Somma Vesuviana: il mistero delle opere d’arte scomparse

Sonia Sodano

Il mercato nero è stato da sempre attratto dalle opere d’arte e soprattutto da quelle più prestigiose e di maggiore interesse pubblico. Su queste basi sembra fondarsi l’attuale incremento di opere scomparse. Si tratta in massima parte, per lo più, di reperti archeologici molto antichi. A Somma Vesuviana, nella provincia  di Napoli, per esempio, già qualche mese fa si è assistito al furto delle otto cinquecentine dal fondo letterario antico del comune, per non parlare poi della scomparsa di un capitello corinzio del II o III secolo d. C. dal sito archeologico della Villa Augustea. A tal proposito, ancora ci si interroga sulle modalità che i trafugatori hanno adottato per trasportare indisturbati, senza che nessuno notasse nulla, l’imponente reperto, pesante circa due quintali e posto su una colonna alta quattro metri. Tuttavia, la più recente tra le denuncie pervenute alle autorità locali ci porta a conoscenza di una terza tragica scomparsa. Questa volta ad essere oggetto delle bramosie criminali è stata la testa dell’Apollo risalente agli inizi del 700, posta sul corpo proveniente invece, dagli scavi pompeiani. La scultura di enorme valore storico, era da lungo tempo esposta in una nicchia di Palazzo Vitolo in piazza 3 Novembre. Secondo la testimonianza di un’inquilina, qualche tempo fa alcuni uomini muniti di corde e scala, avevano cercato di raggiungere l’Apollo posto a 3 metri di altezza. In quell’occasione però, i criminali fuggirono spaventati da chi aveva visto e replicato il loro atto. Il tutto quindi, si era concluso senza sporgere denuncia, però, adesso c’è chi se ne pente nel constatare che se ci si fosse mossi con la dovuta prontezza a quest’ora probabilmente la testa si troverebbe ancora sul rispettivo corpo. Quello che più fa rabbia e scuote il pensiero comune è il quasi totale disinteresse di molti cittadini nei confronti del patrimonio locale. È infatti, per questo motivo che i furti riescono ad essere attuati. C’è stata richiesta pressante da parte di molte associazioni agli enti pubblici di iniziare una campagna di sensibilizzazione, ma intanto tutto tace e la risposta si fa attendere.