Ritratti Africani: venditrici di arachidi

 Padre Oliviero Ferro

Ogni volta che andavo alla Posta, nella città di Bafoussam (Camerun), mi fermavo sempre vicino a delle mamme che vendevano le arachidi tostate e zuccherate. Confesso che le cose dolci mi piacciono troppo. Ma quelle arachidi (diciamo i nostri croccanti) mi attiravano troppo e cedevo sempre alla tentazione. Non costavano molto, ma davano un aiuto a quelli che le avevano preparate. Erano buonissime. Certo, i denti, a furia di masticarle, cominciavano a lamentarsi, ma il gusto di averle in bocca superava questo problema. Ma dato che ero curioso, mi sono informato su come venivano preparate. Dopo che erano state raccolte nei campi e messe a seccare al sole, venivano messe in padelle sotto il fuoco. Si mescolavano con lo zucchero che si integrava con loro. E poi, diventando un blocco unico, venivano vendute lungo le strade. Era un modo molto semplice, non solo per le mamme, ma anche per i ragazzi per farsi un pochino di soldi per le spese di ogni giorno. Un cartoccio costava 25 franchi, insomma pochi centesimi di euro. E ogni volta che passavo in auto, mi fermavo volentieri. Io appagavo il mio desiderio di…dolcezza e davo un aiuto semplice a chi cercava di darsi da fare per la vita di ogni giorno.