Salerno, Berlusconi sindaco?

 

Michele Ingenito

Sarà una sensazione sbagliata, ma l’assenza della ‘dimissionaria’ Mara Carfagna alla due giorni dei democratici cristiani di Giovanardi sancisce in via definitiva il passaggio all’altra sponda del Rubicone. Non solo e non tanto perché è a dir poco insolito che, in una manifestazione di così alto profilo politico-istituzionale, con tre ministri su quattro presenti (Fitto, Gelmini, Rotondi di regioni e province diverse), tre sottosegretari di stato (di cui uno alla Presidenza del Consiglio), del Presidente della Regione ospitante Caldoro, dei due capigruppo del PdL al Senato e alla Camera (Gasparri e Cicchitto) e di tante altre personalità presenti a vario titolo (Barbieri, Borea, Compagna, Cutrufo, ecc.), colei che in un certo senso avrebbe dovuto rivestire il ruolo di madrina della manifestazione e padrona di casa, ha avviato le procedure non solo formali, ma anche sostanziali, del suo abbandono annunciato a tre poltronissime tutte insieme: Partito, Camera, Governo, cioè al potere. Roba mai vista nei palazzi ambitissimi della politica italiana. Decisione che lascerà certamente stupiti, positivamente, gli italiani, beneficiari di una notizia in diretta. Il riferimento esplicito del Ministro delle Pari Opportunità – l’unico – alla presenza di “bande” esistenti nella Regione Campania, “bande” in litigio tra loro e incapaci di risolvere i problemi più urgenti e, perciò, responsabili della sua fuga da un sistema evidentemente corrotto, fa tirare, a prima vista almeno, un respiro di sollievo alle persone cosiddette perbene, a tutti coloro che auspicano una maggiore pulizia nei palazzi del potere, a coloro che guardano alla politica in maniera ideale e disinteressata. Saranno gli eventi dei prossimi giorni o dei prossimi mesi a fare chiarezza definitiva su un colpo decisamente basso, secondo la comprensibile chiave di lettura dell’altra parte, dei diretti interessati, cioè: di Berlusconi e del PdL al completo. Per il primo Mara non è più Mara, ma la “signora Carfagna”. Bocciatura secca. Per gli altri, Caldoro ad esempio, così come per la Gelmini, è ancora Mara,. Cioè un bravo ministro che ha lavorato bene e che auspicano possa rivedere la sua decisione e rientrare nei ranghi. E veniamo agli interventi di ieri. Tutti appassionati, tutti nel richiamo dei grandi valori cristiani, in più di un caso nostalgici al pensiero delle origini comuni, della vecchia e per qualcuno (Rotondi) nuova DC. Quattro sono stati, tuttavia, gli oratori che hanno attratto la platea: in ordine di intervento, il Presidente della Giunta della Regione Campania Stefano Caldoro, l’attuale Capo dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e già senatore Leo Borea, il Ministro Gianfranco Rotondi e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader dei democratico-cristiani del PdL Carlo Giovanardi. Caldoro, che ha rivendicato i valori delle proprie origini socialiste, ha chiarito i termini di una questione che obiettivamente lascia stupito e incredulo il paese. La spazzatura di Napoli e dintorni. A nostro avviso una vergogna assoluta, un quadro apocalittico indegno di una civiltà antica e moderna, una triste, tristissima realtà di cui, secondo Caldoro, è responsabile il governo regionale uscente. Senza proclami e senza trionfalismi Caldoro non ha nascosto la difficoltà di una soluzione a breve del problema; anzi, ha precisato che prima di qualche anno la normalità non può essere garantita. Borea, a sua volta, si è chiesto come mai il problema di Napoli non possa essere risolto con un sistema diverso rispetto a quello previsto in Italia; ricorrendo, cioè, alla tecnologia TOR inventata dagli italiani e di cui si avvalgono perfino i tedeschi per uno smaltimento immediato che non necessita di stoccaggio e di altre lunghe procedure. Sul piano politico locale l’autorevole esponente e