Salerno: 197° annuale fondazione dell’Arma

Discorso del Comandante Provinciale di Salerno dei Carabinieri, Gregorio De Marco, in occasione della Festa per il  197° annuale di fondazione dell’Arma, svoltasi in mattinata in città. Illustrissime Autorità, rappresentanti delle  Istituzioni dello Stato e degli Enti locali, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, gentili ospiti, a nome di tutti i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno e mio personale, rivolgo a voi tutti la mia più sentita gratitudine per aver accolto l’invito a prender parte alla ricorrenza del 197° annuale della fondazione dell’Arma, alla quale la vostra presenza conferisce solennità e prestigio perché è testimonianza della considerazione, della fiducia e dell’affetto per la  nostra Istituzione. Rivolgo, in primo luogo, un pensiero commosso e riconoscente a tutti i nostri Caduti e, per ultimo, al Ten. Col. Cristiano Congiu, barbaramente assassinato l’altro giorno in Afghanistan per aver preso le difese di una donna in sua compagnia, e che avevo avuto modo di conoscere ed apprezzare come valido collaboratore in una missione in Albania. Un abbraccio tenero ed affettuoso alle vedove  ed ai loro cari qui presenti, silenziosi testimoni del ricordo e della gratitudine che nutriamo nei loro confronti. Nella nostra memoria essi rimarranno sempre vivi. Un cordiale saluto voglio rivolgere  alle “Benemerite” ed a tutti i Carabinieri non più in servizio attivo delle sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri presenti nella provincia.  L’essere qui tra noi è una ulteriore dimostrazione della grandezza spirituale della famiglia dell’Arma. Un amorevole e tenero pensiero va alle nostre famiglie che, con noi, intimamente, condividono ansie, preoccupazioni, sacrifici, ma anche gioie e soddisfazioni. Un sentito e rispettoso saluto voglio indirizzare:1. a Sua Eccellenza il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, dr. Esposito, per l’onore che – con la sua graditissima partecipazione – ha voluto riservarci per il secondo anno consecutivo; 2. al Sindaco della città  capoluogo, dr. De Luca, ed a tutti i Sindaci intervenuti a questa cerimonia che, con i loro insigni gonfaloni, simboleggiano il ricco patrimonio storico e l’identità culturale dei 158 comuni della nostra provincia; 3.  al Prefetto Marchione che – grazie alla sua azione attenta ed equilibrata – ha saputo informare le sue decisioni ad una politica del coordinamento che ha sempre trovato pienamente concordi tutti i componenti del C.P.O.S.P.; al Presidente della Provincia, On. Cirielli, che come parlamentare, ancora prima che come Presidente della Commissione Difesa della Camera, ha dimostrato sensibilità per il territorio, interessandosi per far elevare ordinativamente la Compagnia di Nocera Inferiore a Reparto Territoriale Carabinieri; a Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita, Mons. Moretti, nostra autorevole guida spirituale; ai Parlamentari, agli amministratori regionali, provinciali e locali presenti poiché – espressione  democratica delle collettività che rappresentano – testimoniano, ancora una volta, quanto la gente – unica ragione della nostra esistenza istituzionale – ci sia vicina, ci sostenga, ci stimoli e ci incoraggi; al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, ai  Presidenti dei Tribunali ed ai Procuratori della Repubblica di Salerno, Nocera Inferiore, Vallo della Lucania e Sala Consilina, nonché a tutti i rappresentanti della Magistratura per l’attenzione e la sensibilità con cui – sempre nell’obiettività del giudizio – hanno valutato e valuteranno le risultanze delle nostre indagini; al Questore, ai Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco, ai responsabili delle altre Forze di Polizia e delle Forze Armate che nei quotidiani rapporti hanno sempre dato prova di convinta e leale collaborazione. La risultante di questo sforzo comune è una  moderna azione istituzionale, proiettata nel futuro, che investe anche sulla dimensione umana, attraverso il concorso alla costruzione di una solida coscienza civica delle nuove generazioni, da perseguire necessariamente sin dall’inizio del loro percorso educativo e formativo. D’altronde, già dagli albori della costituita