Notre Dame de Paris riprende il tour
E Notre Dame de Paris riprende il suo tour. Nel decennale, il melodramma firmato Cocciante-Plamonton, parte oggi dal Teatro Regio di Parma, per continuare a fasciare musica e poesia, nell’eterno dramma dell’amore. Su un Quasimodo che costituisce l’asse portante della fedeltà, celata dalla goffaggine all’ombra della Cattedrale frncese. E che lo mette in condizione di tutelare la gitana Esmeralda da ogni insidia. Una carrellata di personaggi, che dal solare Febo, scorrono nel romanzo di Victor Hugo, con l’unica pretesa di narrare l’eterna vittoria del bene sul male, dell’amore sulla violenza. Al di là di blandizie di sorta e di occasioni mancate. Il cantante di Bella senz’anima, dalla voce perennemente velata di melanconia, in Notre Dame crea un ulteriore salto di qualità musicale: il mix tra voci sincopate e scenografia, tra testi romanzati e battute crude, rende i due atti del musical irripetibili. Di qui le oltre mille repliche, gli unanimi consensi della critica anche oltre Oceano. E Notre Dame continua a proporsi, giammai ad imporsi, per quella seducente interpretazione degli stessi personaggi ottocenteschi, rivisitati da una cultura contemporanea che non riesce ad etichettare il tempo. A Cocciante, non manca l’arte di graffiare le emozioni: e lo fa quando sa dare a Quasimodo quel tocco giusto per far sì che la sua gobba assurga ad emblema di riscatto agli occhi della sua stessa amata. E proprio dalle campane, la festosità dell’annuncio: la proclamazione d’una vittoria non data per scontato, nell’incipit scenico: ad Esmeralda, la gonna da gitana, ornamento per un pudore che disarma lo stesso Febo e che si rivela vincente su ogni pretenziosa smania concupiscenziale.