La continua crescita della disoccupazione Giovanile ed un futuro incerto

Alfonso Angrisani

Gli ultimi dati Istat hanno fotografato una scena davvero raccapricciante della situazione economica Italiana, dove   un giovane su quattro è senza lavoro per le fascia d’età compresa dai 15 ai 24 anni il tasso di disoccupazione sfiora pressappoco il 30%, attestandosi al 26,8%,  I disoccupati giovani in Italia complessivamente ammontano ad circa l’8,4% , bollettini di guerra, che  tendono ogni anno ad aumentare, sono circa dieci anni che in Italia i disoccupati under 40 aumentano sempre di più, il tutto è dovuto principalmente a tre fattori di primaria importanza 1) la crisi economica che ha fatto collassare l’economie tradizionalmente forti come USA, Regno Unito, Francia, Germania, Giappone, 2) Lo sviluppo economico dei paesi emergenti come La repubblica Popolare Cinese, India, Brasile, Indonesia, 3) La pressione fiscale che colpisce soprattutto le piccole e medie imprese. a questi fattori che sono stati riconosciuti dagli  economisti tradizionali, in Italia si registra da circa tre lustri una incapacità del legislatore Italiano  a modificare il diritto del lavoro, mettendo in primo piano i diritti del lavoratore soffermandosi in maniera particolare sul giovane che si affaccia sul modo del lavoro, si è preferito accontentare alcuni poteri che dietro il confezionamento di alcune tipologie contrattuali denominate flessibili hanno fatto il loro interessi .tutto questo spettacolo è avvenuto sotto lo  sguardo assente ed ignavo del sindacato che si è limitato a gridare le rivendicazioni soltanto nella piazza. Mi  preme precisare che suddetta nota, non vuole diffondere valori come il disfattismo e non è legata a nessuna matrice politica di nessuno schieramento . è opportuno focalizzare l’attenzione sul D.lgs 276 /03 che ha modificato strutturalmente il mercato del lavoro prevedendo oppure innovando alcuni contratti di lavoro: dalla somministrazione all’apprendistato, al contratto di lavoro ripartito al contratto di lavoro intermittente, o al lavoro accessorio e al lavoro occasionale,  il contratto a progetto,  tutte forme che dovevano contrastare l’accentuarsi della disoccupazione invece hanno agevolato il grande gruppo industriale oppure la società per azioni dedita al commercio di beni o servizi ( Grande distribuzione )Soffermandoci su alcuni istituti giuridici possiamo trovare riscontri oggettivi immediati. Prendendo ad esempio il contratto di apprendistato consiste nel contratto di lavoro, mediante i l quale  datore di lavoro si obbliga nei confronti del lavoratore non solo al pagamento della retribuzione per l’attività svolta ma anche a garantire all’apprendista una formazione professionale. Ed è rivolta ai giovani che hanno un età compresa dai 18 ani 29 anni, tantissimi  sono i negozi del centro cittadino che utilizzano giovani come apprendiste, che formalmente  sono apprendiste ma dal punto di vista sostanziale prestano la loro opera a tempo pieno. questo mezzo elusivo determina una serie di risparmio sui costi di natura previdenziale, portiamo questo esempio ed  applichiamolo alle persone impiegate presso un grande gruppo commerciale  si riducono drasticamente i costi di lavoro per la l’impresa verificando nello stesso tempo un turn over di dipendenti. Dopo l’apprendistato una forma di lavoro che si sta diffondendo soprattutto i n Italia meridionale  è il Lavoro intermittente introdotto nel nostro ordinamento dal 2003  è il contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore per lo svolgimento di una prestazione di lavoro “su chiamata”.Basta andare in qualche ristorante oppure  qualche call center, esso si  applica soprattutto per i lavoratori dello spettacolo, per i camerieri, per i cuochi, per i custodi, per gli addetti ai centralini privati .nella maggior parte dei casi i lavoratori sono inquadrati solo dal punto di vista normativo come lavoratori a chiamata ma in realtà svolgono la lo opera in maniera continua, questo utilizzo permette all’azienda un notevole risparmio di tasse e contributi previdenziali .concludiamo con il lavoro a progetto utilizzato  è un contratto di collaborazione coordinata e continuativa caratterizzato dalle seguenti caratteristiche dover essere riconducibile a uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso che viene adoperato dalle  realtà commerciali amministrative e finanziarie tante numerosi sono gli istituti bancari  che corrono a questo genere di contratto. Dai fatti anzidetti e dalle esperienze matura da ognuno di noi  vissute sia in prima persona, ci risulta chiaro che le modalità contrattuali  flessibili utilizzate in Italia  e rafforzate nel corso degli anni dal legislatore con l’emanazione del d.lgs 276 /03 prima e con altri provvedimenti legislativi vedi d.lgs 251/2004,legge 80/2005 legge 247/2007 e la legge 133/2008,  ci risulta che la situazione per i giovani rimane sempre incerta e rarefatta ,  diventa un impresa ardua per un giovane  dar vita ad una famiglia e fare progetti per il proprio futuro .Concludiamo cosi attestando  che questo genere di riforme non ha beneficiato la maggioranza della popolazione, ma anche in questa occasione La classe politica è stata portatrice ancora una volta degli interessi dei grandi gruppi e dei poteri forti, generando a noi ragazzi del duemila un clima di pessimismo e di paura. Auspichiamo una riforma che davvero si faccia carico del nostro futuro invitando i politici ad accantonare almeno per una volta  le loro ideologie politiche o tornacontiste.