“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 26 luglio 2011, giorni- 47

  Dal Capitolo 16 Ricognizione Parte prima Carta a mano Mimì poteva essere l’uomo giusto per lui. In fondo si trovava lì per raccogliere informazioni proprio su Positano e, in particolare, sull’ubicazione della villa del famoso regista. Quale migliore opportunità di avere notizie utili da un tipo così prodigo di informazioni! La grande porta di vetro dell’ingresso del Santa Caterina si era già chiusa alle sue spalle e l’autista rientrato nel taxi, quando Ahmed uscì frettolosamente dall’albergo. — Senta! — esclamò, battendo le mani sul cofano della macchina. Seguì una leggera frenata e Mimì scese prontamente. — Desidera? — Mi farebbe piacere conoscere meglio la Sua città, soprattutto i dintorni più belli, quelli che la precedono venendo da Amalfi. — Certo, signore. Quella è la zona più bella, dove ci sono le ville di grandi personaggi.— Viene a prendermi domani pomeriggio?— Con sommo piacere, signore! Mi dica a che ora!— Alle due di pomeriggio, va bene? — Sarò puntualissimo. Può esserne certo, signore! — Bene, a domani. — A domani. L’autista fece un profondo inchino e s’infilò nel taxi allegro come un bambino. «Mimì!» disse tra sé e sé «L’esperienza è l’esperienza. Visto come me lo sono ‘cucinato’? L’ho fatto cuocere nell’acqua sua, come il polpo. Mai insistere troppo con la gente. Quando capiscono veramente la qualità di chi si trovano di fronte, ci arrivano da soli, prima o poi. Esattamente com’è successo a quest’arabo!» Aumentò il volume, accompagnando a squarciagola il compianto Sergio Bruni nel suo ultimo CD: ― Maruzzella, maruzzè … … … … … ! L’indomani Ahmed approfittò del bel tempo per recarsi a piedi ad Amalfi. Dopo la colazione, si avvicinò alla reception per chiedere alcune informazioni sui luoghi da visitare. Sul grosso banco erano in vista i più importanti quotidiani nazionali.In prima pagina campeggiava su ciascuno di loro la foto della Jamila ripresa leggermente riversa sul fianco. Una serie di articoli narravano i particolari del naufragio. Il giorno prima la notizia era stata divulgata solo dai mezzi radiotelevisivi, essendosi l’incidente verificato ad ora tarda, quando i quotidiani erano già usciti. Ahmed fece finta di interessarsi alla cosa, pur non conoscendo l’italiano.L’addetto di turno si offrì da interprete e gli raccontò in breve la vicenda, sfogliando Il Corriere della Sera. In prima pagina spiccava anche la foto di un disperso, un giovane pescatore probabilmente affogato nel tentativo disperato di salvare la propria barca. Il mare non aveva ancora restituito le sue spoglie. Ahmed condivise l’espressione dolorosa del giovane receptionist e si allontanò a passo lento verso l’uscita. La passeggiata per Amalfi fu piacevole, la realtà del posto un po’ meno. Era troppo vistosa la differenza con Positano. Per quanto più famosa nel mondo, la capitale ufficiale della costiera tradiva a vista d’occhio una realtà turistica di più basso profilo.Non ci voleva molto per rendersi conto della scarsa qualità dei turisti ‘mordi e fuggi’, che scendevano a fiotti dai grossi torpedoni parcheggiati quotidianamente dinanzi alla fermata principale della SITA, in pieno centro cittadino. Il siriano preferì visitare i luoghi culturalmente più interessanti, a cominciare dalla Cattedrale di Sant’Andrea e dal bellissimo chiostro annesso. In verità, non avvertì alcun interesse particolare nel farlo. Ma motivi d’opportunità lo indussero a recitare in pieno la parte del turista.  Visitati i luoghi sacri, proseguì per Valle dei Mulini, fermandosi presso un’antica cartiera dove si produceva ancora la carta a mano di Amalfi. La proprietaria, una signora mora gentile ed elegante di nome Antonia, gli consentì di assistere ad alcune fasi della lavorazione. L’antica presenza araba in costiera aveva costituito una tappa importante nella vita e nella storia di quella terra. Al termine della visita, Ahmed acquistò una confezione di carta a mano per corrispondenza. Poi si allontanò, ringraziando dell’attenzione riservatagli. Ripercorse all’indietro la strada stretta e affollata, che riportava al centro della nota località.Il via vai di auto e motorini, che salivano e scendevano a turno lungo quell’imbuto stradale anacronistico e letale, rendeva quei luoghi simili a una kasba avvelenata, riverniciata dal modernismo occidentale di basso profilo commerciale e consumistico. Per quanto uno straniero, Ahmed ebbe la conferma della differenza di qualità tra il turismo di Amalfi e quello Positano. Si chiese il perché, vista la bellezza identica e diversa che accomunava le due prestigiose località nella distanza irrisoria che le separava. Entrò in un negozio di abbigliamento, attratto dal marchio di alcune camicie Made in Positano. Ne acquistò un paio, oltre a tre cravatte e ad alcuni indumenti intimi. Passando davanti ad una boutique, fu attratto dalle cartoline esposte all’esterno e da alcune guide dei luoghi. Le osservò attentamente, comprando sia le une sia le altre. Subito dopo rientrò in albergo. Alle 14.00 in punto era già nel taxi di Mimì. Fortunatamente il tempo si era volto decisamente al bello dopo le ultime giornate. Solo il mare non era ancora perfettamente calmo. Onde lunghe lo attraversavano, rendendolo meno piatto e levigato del solito. (…)