Unità d’Italia e, costantemente, per tutti i successivi 150 anni, l’Arma Benemerita è stata impegnata non solo a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica della gente, ma – con quello spirito di servizio che rifugge da luci e ribalte – anche ad accompagnare il Paese nel suo difficile cammino di crescita civica, sociale ed economica, in un inscindibile connubio tra le vicende storiche della Nazione e la vita dell’Istituzione stessa. Consapevole di questo oneroso privilegio, l’Arma della Provincia di Salerno, sino all’ultimo Carabiniere in servizio nel più remoto angolo di questa terra, ha continuato a perseguire – con dedizione e sacrificio, anche negli ultimi dodici mesi – i responsabili di ogni forma di illegalità così come ad agire in soccorso dei cittadini in difficoltà. Questo annuale momento di incontro rappresenta la tradizionale occasione per fare il consuntivo dell’attività svolta nell’ultimo anno. E’ un bilancio che conferma il nostro forte impegno, da quasi 200 anni, nell’osservanza di quei valori senza tempo, di quelle regole di etica e di professionalità, assunto con il giuramento che suggella la nostra irrinunciabile identità militare e che sospinge il sacrificio e la passione, profusi nel raccogliere risultati ancora una volta di piena soddisfazione. Il capillare dispositivo territoriale, le cui basi sono costruite su quel senso di appartenenza che lega il Comandante ed i militari della Stazione al proprio territorio ed alla sua popolazione, si è confermato strumento info-operativo di immodificabile validità. Le stazioni, in particolare, sono il terminale avanzato di un’organizzazione territoriale, chiamata sì ad esprimere sempre più aggiornate risposte operative, ma che, alla base, non può prescindere, in ogni tempo ed in ogni luogo, dai tradizionali ed insostituibili strumenti di “prossimità”, funzionali tanto all’attività informativa quanto a rafforzare la sensazione di “sicurezza percepita” nel cittadino, che ha inteso mantenere un rapporto di privilegiata sintonia con l’Arma, e, per essa, con il suo presidio “simbolo”, che dopo due secoli rimane un bene indispensabile, una solida certezza e riferimento per la popolazione.Tale consapevolezza ha sospinto oggi non solo a conservare sapientemente, ma ad incentivare, il suo principale strumento di prevenzione e contatto, le pattuglie a piedi, comandate in tutti i centri abitati, ed il “carabiniere di quartiere” impiegato nel capoluogo ed in altri centri più popolosi, in correlazione con analoga proiezione da parte della Polizia di Stato. Alla crescente domanda di sicurezza si è risposto senza risparmio alcuno sui fronti, complementari tra loro, della prevenzione e della repressione. Il dettaglio completo dei risultati, conseguiti nel territorio della Provincia, sarà riportato dagli organi di informazione, ai quali ho già fornito il riepilogo – e che, ancora una volta, voglio ringraziare per la professionalità, la correttezza e la sensibilità sempre dimostrate – mentre ora mi preme sottolineare la valenza di quelli più significativi. Occorre preliminarmente evidenziare che la situazione della sicurezza pubblica in provincia ha registrato complessivamente un andamento soddisfacente, nella misura in cui – seppure al senso di sicurezza “percepita” si accompagni un allarme sociale non sempre aderente al dato reale – i fenomeni criminali sono rimasti contenuti rispetto ai dodici mesi  precedenti. Infatti, il totale dei reati commessi nella provincia di Salerno, nel periodo 1° maggio 2010 – 30 aprile 2011, è di  32.438 (con una diminuzione del 2,5% rispetto allo stesso periodo precedente). In particolare, si contano 6 omicidi rispetto ai 12 del periodo maggio 2009 – aprile 2010, nessuno dei quali però riconducibile a logiche di criminalità organizzata. Un accenno a parte merita l’uccisione del sindaco di Pollica, per il clamore che ne è conseguito e che ha travalicato i confini non solo provinciali, per la quale fervono incessanti e delicate indagini coordinate in prima persona dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Salerno, Dr. Roberti. Per gli altri delitti più gravi, riscontriamo un sensibile calo delle rapine (-5,6%)  e delle truffe (-18%), a differenza, invece, dei furti, per i