Regione: lettera aperta all’on. Caldoro

 Caro Presidente, La nostra Regione, pur prendendo atto nei suoi documenti normativi dell’esistenza di associazioni culturali che svolgono educazione per gli adulti, con diverse denominazioni (università popolari, libere, della terza età, ecc.), è l’unica in Italia a non aver ancora promosso la loro diffusione. Eppure, esse svolgono una funzione importante nel campo della formazione non formale degli adulti. A causa del disinteresse delle istituzioni, esse sono scarsamente presenti in Campania, contrariamente a ciò che avviene in altre regioni a noi vicine. L’associazione che rappresento, nota con la sigla Unitre, istituisce università delle tre età, grazie al volontariato di docenti e maestri d’arte, che prestano la propria opera senza compensi. Sono molte le richieste d’istituzione di sedi, nei comuni che ne sono privi, da chi sente il bisogno di acquisire saperi, di socializzare, di tenersi aggiornato, di occupare il proprio tempo in attività gratificanti. Sono di ostacolo l’impossibilità di ascolto da parte degli enti locali e l’indisponibilità di ospitalità presso istituzioni pubbliche, come scuole, centri per anziani, eccetera. Le sedi di quest’associazione sono ospitate presso locali concessi dai comuni, in circoli, presso parrocchie, qualche scuola o in locali affittati a carico dei soci stessi. Non avendo altre entrate, oltre la tessera annuale degli associati, è difficile sostenere spese per materiali didattici. Gli arredi, di solito, provengono da generosi donatori privati. Durante la passata consiliatura restò inevasa, presso le commissioni Finanza e Cultura, un progetto di legge regionale per il riconoscimento delle università popolari e simili, nonostante le nostre sollecitazioni. Ritengo che oggi, anche se le difficoltà economiche non incoraggiano ottimismo, sia possibile, grazie alla sua sensibilità per i problemi sociali, impostare una politica più attenta ai servizi che riguardano la formazione continua che è alla base del progresso civile e alla diffusione di comportamenti responsabili da parte della cittadinanza meno scolarizzata. L’inserimento delle istituzioni libere per l’educazione non formale degli adulti nel sistema dell’educazione continua, aprendo loro la possibilità di usufruire a titolo gratuito di ospitalità nelle strutture pubbliche, sarebbe già una maniera concreta di operare per la generalità dei cittadini. Converrà con noi che il volontariato culturale molto diffuso ma scarsamente considerato abbia diritto a una sua visibilità; converrà che le numerose persone che hanno bisogno di essere aiutate a coltivare la mente e i rapporti sociali, anche per prevenire le malattie della tarda età, abbiano comunque diritto a un servizio, almeno in ogni comune. Fiducioso, La ringrazio per l’attenzione.

Prof. Vincenzo Esposito Coordinatore regionale dell’Unitre, Associazione Naz. delle Università della Terza Età.