Napoli: studio perimetrale intorno all’incertezza

Quattro anime sopravvissute a se stesse che continuano a respirare tra le macerie di un’ennesima distruzione, muovendosi inconsapevolmente verso un germe di felicità. Studio perimetrale intorno all’incertezza parte da una domanda: cosa accade se a un certo punto, esperita ogni possibile apocalisse, si provasse ad abitare il vuoto lasciato dalla sparizione di ogni possibile conato di certezza? E se fosse proprio il bisogno di certezza l’origine di ogni forma di disastro?  La messa in scena si basa su una scrittura dell’ora in cui non c’è più scandalo, né stupore, né catarsi né paura immediata (resta quella mediata dai media e mercificata) in una parola: una scrittura dell’ora che non c’è più tragedia. Lo Studio perimetrale intorno all’incertezza diviene allora lo scavo archeologico intorno ad un’area di macerie di una civiltà che forse non è mai esistita e che forse un giorno, liberati dal bisogno di certezza, si potrà edificare, in stretta collaborazione tra uomini e dèi tutti, parimenti, corresponsabilmente. E studiare l‘incertezza – a cominciare da quella dell’attore – per tentare la distopica ricerca di un germe di felicità.