“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 52° 31 agosto 2011, giorni-11

   Dal Capitolo 52“Agnus Dei!”Parte prima Positano h. 17.10 – La “francese” Immerso tra le onde, a 80 metri di profondità, silenzioso e invisibile ai sonar, la versione junior delle macchine da guerra di nuova generazione più temute degli abissi era da tempo in agguato di poco fuori dalle acque territoriali italiane. Una tensione estrema dominava da giorni gli uomini dell’equipaggio, consapevoli dell’importanza della loro missione. Addestrati da un paio di anni in un paese amico, a insaputa dell’Occidente, era giunto ora il momento di dare seguito all’azione sulla quale erano stati investiti un enorme capitale e tutte le speranze del grande imam di bissare il successo dell’11 settembre 2001. Ahmed si giocava per questo il tutto per tutto. Sua la determinazione di tentare, suo il convincimento persistente dal 02 giugno 2002 che il presidente sarebbe arrivato proprio quel giorno o, al più tardi, in quello successivo. Sua, pertanto, la responsabilità di un eventuale insuccesso. Da 96 ore, con largo anticipo, era in fiduciosa attesa della preda. Nel nome di Maometto, di Allah, dell’Islam. E del grande imam naturalmente. Anche quel venerdì, giorno di Ferragosto, e giorno sacro per i musulmani, verso le 9.00 del mattino, accese il portatile e lo collegò al suo cellulare, connettendosi ad Internet.Grazie alle informazioni ricevute dall’organizzazione, il siriano riuscì a navigare in una pagina dei servizi segreti italiani. Fu così in grado di selezionare un sistema di navigazione satellitare Gps per sapere esattamente dove fosse in quel momento il presidente. Una volta ricevuti i dati, li rinviò allo stesso satellite che scansionò l’area, predisponendo più foto in alta risoluzione. A quel punto aprì un programma di fotografia digitale esportando l’immagine ad un laboratorio di un paese amico. Nel giro di pochi secondi ricevette sul suo palmare un e-mail con la conferma che l’immagine era stata predisposta e i dati memorizzati. Ebbe, poi, accesso ad un database Ms-Sql grazie ad una connessione Odbc. A quel punto caricò tutti i dati via e-mail su un foglio di calcolo Excel con la loro indicazione completa. In pochi minuti ricevette la risposta che si aspettava. La stampò e ottenne l’agognata relazione con i dati esatti, a colori, grazie alla stampante LaserJet iper-tecnologica e miniaturizzata del batiscafo.Le foto, un centinaio circa, illustravano il percorso del corteo presidenziale, rivelando dove e quale fosse esattamente l’auto dell’odiato nemico in quel momento, alla luce della comunicazione trasmessa ufficialmente dagli uomini della sua sicurezza alle autorità locali prima del loro arrivo a Capodichino.Ahmed toccò la felicità con un dito. Era fatta. Questione di minuti ormai e la sua fama sarebbe diventata immortale. Chiamò Rania. La ragazza rispose al primo squillo.— Tieniti pronta. Il corteo sta arrivando, come previsto. Inizia pure la tua passeggiata. Sai cosa devi fare al momento opportuno.— Stai tranquillo. — rispose lei.— Ripetimi la procedura, per sicurezza.— Al segnale convenuto punterò l’indicatore con il raggio di luce sull’obiettivo, tenendo premuto il pulsante di destra e trattenendomi a distanza di sicurezza, fino all’avvenuta esplosione. Subito dopo premerò il pulsante di sinistra per la sua auto distruzione, che avverrà entro tre secondi. In caso di imprevisti o fallimento, mi limiterò a schiacciare soltanto il secondo pulsante.— Bene. Ricordati anche dell’appuntamento. Torneremo come siamo venuti. Conosci giorno, luogo e ora.— D’accordo. Ci sarò.— Bene. A presto. Su ordine di Ahmed e in attesa del bersaglio quasi imminente, il comandante del batiscafo si collocò davanti alla centrale di comando che controllava i sensori, selezionando il pulsante di espulsione del lanciamissili acqua-terra e isolando contemporaneamente tutti gli altri. Erano lontani venticinque miglia, in piene acque internazionali. Una distanza ragguardevole, ma insignificante per quei missili teleguidati e invisibili. L’inquadratura della villa e della sovrastante strada di accesso era perfetta. La potenza di impatto sarebbe stata tale da distruggerle insieme, con effetti devastanti tutto intorno, per un raggio di vari chilometri. Sarebbe stata una strage. Di uomini e cose. L’Italia avrebbe finalmente avuto la lezione che si meritava, pagando il giusto prezzo per la sua fedeltà agli Stati Uniti nella guerra contro i fratelli iracheni in particolare, e i musulmani più in generale. Da quel momento in poi gli alleati occidentali ci avrebbero pensato due volte prima di sposare la causa degli americani, criminali e infedeli. Le “Torri Gemelle” avevano prodotto centinaia e centinaia di morti, migliaia addirittura. Ma, messi insieme, quei morti non valevano, simbolicamente, i milioni di uomini governati da un odiato nemico, l’Italia, di un ancora più odiato alleato: Bush e gli Stati Uniti d’America. Quel nemico, rappresentato dai “due presidenti”, era in procinto, ora, di raggiungere i propri antenati direttamente agli inferi.   (…)