Qui si fa l’Italia…scout

Un pallido sole, forse non ancora molto sveglio, accoglie nell’Oasi S.Michele a S.Maria la Nova di Campagna, un duecento tra lupetti e capi-educatori scout. Siamo nei Cento cinquanta anni dell’Unità d’Italia. Un’occasione da non perdere. Da Salerno, Cava, Minori e Amalfi:una pacifica invasione e una voglia di stare insieme, di fare unità. Qualcuno ha avuto difficoltà a trovare la strada giusta, ma è stata soccorso da…angeli motorizzati. Finalmente l’ora è scoccata e anche il sole, ormai sveglio, ha cominciato a scaldare i cuori dei lupetti. Sono giunti in mezzo a noi, con la macchina del tempo, Carlo Pisacane e i suoi patrioti. Abbiamo vibrato con loro, eravamo con loro sulle barche che sbarcavano a Sapri. Purtroppo, la propaganda borbonica ha infranto il loro sogno. Ma noi abbiamo capito il loro messaggio di combattere per la patria, per fare insieme l’Italia. Ci siamo divisi in 7 gruppi (Regno Lombardo Veneto, Regno di Sardegna, Stato della Chiesa, Regno delle due Sicilie, Ducati di Modena e Massa Carrara, Ducati di Lucca e Parma e Gran Ducato di Toscana). Ognuno con la sua coccarda, da veri patrioti, ci siamo allenati in giochi, pronti per dare tutto noi stessi per fare l’Italia unita. E ci siamo riusciti. Abbiamo messo insieme i vari Stati. Soddisfatti, abbiamo accolto Garibaldi e Re Vittorio Emanuele II che in quel di Teano hanno unito i loro sforzi. Ma mancava ancora qualcosa: Roma, la città eterna. Bisognava entrarci a tutti i costi. Il Papa, all’inizio, non era molto d’accordo, ma anche lui è stato convinto dalle nostre bombe (palloncini) d’acqua e le mura di Porta Pia sono crollate. Abbiamo fatto l’Italia, ma gli Italiani. Qualcuno potrebbe dire “addà passà à nuttata”. Ci vuole la voglia di lavorare insieme.  Noi ce l’abbiamo messa tutta, cantando ancora una volta l’Inno degli Italiani con la mano sul cuore. Poi,stanchi, ci siamo rifocillati. Aspettavamo anche i cavalli. Purtroppo,a causa di impegni non hanno potuto…cavalcare con noi. Per finire in gloria, abbiamo chiesto l’aiuto di Gesù che nella messa ha riscaldato il nostro cuore. Ci ha detto di lavorare insieme, di fare i “minatori”,cioè di scoprire le cose belle che ci sono in ognuno di noi. Abbiamo ricordato tutti quelli che in questi cento cinquanta anni hanno dato la loro vita per unire l’Italia. Ora tocca a noi. Tornando a casa,con la maglietta che ci ricorda questo giorno meraviglioso, vogliamo fare del nostro meglio per lasciare l’Italia migliore di come l’abbiamo trovata. Noi siamo pronti, da veri patrioti. I nostri capi, sicuramente, ci daranno una mano. Chi vuole venire con noi a “fare l’Italia”, bella che più bella non si può?

 

Un patriota (pof)