quali contiamo un aumento del 5%, a fronte peraltro di un maggior numero di reati scoperti per i casi per i quali ha proceduto l’Arma, la cui attività di contrasto operata dai reparti del Comando Provinciale ha portato complessivamente alla denuncia di 10960 persone tra quelle in stato di libertà e quelle in stato di arresto, sostanzialmente in linea (+ 0,2% ) con i risultati ottenuti nello stesso periodo di riferimento precedente. Un discorso a parte meritano i fenomeni dell’usura  e delle estorsioni che  – se pure in calo, come denunce, il primo da 19 a 14 casi ed in aumento il secondo da 149 a 156 – fanno registrare un buon tasso di  “scopertura” – rispettivamente, del 27,3% e del 7,7% per gli episodi per i quali hanno proceduto i Carabinieri – il che sta a testimoniare che,  se c’è collaborazione da parte delle vittime, più concrete sono le possibilità di assicurare alla giustizia gli autori di questi reati.Una più incisiva collaborazione è richiesta anche per  arginare il purtroppo diffuso consumo di droghe, il cui acquisto da parte dei tossicodipendenti è spesso legato indissolubilmente alla c.d. “criminalità predatoria”  riconducibile a furti, scippi e rapine che tanta insicurezza ed allarme sociale destano tra la popolazione. Nello specifico settore (della lotta alla droga), in Provincia, l’Arma ha tratto in arresto 418 persone responsabili di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, segnalandone alla Prefettura altre 1984 per uso personale. Qualificati e di tutto rilievo sono stati anche i risultati conseguiti dai Reparti Speciali operanti nella provincia e, in particolare, dalla Sezione Anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale, dal Nucleo Operativo Ecologico, dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, dal Nucleo Antifrodi Comunitarie e dal Nucleo Ispettorato del Lavoro nei relativi comparti di specializzazione, costituiti nel tempo per  andare incontro a quelle istanze della società che – progressivamente estesesi dall’originaria richiesta di protezione dell’incolumità fisica e della proprietà privata – esigono ormai la stessa determinazione per la salvaguardia di un più ampio ventaglio di interessi pubblici, quali la sicurezza sui luoghi di lavoro, la salubrità dell’ambiente o la salubrità dei cibi. Prezioso è stato anche il supporto del 7° Elinucleo e del Nucleo Cinofili, entrambi con sede a Pontecgnano. Significativo è ricordare pure il ricorso alle misure di prevenzione sia personali che patrimoniali, che hanno portato, nel’ultimi dodici mesi, a proporre il sequestro di beni per un valore di oltre 11 milioni di euro. La confisca dei beni illecitamente acquisiti è un  obiettivo sul quale – anche su concorde parere dell’A.G.- bisogna concentrarsi con maggiore determinazione, perché l’accumulo di ingenti patrimoni inquina l’economia, altera la libera concorrenza, aumenta il pericolo di infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni. Concludo, sottolineando compiaciuto l’azione meritoria dei reparti dipendenti espressa anche nelle diverse attività investigative che hanno costellato l’anno trascorso, per ultime, quelle condotte – con il determinante coordinamento della D.D.A. di Salerno – in materia di estorsione, in un’area, quella dell’agro nocerino-sarnese, dove alla sensibile esposizione alle forme micro e macro-criminali si va via via contrapponendo una crescente fiducia nelle istituzioni e nella capacità delle stesse di ascoltare e tutelare il cittadino. Allo sforzo repressivo, si affianca la già richiamata azione preventiva, svolta, nelle rispettive giurisdizioni di competenza, dalle 3 Tenenze di Pagani, Scafati e Cava de’ Tirreni e dai 92 Comandi di Stazione, che annoverano, oggi, anche quella di  San Marzano sul Sarno, recentemente istituita per la necessità di potenziare il dispositivo territoriale nelle aree con particolari livelli di sensibilità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, allo scopo di elevarne le capacità di risposta operativa. In questo, il senso della nutrita presenza, al centro dello schieramento, di una rappresentanza di Comandanti di Stazione Carabinieri, ai quali mi rivolgo con grande considerazione per il fondamentale ruolo istituzionale svolto, chiamati a servire