La moralita’ del counselor

Giovanna Rezzoagli

Molte volte i Lettori avranno avuto modo di notare che la scrivente si qualifica “Counselor”, non tutti avranno avuto modo di confrontarsi con questo termine, che qualifica una nuova professione, emergente nel nostro Paese, ma affermata da tempo all’estero. Counselor è colui che sostiene e supporta Persone che vivano un disagio personale e/o sociale di natura non patologica, con il dovere deontologico di orientare i propri Clienti verso altre figure professionali qualora ravvisasse elementi che facessero ipotizzare possibili problematiche di natura psicopatologica. Mi permetto di proporre alcune riflessioni sul valore che la moralità acquista nel mio ambito professionale, ma credo che tali riflessioni siano ampliamente traslabili in qualsiasi contesto lavorativo e personale. Diventare Counselor in Italia non è particolarmente complesso, non essendovi una regolamentazione che metta ordine in un caos ed in un proliferare di corsi che troppe volte illudono e deludono. No, cari Lettori, non nascondiamoci dietro un velo pietoso. Basta pagare fior di rette, e prima o poi, un diploma non si nega a nessuno. Essere Counselor e credere in ciò che si è studiato e, si spera, posto in essere nel proprio vissuto, è tutt’altro paio di maniche. Essere Counselor in Italia oggi è estremamente complesso. Vittime di una cultura francamente povera, decisamente non in grado di comprendere l’apporto offerto dal Counseling. Vittime di un vuoto giuridico che mistifica e offusca la professionalità del Counselor, contribuendo a creare confusione con altre professionalità. Vittime di una crisi economica che mette in ginocchio chi, come la sottoscritta, si affaccia al mondo del lavoro “forte” solo di se stessa. Vittime di un nepotismo imperante, che si nutre dell’italico malcostume della classica mano che lava l’altra. Vittime di noi stessi, non sempre candidi e non sempre puliti dentro. In un’Italia vergognosamente vittima del continuo mercimonio tra soldi e potere, la moralità è quasi una sconosciuta. Per noi Counselors dovrebbe essere la veste del povero lunedì e della ricca domenica, l’abito che fa il monaco. Se abbiamo il coraggio e l’onestà intellettuale di guardarci dentro nel profondo, potremo capire per quanti denari siamo disposti a scendere a compromessi. Letteralmente. Se abbiamo un prezzo, ovviamente. Ciascuno di noi ha sicuramente un percorso travagliato fatto di spiegazioni, di chiarificazioni sul nostro ruolo. Molti di noi avranno ricevuto porte sbattute in faccia o sorrisini pieni di comprensione. Altri avranno avuto terra bruciata attorno, perché perfetti “Signori Nessuno”, privi di parentele o affinità in grado di creare terreno fertile. Nulla di nuovo sotto il sole, potreste obiettare, cari Lettori. Vero, verissimo. Se non fosse che noi Counselors siamo sotto la lente d’ingrandimento e la nostra integrità morale dovrebbe essere indiscutibile. Altrimenti, una mela marcia disonora la categoria. Una seria ed approfondita riflessione mi appare assolutamente necessaria. Diventare Counselor è una  cosa, esserlo è spesso ben altro. Mi chiedo, ad esempio, come sia possibile diventare Counselor se non si è in grado di rapportarsi con determinati possibili Clienti, salvo ovviamente cambiare idea se l’unico sbocco che si profila riguarda proprio la categoria verso la quale ci si trova in difficoltà. Come minimo si presenta un conflitto di natura etico-deontologica. E sì, cari Lettori, perché se è vero che ciascuno di noi è un essere umano con tutti i diritti di avere pensieri ed opinioni, è altrettanto vero che laddove non ci si senta autenticamente in grado di svolgere il proprio ruolo, ci si dovrebbe ritirare. Un esempio concreto: se io Counselor reputo che applicare il Counseling come metodologia di supporto a soggetti della terza età sia poco utile, dovrei eticamente astenermi dall’esercitare il Counseling Geriatrico. Dovrei. Dovrei, se possedessi una limpida moralità, lavorare innanzitutto sul mio disagio. Ciò che non mi dovrei permettere è saltare su quell’unico treno che passa grazie alla spinta di qualcuno che, seppur temporaneamente, conta… Essere Counselor in Italia oggi, adesso, proprio ora, significa, a mio avviso, fare tanta strada a piedi, consumare le suole delle scarpe, mangiare polvere, ma non dover mai scendere a miserevoli compromessi. Per noi stessi, per tutti noi.

