Colpi di sole all’ufficio “Sinistri”

Antonio Pirpan

Ero passato in Agenzia per effettuare il versamento della rata della polizza auto. All’intero, aria greve e monotonia. Giro lo sguardo intorno; c’è molta gente che chiacchiera e si muove in continuazione,  provocando alla fila l’effetto”fisarmonica”. Con voce severa, interviene l’usciere: “Per favore, allineatevi in ordine alfabetico, secondo l’altezza”. Vado in confusione e comincio a sudare. Di fianco, c’è lo sportello dell’Ufficio Sinistri e, dietro il vetro, il funzionario rivolto al cliente di turno che ha il collo piegato e l’orecchio quasi all’altezza del piano di scrittura per non perdere nemmeno una parola di quanto l’altro dice. “Compili questo modulo e faccia attenzione alle risposte che dà”. E qui ti voglio. Perché, con un balzo della memoria, mi sono ritrovato indietro di molti anni, in una calda giornata di agosto, quando andai a denunciare un incidente che mi era capitato all’uscita della tangenziale. Ricordo che prima di me c’era un signore magro e calvo, alle prese con le domande che gli rivolgeva a raffiche l’ingegnere della Motorizzazione. Tento un riassunto. –  Cognome e nome. “Coperchio Pasquale, con la ‘o’”. –  Nato? “Sì”.  – Intendevo dire dove e quando. “Già. A Roccacannucia, dopo la mezzanotte del trentuno dicembre 1936”. – Dove abita?   “Ho cambiato indirizzo, adesso abito accanto a dove stavo prima”. – Luogo dell’incidente?   “Sedile anteriore destro”. – Data dell’incidente? “ Venerdì prima di martedì”. L’ingegnere abbozza un sorriso  tra i denti e a me sta per sfuggire un rutto –   Stato di famiglia?  “Sono sposato da undici anni con una bambina di sei”. –  Mi descriva per sommi capi la dinamica dell’incidente. “Non ho visto arrivare l’auto e, quando l’ho vista non ho visto altro, Subito dopo, un pedone mi è venuto addosso ed è scomparso sotto la vettura”. –   E poi?  “L’ho rivisto passare tra due file di auto ferme. Camminava svelto”. -A lei cosa è successo dopo la collisione?  “Mi sono trovato a sedere davanti al retro della mia auto”. A questo punto, il funzionario ha una impennata altamente comunicativa, e dice con un sospiro: – Signor Coperchio, vedo dalla cartella che lei è incline agli incidenti. “E’ vero, signor ingegnere, ho avuto tre sinistri in quattro mesi, ma voi sapete che sono un buon cliente”. Stupefacente! Intanto, è arrivato il mio turno e la voce dell’impiegato mi riporta al presente. Si vede che ero ancora sotto l’effetto della suggestione, perché c’è mancato poco che chiedessi al vicino di fila se mio fratello, che non è mia moglie e non è mio figlio, può guidare la mia automobile.