onerosamente la collettività, a volte anche dimenticando le offese, ma intervenendo sempre a testa alta contro i trasgressori della Legge, memori dell’ obbligo morale di essere innanzitutto “buoni cittadini” per operare da “buoni carabinieri”. Tutte le parti sociali e le istituzioni di una comunità contribuiscono con il loro agire a vivificare – come  con il cattivo esempio ad affondare – il valore della cultura della legalità, che, oggi, il cittadino di ogni ceto sociale invoca e guarda con l’ acquisita matura consapevolezza che senza di essa viene meno un fattore propulsivo di partecipazione democratica, crescita civica e progresso. L’illegalità si contrasta, in definitiva, non proclamandone il disvalore, ma combattendola tutti insieme, a partire dagli atti di vita quotidiana, agendo con autocoscienza e rispetto delle regole, nella società civile come dentro le istituzioni. Ben vengano, quindi, le iniziative delle amministrazioni locali che sposano, con convinzione e determinazione, obiettivi di legalità attraverso progettualità interistituzionali. Ed in questo settore, dobbiamo riconoscerlo, più di qualche sindaco (e, tra questi, quello della nostra città capoluogo) ha saputo individuare emergenze e priorità, integrando – peraltro con risorse direttamente disponibili, ma anche con una maggiore presenza e qualificazione della polizia municipale – l’attività di controllo del territorio predisposto dalle FF.P..Anche una parte del mondo imprenditoriale ed economico, del resto, ha saputo rispondere all’invito a rivestire un ruolo più attivo nella c.d. “sicurezza partecipata”. Così soltanto le politiche di sicurezza possono assumere dimensioni e proiezioni trasversali: un asse – dalle potenzialità ancora non del tutto espresse- che unisce, nell’interesse comune, privati e pubbliche istituzioni. Basti pensare ai protocolli di intesa in tema di usura ed estorsione con le associazioni produttive e di categoria, alle molteplici iniziative condivise con le amministrazioni locali per la sensibilizzazione e l’ orientamento delle fasce più deboli (gli anziani soli in particolare), circa i modi, subdoli e vigliacchi, di presentarsi della criminalità predatoria ed ancora agli incontri nelle scuole, per la formazione di una solida coscienza civica dei giovani e di uno spirito critico verso i fenomeni di maggiore rischio generazionale, come il consumo della droga, l’abuso dell’alcol e l’imprudenza alla guida. Al riguardo, mi preme ringraziare i dirigenti scolastici, i presidi e gli insegnanti di tutti gli istituti della Provincia, che continuano ad accogliere con entusiasmo il progetto “Cultura della legalità”, un convinto contributo che l’Arma dei Carabinieri – conscia dell’importanza della formazione dei giovani, linfa vitale della società del domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani – continua a portare nella scuola. Quanto più la società crede nel senso e nel valore condiviso della legalità tanto più sarà alta la qualità della convivenza,oggi , invece, minacciata e turbata non solo dalle insidie di una criminalità senza più confini, ma anche da disfunzioni che scuotono i livelli di  responsabilità decisionale ed attuativa delle scelte politiche operate, se, come già da qualche anno, si continuano a vivere con preoccupazione altre gravi emergenze; intendo riferirmi a quella ancora irrisolta del ciclo dei rifiuti ed all’integrazione degli extracomunitari, dove, in una, l’impegno civico del cittadino deve necessariamente coniugarsi con la capacità organizzativa degli enti che lo amministrano, mentre, nell’altra, una risposta efficace ricade solo su scelte sociali ed occupazionali di lungo respiro, quali condizioni indispensabili per crescere nella tolleranza e nell’accettazione reciproca. Sono questi gli impegni che la nostra generazione, nelle cui mani è riposto fiducioso l’onere di decidere e fare per il bene comune, deve assolvere con coscienza e sacro rispetto verso il vero grande patrimonio dell’umanità: i giovani, speranza di un futuro migliore, solo se saremo capaci di dare loro il giusto esempio e di assumerci le nostre responsabilità, anche quando richiedono sacrifici. Valori, consentitemi di ricordarlo, proprio oggi , nel terzo anniversario della sua