10 pensieri su “La moralita’ del counselor

  1. Attenta riflessione la tua che mi trova indiscutibilmente concorde. La moralità non dovrebbe essere un optional in nessuno degli ambiti della nostra vita, sarebbe auspicabile utilizzarla sempre in quanto individui pensanti e dotati di raziocinio! Tuttavia essa viene meno in molti ambiti, nel counseling è però un elemento imprescindibile proprio per quella che è la natura stessa del counseling, come possiamo spogliarci del nostro percorso interiore, del nostro esperito per porci in una posizione di “Ascolto attivo” quando non abbiamo nemmeno il coraggio di fare i conti con la nostra moralità? Se ci vendiamo per meno di trenta denari al miglior offerente come potremo poi ascoltare scevri da ogni pregiudizio se non riusciamo neppure a guardare a noi stessi? Divenire counselor non è poi cosa difficile, basta un minimo impegno di energie un discreto investimento in denaro ed il titolo lo si ottiene, vivere ed essere couselor è invero difficilissimo come tu hai ben evidenziato in questa breve disamina!
    Grazie per l’opportunità che dai ad ognuno di noi di riflettere su un tema fondamentale quale è la deontologia.

  2. Cara Professoressa Parodi, tu che sei stata mia carissima ed attenta insegnante, sai molto bene cosa significhi “Deontologia Professionale”, ed è alla mia “vecchia” prof. che dico che a parole l’etica è il cardine cui dovrebbe ruotare l’intervento del counselor. Sappiamo entrambe molto bene che i cardini attorno ai quali ruotano gli ingranaggi ben oliati sono altri. Purtroppo. Da Amica, quale sei ora mia carissima, ti rispondo Cara Andrea che sai molto bene quanto le mie riflessioni siano pericolosamente scomode. Mi onoro, stupidamente od ingenuamente che dir si voglia, di non avere un prezzo. Se questo significa che nulla valgo o che nulla conto, pazienza. Questo per me significa soprattutto essere me stessa, nel bene o nel male. Grazie per la tua amicizia, per me preziosa.
    Giovanna

  3. Intanto complimenti per l’articolo, Dr.ssa Rezzoagli, che condivido e sottoscrivo. Poche parole per dirle che sembra quasi che noi Counselors (di diversi orientamenti), volessimo disarcionare altre professioni esistenti e normate, assolutamente no, anzi, come ben sa e ha ricordato, saremmo i primi ad indirizzare, nel caso ci fosse necessità, i clienti verso le professioni più adeguate alla loro patologia, perché noi Counselors, di patologie non ci occupiamo, ma abbiamo, laddove appunto adeguatamente formati e sensibilmente deontologici, gli strumenti per poter portare avanti una relazione d’aiuto di natura “esistenziale” che possa fattivamente aiutare una persona che si trova, in un dato momento, in empasse.
    Speriamo presto che anche in Italia la nostra professione (riconosciuta nella maggiorparte dell’Europa e negli Stati Uniti), venga riconosciuta e normata, perché siamo i primi a non amare questo limbo legale al quale ci hanno relegato. Mi meraviglia il fatto che il MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca), istituisca in vari Atenei italiani, Master Universitari post-lauream, come quello che ho conseguito io ad es., in Counseling e di contro, veniamo quasi tacciati di ILLEGALITA’!!! Non è una contraddizione?
    La ringrazio per questa sua testimonianza scritta che spero possa essere di sprono a chi ancora ci guarda con sospetto o peggio dall’alto al basso.
    Francesco

  4. Carissimo Collega, La ringrazio sentitamente per l’intervento, che valorizza il mio articolo. Noi Counselors siamo il perfetto esempio delle molte condraddizioni italiane, ma poiché siamo in pochi, non importa quasi a nessuno. Io non sono laureata, non sono dottoressa, sono un Counselor con specializzazione in Scienze Sociali e in Psicodinamica, ho al mio attivo tre lavori sulla Relazione d’aiuto singola e di gruppo nella terza età, per moltissimi non sono proprio nessuno. Chi sceglie questa strada lo fa a suo rischio e pericolo, ma quando vi è onestà e serietà, si va ovunque. Dalle mie parti il treno cui faccio riferimento alla fine del mio articolo è deragliato, meno nepotismo in giro, per il resto staremo a vedere.
    Grazie infinite per il Suo commento, che mi fa sentire meno sola.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

