Un passo indietro

Alessio Ganci

Corsi per imparare a scrivere in Italiano basico? Oramai non ci si stupisce più di nulla. Al centro del mirino, tanto per cambiare, è il cosiddetto linguaggio “burocratese”. Accusato di essere troppo “difficile” per la comprensione, il linguaggio burocratico viene considerato come una piaga da eliminare, in nome della chiarezza. Il progetto, finanziato dall’Accademia della Crusca e dall’Università di Firenze, comprende dei corsi per “insegnare ai burocrati a scrivere in Italiano più semplice”. Un passo avanti? Evidentemente, per la maggioranza di giornalisti e persone. Tuttavia non si capisce molto bene che cosa sia il linguaggio burocratico. L’ultima notizia del TG3 presenta esempi di parole burocratiche quali “obliterare” o “erogare”. Termini che sono regolarmente parte della lingua Italiana, termini atti a delineare uno specifico significato ed uno specifico contesto amministrativo. Quindi la gente, quando riceve un messaggio sul cellulare con scritto “le abbiamo erogato … Euro di credito”, non riuscirebbe a comprendere il significato di “erogare”?  Per sanare il “problema”, bisognerebbe scoprire come sostituire la parola in oggetto: la parola “accreditato” può essere un inizio, ma temo che sia considerata pur sempre burocratica. Quindi, bisognerebbe “riscrivere” tutte le parole adatte allo specifico significato, per “semplificare la vita” alla gente,  ad esempio bisognerebbe scrivere “le abbiamo dato … Euro di credito”? Un progetto all’insegna della povertà di linguaggio e di lessico, l’ennesima goccia del degrado culturale, aggravato dal coinvolgimento di una tra le Accademie più antiche d’Italia: l’Accademia della Crusca di Firenze. A scuola non ci devono andare i burocrati, che scrivono in Italiano corretto, ma la gente che sa a malapena i lemmi base dell’Italiano. È proprio vero, troppo Facebook fa male (la stessa Accademia ha un profilo sul social-network)…