tragica morte, che hanno nutrito ed in cui ha creduto convintamente, fino all’ultimo respiro, l’indimenticato ed indimenticabile giovane eroe dei nostri tempi, il Tenente Marco Pittoni, Comandante della Tenenza di Pagani, decorato di M.O.V.M. alla memoria, ucciso per vigliacca mano assassina da un rapinatore armato di pistola che – con eccezionale coraggio, altissimo senso del dovere e cosciente sprezzo del pericolo – aveva deliberatamente affrontato a mani nude all’interno di ufficio postale, pieno di inermi civili. Il corpo riposa in terra, ma la sua lezione di vita, tutta dedicata ai ragazzi, è scolpita nei nostri cuori, guida ed accompagna il nostro agire quotidiano, quale atto di fede per una società più giusta, dove la prevaricazione e la violenza sono schiacciate dalla pietra dei valori morali e della cultura della legalità, su cui costruire il futuro di una sana comunità.  E’ già una verità, d’altronde, che Comuni e Scuole sono giunti alla determinazione di intitolare all’eroico Ufficiale piazze, strade, istituti, aule, perché ovunque la sua immagine sia presa come insegnamento, affinché i giovani sappiano, capiscano come e quanto si può dare senza calcolo, con generosità, perché gli altri sopravvivano, perché la libertà e la legalità trionfino. A questa idea, alla speranza di riuscire a rendere in favore delle generazioni che verranno più libero e pulito il cammino del vivere civile, guardiamo con convinzione mentre operiamo in strada, prevenendo fin dove è possibile, reprimendo quando è dovuto. Ed è per questo che, ancora una volta, esprimo l’apprezzamento e la stima di Comandante ai miei Carabinieri, uomini e donne semplici, che dalla soddisfazione per aver ben vegliato sulla sicurezza di tutti e da un vostro sorriso compiaciuto traggono il premio morale più gratificante, come il più ambito dei riconoscimenti. Seguendo la lezione morale scritta nei nostri regolamenti e l’esempio dei nostri eroi, vogliamo, in definitiva, continuare a meritare di partecipare da protagonisti agli appuntamenti fondamentali della storia e della vita del nostro Paese, così come è stato dall’unità d’Italia all’integrazione europea.  Consapevoli della sensibilità verso gli evolutivi mutamenti sociali, ai quali abbiamo risposto attraverso trasformazioni ed adeguamenti progressivi, forti della duplice natura di forza militare e di polizia ad un tempo, da cui sono discese esperienze di missioni lontane dai confini della Madrepatria, abbiamo anche deposto l’emblematica “lucerna” per indossare i simboli universali dell’ONU in segno di pace e solidarietà umana, ma oggi come allora, mossi sempre dagli stessi valori del soldato e dalla fermezza propria di una forza di polizia, proponendoci quale modello di fedeltà, stabilità e lealtà verso lo Stato e le sue Istituzioni, per essere sempre più degni del nostro glorioso passato e delle nostre fulgide tradizioni. Viva Salerno e la sua provincia, per la cui affermazione tutti noi dobbiamo lavorare uniti; Viva l’Arma dei Carabinieri,Viva la nostra amata Italia. Occorre preliminarmente evidenziare che l’andamento della sicurezza pubblica in provincia ha registrato complessivamente un andamento soddisfacente, nella misura in cui – seppure al senso di sicurezza “percepita” si accompagni un allarme sociale non sempre aderente al dato reale – i fenomeni criminali sono rimasti contenuti od anche ridottisi rispetto ai termini numerici dei dodici mesi  precedenti. Infatti, il totale dei reati commessi nella provincia di Salerno, nel periodo 1° maggio 2010 – 30 aprile 2011, è di  32.438 (con una diminuzione del 2,5% rispetto allo stesso periodo precedente). In particolare, si contano 6 omicidi rispetto ai 12 del periodo maggio 2009 – aprile 2010, nessuno dei quali però riconducibile a logiche di criminalità organizzata. Un accenno a parte merita l’uccisione del sindaco di Pollica Vassallo, per il clamore che ne è conseguito e che ha travalicato i confini anche provinciali, per la quale fervono incessanti e delicate indagini coordinate in prima persona dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Salerno, Dr. Roberti. Per gli altri delitti più gravi, riscontriamo un sensibile calo delle rapine (-5,6%)  e delle truffe (-18%), a differenza, invece, dei