Napoli: Laboratorio antiteatrale – Rampe Siani

 Il laboratorio antiteatrale propone un avvicinamento ai modi della rappresentazione per strade non convenzionali. L’idea di fondo che muove questo tipo di lavoro è che in teatro dovrebbe accadere in maniera compiuta, sincera e nitida, ciò che nella realtà distratta del quotidiano accade in modo approssimativo, opaco e confuso. Se dunque il teatro è – talvolta – un processo di falsificazione, l’antiteatro è un processo di sostanziale sincerificazione, che inoltra ad una graduale ri-conquista di ciò che per ciascuna persona è profondamente essenziale: la possibilità di “leggere” e “lasciarsi leggere”, di “commisurarsi”, di essere nell’appropriatezza delle situazioni in cui si è chiamati ad agire quotidianamente. Per questo motivo il Laboratorio antiteatrale si rivolge non solo a chi vuole “fare” l’attore ma anche a chi intuisce, nell’attività teatrale, una possibile palestra per allenare le proprie capacità percettive, per guadagnare la “tonicità” delle proprie attitudini espressive o anche per cimentarsi nel modellamento di sé in relazione all’altro. L’attività “antiteatrale” proposta dal laboratorio orienta verso la ricerca di un “centro di levità transeunte” da cui partire per to play (giocare? Suonare? Recitare? Cantare?) le “carte” di cui ogni persona dispone. Il tutto, nella cornice di una visione “ecosistemica” delle relazioni umane. Data la sua peculiarità, il Laboratorio antiteatrale propone non “materie d’insegnamento”, ma “antimaterie” di apprendimento/insegnamento, partendo dall’idea che ogni processo conoscitivo organico non può separare l’apprendimento dall’insegnamento, esattamente come nel respiro, inspirazione ed espirazione costituiscono due momenti diversi ma complementari di uno stesso processo. Le antimaterie proposte dal laboratorio come terreno di ricerca si moltiplicano in fieri, anche in relazione a ciò che emerge, di volta in volta, all’interno delle sessioni di lavoro. Per un primo orientamento, si indicano di seguito le “antimaterie” pratico/teoriche già attivate durante i precedenti anni laboratoriali:

La destrutturazione del gesto quotidiano e la sua ricomposizione

·          Gli assiomi della pragmatica della comunicazione umana

·          L’attenzione verso l’altro e il decentramento da se stessi

·          L’esplorazione delle possibilità vocali

·          Le trasposizioni dal verbale al non verbale

·          L’esercizio del “ridicolo”

·          La trasformazione energetica del “tallone d’Achille”

·          Lo smantellamento della “corazza invisibile”

·          La rimessa in gioco dell’istinto e dei riflessi

·          La fuga dalla “ruota dei calci” e dagli automatismi di risposta

·          La strategia dello stupore

·          Le curve musicali del parlato

·          Analisi e interpretazione dei sottotesti e delle intenzionalità nelle relazioni

·          Fisiologia della respirazione

·          Dizione e antidizione

·          Le interpunzioni paraverbali e non-verbali

·          La risposta organica nella gestione dell’imprevisto

·          Analisi e interpretazione del brutto e della volgarità

·          Il principio dell’eleganza e dell’ineleganza, con le loro possibili espressioni

·          Il contatto con l’altro da sé ed i propri sé inespressi

·          Training del corpo onirico in relazione a quello fisico

·          “Repetition game”

Per coloro che intendono sostenere gli esami di ammissione c/o le Scuole italiane di teatro (Accademia S. D’Amico, Piccolo di Milano, Stabile di Genova e istituzioni analoghe) il laboratorio può strutturare – ove se ne rilevino i presupposti – percorsi di preparazione individualizzata, da definire in relazione alle peculiarità degli aspiranti attori.