezza del mondo, quelli che non avranno mai confini; quelli dove i finti valori si chiamano religione, cultura, civiltà. Apparati esteriori, né più né meno, utili solo a camuffare la realtà, a drogarla. Una realtà che vive sempre, solo e comunque di ricchezza. Che si chiami petrolio, carbone, metalli preziosi, minerali utili agli investimenti, tecnologia, armi, scienza, industria mediatica, conquiste di altri mondi. Tutto gira intorno alla materia, alla ricchezza, al denaro. Chiunque vive di tutto ciò è nostro nemico. Da Occidente a Oriente, al Medio Oriente. Noi siamo i puri. Voi gli impuri. Noi viviamo per morire, per una vita migliore. Voi morite senza avere mai vissuto. Se non per la ricchezza, il benessere, la materia. I vostri orizzonti godono della luce opprimente di una linea senza speranza perché già demarcata. I miei orizzonti, invece, i nostri orizzonti, si ravvivano di una luce diversa. Invisibile agli occhi, ma intima, interiore, autentica e, soprattutto, illimitata. Essi ci rendono leggeri e liberi, insensibili alle privazioni della materia, ma forti e uniti nella lotta contro il comune nemico. Siamo noi l’Islam, noi, solo noi il sacro fuoco della verità e della purezza dei suoi valori. E, dentro quel fuoco, perirete tutti. Parte sesta La corda bianca — Anche quel sacro fuoco ha un prezzo. — replicò O’Cronnolly. — Prima o poi sarete tutti traditi e venduti. Dai vostri stessi alleati, protettori e finanziatori di un tempo che non c’è più. Il cappio vi si restringerà intorno al collo prima che ve ne accorgiate. E mentre quelli come te continueranno a combattere per quel sacro fuoco, in cima alla collina del potere antico sarà già terra bruciata. Per il tuo capo da parte dei tuoi e dei suoi stessi amici. — Tu non conosci la parola fede. — rispose Ahmed. — E neppure fedeltà. Come tutti gli esseri umani legati alla materia, alla lotta per la materia, alla difesa della materia, sei lurido e immensamente spregevole. Non hai ideali, valori, capi veri per i quali combattere e immolarti. Non sono capi quelli per i quali hai giurato sulla tua bandiera. A cominciare da quel sudicio verme che è il tuo presidente. ― infierì Ahmed. — Voi proteggete la sua immagine con una stampa eccessivamente emotiva e venduta, intimidita e corrotta dal grande potere economico che lo sostiene. Un potere fatto di intrallazzi e di affari mondiali, grazie al supporto di una cricca ristretta e interessata che lo copre e lo manipola. Un potere occulto che ha favorito, truccandola, la sua stessa sospetta e incerta scalata alla presidenza degli Stati Uniti. O’Cronnolly l’ascoltò con attenzione, intimamente scosso dalle sue parole. Non lo dette a vedere, lasciandolo proseguire. Il terrorista se ne accorse, ma fece finta di nulla. — Pur di difendere i vostri interessi — aggiunse — gli interessi di pochi, spostate volentieri l’asse degli obiettivi militari, colpendo altrove i mostri strumentalmente generati dai vostri servizi segreti. E il tuo gran capo insensibile non esita a fare carneficina dei suoi stessi ‘figli’, i figli perduti d’America! —Ahmed concluse con ardore il suo intervento. L’uomo della CIA rimase muto. Per pochissimi istanti qualcosa franò dentro di lui: la certezza. Ma O’Cronnolly rimosse immediatamente quel terribile pensiero e replicò: — Tu sei pazzo, completamente pazzo. Pazzo e inconcludente. Come i tuoi capi, come il tuo capo. Dici cose sconnesse perché hai le ore contate. Come loro. Tu sei solo un degno figlio di Gog e Magòg. Perciò morirai. Come tutti i nemici del popolo di Dio, alla fine della notte dei tempi, tra quei tuoi orizzonti fasulli e inventati. Ma, una volta nella tomba, il tuo capo si rivolgerà sempre altrove, lontano dalla Mecca, verso quegli orizzonti maledetti e disperati che tu stesso hai prescelto. Perché il tuo non è il vero Allah, quello che è anche il mio Dio. Il tuo Allah non esiste, anche se tu l’invochi. Non ti rendi conto di invocare un nome solo uguale all’altro, che non è l’altro. Avresti se no avuto un residuo di pena nell’animo quando hai ucciso i fratelli, i tuoi fratelli. Ecco perché, tra te e Gog, tra te e Magòg, non c’è differenza alcuna. Sovrapponendoti a loro ne hai acquisito le sembianze, le sembianze dei demoni. Perché chiunque sia nemico del popolo di Dio, dei suoi figli, di tutti quelli riprodotti a sua immagine, è un demone.Ahmed avvampò in viso. La lotta tra i due titani volgeva a suo sfavore. Sconfitto sul campo e ora pure nell’onore. Rimase in silenzio, senza avere la forza di rispondere. L’americano incalzò:— I tuoi amici hanno osato citare la Bibbia, facendosi beffa dei suoi sigilli. Tu appartieni già al settimo e ultimo di quei sigilli. Per te è ormai giunto il momento più pieno delle tue “calamità”, delle tue “epidemie”, dei tuoi “terremoti”. Perché ti sono già tutti esplosi dentro, dilaniandoti quella che una volta si chiamava anima; e, quindi, il tuo spirito, la tua natura immortale, il tuo stesso principio immateriale. Hai fatto tu stesso in modo che deflagrassero: opprimendo, maltrattando, perseguitando, uccidendo i tuoi simili, condividendo e partecipando a operazioni di distruzione e di morte dei tuoi fratelli. Per te il settimo sigillo si è definitivamente rotto. Non ti resta che partecipare in anteprima alla fine del mondo. Marcendo in una prigione, come relitto della coscienza e della vita. (…)