  5. Cara amica Dottoressa Giovanna, Ho letto con attenzione il suo ottimo articolo, e le porgo i migliori complimenti, se non altro per la schiettezza con la quale si è espressa per condurci meglio a comprendere quale sia il vero scopo della funzione di un counselour..
    Credo anch’io che la deontologia sia una materia fatta di precise regole sociali e che, senza di esse non si può parlare di morale professionale.
    Il suo generoso pensiero non è per niente offuscato da preamboli inutili, ma è fresco come l’acqua di sorgente.
    E’ proprio vero: La morale professionale non ha un prezzo, e non ha un prezzo neppure per tantissime persone nette ed oneste fino al ridicolo. ( credo di essere anch’io uno di quelli).
    La moralità, secondo il mio modesto pensiero, non è un dono, ma è un dovere che ogni uomo, ricco o povero che sia, deve avere a portata di mente. Su questo non ci possono essere compromessi: Bisogna sempre seguire le regole della moralità. Punto e basta.
    Quindi , cara dottoressa Giovanna , La sua professione è a l’avanguardia su tali principi ed io l’ammiro e la rispetto per quello che fa a favore dei deboli, ma mi auguro che, quanto prima , il governo riconosca in piena regola tale grandioso operare. Auguri e grazie per quello che fa a favore di chi cerca aiuto. Brava .

  6. Carissima Collega, mi scusi per l’averLe dato della Dr.ssa senza prima sapere. So quanto lavoro, studio, sacrificio c’è in ciascuno di noi che per aver scelto la strada delle relazioni d’aiuto ci siamo trovati in un vicolo quasi cieco perché, se da un lato sono la naturale evoluzione della abozzata psicologia di inizi novecento, interagendo con altre discipline pre-esistenti quali ad es.: la Filosofia, la Pedagogia, la Musica, le Arti Visive, il Teatro ecc ecc; dall’altro lato viene “osteggiata” in quanto non normata ed ufficializzata ancora, in Italia!
    Io ho conseguito la laurea (vecchio ordinamento) in Filosofia e quindi ho cominciato ad interessarmi di Pratiche Filosofiche e di Relazione d’Aiuto. Ho Conseguito un Master Universitario in “Counseling and Coaching Skills” e sto frequentando un altro Master in “Psicologia Transpersonale”, questa è la dimostrazione che noi “Counselors” (nella fattispecie io sono un Counselor Filosofico), non temiamo il confronto, l’approfondire ed incontrare altre discipline, non sempre purtroppo si può dire lo stesso del contrario.
    Gradirei, se Lei gradisse, restare in contatto con Lei. Sto preparando un articolo sul Counseling.
    Ho un blog, dove potrà trovare tutti i miei contatti e le mie iniziative.
    link: http://vitafilosofica.blogspot.com

    Cordialmente
    Francesco Iannitti

  7. Al mio carissimo Alfredo, dico grazie, perché le Sue parole, per me sempre piene di affetto, sono un balsamo che cura tante ferite. Al mio felicemente trovato Collega, Dottor Iannitti, rispondo che non ha nulla di cui scusarsi, ci mancherebbe altro. Io sono stata Assistente Socio Sanitario, nel contempo ho intrapreso gli studi per diventare Counselor. Oggi, dopo aver ben compreso che bisogna necessariamente costruire la cultura che sottende il nostro lavoro e portarla nel concreto, tento di avviare la nostra professione con un mio studio privato a Rapallo. Non mi vergogno di ammettere che al momento il mio studio esiste solo sulla carta, perché nessuno si è mai presentato per richiedere consulenza a pagamento. Ricevo invece tante soddisfazioni dal volontariato, sono infatti cofondatrice dello ” Sportello Counseling”, che affianca il “Tribunale per i Diritti del Malato” nella sede di Sestri Levante, e di quello presente a Chiavari nella sede di Cittadinanzattivaliguria. I Clienti ci sono, costano tempo e fatica, ma regalano vita. Poi ci saranno presto altre novità…
    Caro Collega, ecco il mio sito Internet: http:// http://www.foglidicounseling.edu.tf , sarebbe un onore ricevere un Suo contatto. L’evidenza di esserci incontrati su “dentroSalerno” testimonia l’apertura mentale di chi lo dirige e ospita i miei scritti e questi commenti.
    Grazie a tutti
    Giovanna

  8. mi scuso per aver inserito il link al mio sito con un errore di battitura.Ecco il riferimento corretto: http://www.foglidicounseling.edu.tf
    questo sito è nato per far conoscere il counseling e per agevolare coloro che vogliano scambiarsi esperienze sul counseling, nel rispetto di tutti.
    grazie a tutti
    giovanna

  9. Sono nuova da queste parti… ma grazie per il link. Ho guardato il sito foglidicounseling e l’ho trovato davvero interessante.
    Ancora grazie e i migliori saluti
    Martina

  10. Gentile Martina, la ringrazio. Fogli di Counseling è aperto a tutti, nello spirito del Counseling che si fonda sull’accettazione, sull’autenticità e sul rispetto di ciascuno.
    Grazie.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

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