Salerno: senza casa, affidata alla strada

Rita Occidente Lupo

Storie al bivio, tra l’indifferenza e lo scaricabarile. Quella di L., una favola metropolitana: la clochard che tutti conoscono, per la sua evidente mole che non passa inosservata e che nessuno riesce a collocare da alcuna parte. La sua stazza, da donna cannone, le rende difficoltosi i movimenti più banali. Quarantatrè primavere, trascorse in gran parte in strada. Sua patologia, quella di cercare affetto e di non abiurare giammai all’amore. Quello che l’è mancato nella famiglia d’origine, dinanzi ad una madre autoritaria, poco incline alle coccole, ma più propensa alla rigiditá. La sua casa viaggiante, smistata in diversi trolley, a spasso con disinvoltura. Sotto gli occhi curiosi di tanti, che ormai l’apostrofano in mille modi, tra le panchine di fortuna ed i ricordi che scuce, bypassando la diffidenza, con chi non la prende in giro. Che le offre una corda amicale, per non farla sprofondare in quel deserto di solitudine che la perseguita. Più volte contattata dai servizi sociali, altrettante respinta da una collocazione in struttura residenziale. Pretestuosamente, il suo, un “caso difficile”. Dinanzi al quale la stessa famiglia d’origine, madre invalida e figlio anche affidato alle sbarre, fratello professionista e figlia sottrattale dal Tribunale dei minori in passato, non ha ancora esperito soluzione. • In tanti, a volte, a provar compassione dinanzi alla sua condizione, completamente affidata al caso: che, a volte, la sospinge anche a notte fonda nel suo costante girovagare. In pochi, ad aver finora effettivamente provveduto a lei. Perché, al di lá delle pie intenzioni, resta il fatto che L. ha bisogno d’un alloggio in cui accudirsi e lavarsi.