leader provinciale dei democratico-cristiani del PdL ha rivendicato i notevoli risultati elettorali conseguiti dal suo gruppo e che, nonostante tutto, non è stata rappresentata nelle giunte provinciale e regionale. A tutto vantaggio di un UDC che, pur essendo fuori dalla coalizione di governo, vanta una significativa presenza in quelle stesse giunte. Quanto alla città di Salerno, Borea ha preso atto della presenza di grandi gruppi imprenditoriali, citando, ad esempio, quelli che fanno capo ai Caltagirone e ai Mezzaroma, a testimonianza dell’importanza delle gigantesche opere da realizzare nel breve futuro. Proprio per questo, mormorava qualcuno nell’affollata sala, la Carfagna sarebbe stata (potrebbe ancora in verità) la candidata ideale da contrapporre al fortissimo candidato uscente Vincenzo De Luca. Un autorevole personaggio politico presente si è lasciato sfuggire una promessa. “Dirò a Silvio di candidarsi lui!” Il ministro Rotondi ha rilanciato storia e tradizione della democrazia cristiana, l’esigenza che gli attuali gruppi di comune ispirazione possano quanto prima ritrovare la propria identità riunificandosi nella prospettiva del rilancio di un’area, il cui leader incontrastato è e resta comunque Silvio Berlusconi. Sarà un caso, ma giorni fa circolava la voce attribuita al Cavaliere secondo il quale già si penserebbe alla rifondazione del partito e al nuovo nome da attribuirgli.Lucido e autocritico, Rotondi ha ribadito con toni forti l’esistenza di una vecchia DC a sua volta malata, non del tutto lucente, che molti danni ha portato e che vede ancora oggi tanti terremotati del disastroso terremoto del 23 novembre 1980 risiedere nei container. Diversamente dagli abitanti dell’Aquila già sistemati dal governo-Berlusconi in abitazioni comode e confortevoli.Ha concluso i lavori Carlo Giovanardi. Fermi i richiami ai valori della famiglia, della lotta alla droga, alle adozioni a distanza, all’impegno per i giovani e per il loro impegno nel servizio civile. Non sono mancati i riferimenti storici alle brutalità del comunismo stalinista e del fascismo schierato contro gli ebrei. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ricordato altri problemi a proposito degli emigrati nel nostro paese. La denatalità rischio di invertire il rapporto degli abitanti da qui a cinquanta anni, a tutto vantaggio delle migrazioni sul nostro territorio. Con un prevedibile ribaltamento a sfavore dell’Italia nel campo della sua stessa civiltà, delle sue tradizioni, della sua storia. Da qui la proposta di un emendamento legislativo che estenda alle famiglie più numerose il sostegno dello stato. Giovanardi ha poi rimproverato Mara Carfagna per il mancato impegno sul proprio territorio, un critica indiretta ma palese per la sua assenza ai lavori del convegno. Secondo il leader dei democratico-cristiani del PdL le elezioni sono praticamente alle porte. Lo scenario prefigurato riguarda l’esistenza di tre gruppi al nastro di partenza: PdL, PD, Nuovo Gruppo facente capo a Casini, Fini, Rutelli, ai quali aggiungere l’IDV ed altre realtà di minore peso politico. Una sfida annunciata, una nuova grande battaglia da proporre e combattere nell’interesse del paese e soprattutto dei giovani.

 

 

2 pensieri su “Salerno, Berlusconi sindaco?

  1. i direi che e’ una fuga dalle proprie responsabilita’. piu’ che bella figura e’ a mio avviso una figuraccia come quella di fini .tradire e’ sempre vergonoso .

  2. Io sono dell’avviso che non bisogna mai demordere. Dare le dimissioni da un ruolo di sì grande prestigio e responsabilità, significa fare il gioco di coloro che esasperano per non avere fastidi. Mara rappresenta le Donne nel mondo e la Campania, perchè arrendersi? Deve lottare, lei ha voce in capitolo, non può tradire l’elettorato. Ci vuole polso e decisione, non piegarsi dove spinge il vento, ma sfidarlo.

I commenti sono chiusi.