furti, per i quali contiamo un aumento del 5%, a fronte peraltro di un maggior numero di reati scoperti per i casi per i quali ha proceduto l’Arma, la cui attività di contrasto operata dai reparti del Comando Provinciale ha portato complessivamente alla denuncia di 10960 persone tra quelle in stato di libertà e quelle in stato di arresto, sostanzialmente in linea (+ 0,2% ) con i risultati ottenuti nello stesso periodo di riferimento precedente. Un discorso a parte meritano i fenomeni dell’usura  e delle estorsioni che  – se pure in calo, come denunce, il primo da 19 a 14 casi ed in aumento il secondo da 149 a 156 – fanno registrare un buon tasso di  “scopertura” – rispettivamente, del 27,3% e del 7,7% per gli episodi per i quali hanno proceduto i Carabinieri – il che sta a testimoniare che,  se c’è collaborazione da parte delle vittime, più concrete sono le possibilità di assicurare alla giustizia gli autori di questi reati. Una più incisiva collaborazione è richiesta anche per  arginare il purtroppo diffuso consumo di droghe, il cui acquisto da parte dei tossicodipendenti è spesso legato indissolubilmente alla c.d. “criminalità predatoria”  riconducibile a furti, scippi e rapine che tanta insicurezza ed allarme sociale destano tra la popolazione. Nello specifico settore, in Provincia, l’Arma ha tratto in arresto 418 persone responsabili di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, segnalandone alla Prefettura altre 1984 per uso personale. Qualificati e di tutto rilievo sono stati anche i risultati conseguiti dai Reparti Speciali operanti nella provincia e, in particolare, dalla Sezione Anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale, dal Nucleo Operativo Ecologico, dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, dal Nucleo Antifrodi Comunitarie e dal Nucleo Ispettorato del Lavoro nei relativi comparti di specializzazione, costituiti nel tempo per  andare incontro a quelle istanze della società che – progressivamente estesesi dall’originaria richiesta di protezione dell’incolumità fisica e della proprietà privata – esigono ormai la stessa determinazione per la salvaguardia di un più ampio ventaglio di interessi pubblici, quali la sicurezza sui luoghi di lavoro, la salubrità dell’ambiente o la salubrità dei cibi.   Prezioso è stato anche il supporto del 7° Elinucleo e del Nucleo Cinofili di Pontecagnano. Significativo è ricordare pure il ricorso alle misure di prevenzione sia personali (anche i fogli di via obbligatori nei confronti di soggetti provenienti in genere dai comuni dell’hinterland napoletano) sia di natura patrimoniale, che hanno portato negli ultimi dodici mesi a proporre il sequestro di beni per un valore di oltre 11  milioni di euro. La confisca dei beni illecitamente acquistati è un  obiettivo sul quale – anche su concorde parere dell’A.G.- bisogna concentrarsi con maggiore determinazione, perché l’accumulo di ingenti patrimoni inquina l’economia, altera la libera concorrenza, aumenta il pericolo di infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni. Concludo, sottolineando compiaciuto l’azione meritoria dei reparti dipendenti espressa anche nelle diverse attività investigative che hanno costellato l’anno trascorso, per ultime, quelle condotte – con il determinante cordinamento della D.D.A. di Salerno – in materia di estorsione, in un’area, quella dell’agro nocerino-sarnese, dove alla sensibile esposizione alle forme micro e macro-criminali si va via via contrapponendo una crescente fiducia nelle istituzioni e nella capacità delle stesse di ascoltare e tutelare il cittadino. Allo sforzo repressivo, si affianca la già richiamata azione preventiva, svolta, nelle rispettive giurisdizioni di competenza, dalle 3 Tenenze di Pagani, Scafati e Cava de’ Tirreni e dai 92 Comandi di Stazione, che annoverano oggi, anche la recente istituzione della nuova Stazione Carabinieri di  San Marzano sul Sarno, aperta in attuazione del quadro di  determinazioni assunte dal Comando Generale dell’Arma per la razionalizzazione ed il potenziamento del dispositivo territoriale presente in aree con particolari livelli di sensibilità, sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, allo scopo di elevarne le capacità di risposta operativa.