Cava de’ Tirreni: Pdl sugl’ immigrati

  Alimentare la paura è troppo facile. Specie in una società come quella italiana odierna, che sembra aver perso tutti i suoi tradizionali punti d’orientamento, le sue certezze consolidate. Ai singoli non è rimasto più nulla: né ideologie politiche di riferimento, né credenze collettive stabili. Il ruolo della famiglia e dei genitori è divenuto residuale, la scuola ha perso la sua funzione formativa, la religione il suo alto senso di ammaestramento di vita non solo spirituale. Nel mondo del lavoro prevalgono competizione estrema e precariato. Le istituzioni appaiono lontane e la politica screditata insieme ai suoi politicanti da strapazzo. L’unico collante per gli italiani, ormai abbandonati a se stessi, resta lo strumento televisivo, che però unisce e in modo virtuale ed effimero “lascia ognuno nella sua solitudine e crea l’illusione di un sentimento condiviso. E’ facile – e magari anche elettoralmente parlando pagante – fare paura a Cava così mal ridotta, alimentarne gli incubi peggiori e le analisi latenti, sollecitare le frustrazioni.Difficile invece è governare e tenere a fermo questo gruppo di sentimenti e cattivi pensieri, che una volta liberati sulla scena pubblica una volta trasformati in pensiero collettivo dominante, rischiano di sfuggire di mano anche a chi ne ha fatto oggetto precipuo della sua propaganda elettorale. L’immigrato che ti piomba in casa, con la minaccia di tagliarti il lavoro e la borsa, dunque il sonno e la tranquillità, è il riassunto perfetto, la semplificazione più efficace, delle regole che da anni attraversa l’Italia e che più di altri attori politici la Lega ha cavalcato con spregiudicatezza ed efficacia.  Non che i timori dei cittadini, alle prese quotidianamente con i problemi di una difficile integrazione, vadano sottovalutati o biasimati alla stregua di una pulsione irrazionale, regolare i clandestini, l’immigrazione, qualunque cosa ne pensino le anime belle della sinistra o i cattolici troppo ispirati, è un problema che per sua natura genera allarmi e tensioni. Cava non può subire l’onda della clandestinità. Ne è a rischio l’immagine di isola felice, piccola svizzera. Il problema è quando, come appunto nel caso del Carroccio, la si agita come uno spauracchio, quando se ne amplifichino ad arte le dimensioni e le ricadute, invece di affrontarla con spirito pragmatico, con senso di responsabilità politica è con quel briciolo di cristiana pietà che la materia obbligatoriamente richiede. La vicenda di Lampedusa, che sta ormai volgendo al termine drammatico, se non interverranno decisioni rapide, è la prova di quanto sia facile argomentare ad uso del proprio elettorato, pensando al tornaconto che potrà venire quando si andrà alle urne, e quando si andrà alle urne, e quanto sia difficile, avendo cariche nell’esecutivo e obblighi istituzionali, operare a beneficio della collettività e del prossimo, cercando di conciliare l’utile e il giusto, il senso del dovere col senso di umanità. Il medesimo ministro oggi bussa con insistenza alle porte dell’Europa, affinchè quest’ultimo si assuma le sue responsabilità dinnanzi ad un problema tanto grande, che l’Italia da sola non può risolvere, figuriamoci un pugno di coraggiosi isolani. Ma anche in questo caso viene da chiedersi quanto sia legittima una simile pretesa, dopo che per anni l’Europa i leghisti l’hanno irriso o considerato un impaccio politico-burocratico, dopo che si è scelto di procedere in autonomia sulla via dei respingimenti dei clandestini naviganti: una politica efficace sul piano dell’immagine, ma di scarsa utilità pratica, se è vero che oltre l’ottanta per cento degli immigrati irregolari continua ad arrivare in Italia comodamente in aereo (magari con regolari visti turistici prima di inabissarsi nella clandestinità) o per via di terra. L’Europa sarà pure sorda e insensibile, ma ciò che oggi stiamo pagando è, per essere chiari, la scelta autarchica imposta al governo della miopia politica dei padanisti. Il dilemma della Lega e di Maroni in questo momento politico è molto serio, e bisogna trovare una soluzione a breve. Se l’onda umana dovesse avanzare senza freni, se la situazione dovesse sfuggire di mano, sarà facile per i leghisti presentarsi agli italiani dicendo: <<Noi l’avevamo detto>>. Ma da una forza di governo ci si aspetta che affronti il problema o che alimenti il caos? Se l’allarme di una invasione incontrollata dovesse rientrare, segno che la crisi è stata gestita in modo ordinato e con il concorso responsabile di tutte le istituzioni, loderemo il progmatismo e l’efficienza del responsabile del Viminale, gli chiederemo anche di risparmiarci gli scenari catastrofici, biblici con i quali ci ha sin qui turbato il sonno. Il dilemma è presto detto: vincerò la società legata al ruolo o la voglia di propaganda visto che due cose insieme non stanno .

avv. Alfonso Senatore

Un pensiero su “Cava de’ Tirreni: Pdl sugl’ immigrati

  1. Avvocato carissimo ma è stato il suo colonnello a creare allarme per il problema immigrati, dichiarando che la provincia di salerno non ne avrebbe accolto nessuno. Lo dica al suo comandante, conme fanno tutti i soldatini ossequiosi verso il loro superiore. Siete in uno stato confusionale abominevole

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