Perito: la festa nel bosco compie 30 anni

Maria Pina Cirillo

Per chi si trova a trascorrere parte delle sue ferie estive nei piccoli borghi che costeggiano il mare  del Cilento, adagiati su rive sabbiose o arrampicati su erte rocciose, una escursione verso i paesi interni, così ricchi di storia, tradizione e di un fascino discreto quanto forte,  è un’occasione da non perdere. Potrà così scoprire, a corona delle sue acque limpide e cristalline, dolci colline rivestite di olivi e lentischi, ombrosi boschi di castagni, paesi e paesini accoccolati lungo le strade sinuose e, spesso, silenziose. E’ certo un turismo meno modaiolo e affollato, ma in cambio può offrire la possibilità di vivere delle esperienze decisamente gradevoli sia dal punto di vista naturalistico che culturale o gastronomico. Ed è proprio rivolgendosi a chi vuole vivere il Cilento non soltanto con gli occhi ma anche con il gusto, che nel corso degli anni sono sorte e si sono moltiplicate varie feste paesane e manifestazioni eno-gastronomiche che, nel mese di agosto, portano in giro per le terre cilentane migliaia di turisti. Ed in questo affollato quanto variegato mondo di sagre  la “Festa nel Bosco”, che da  30 anni si tiene a Perito dal 6 al 13 agosto, rappresenta sicuramente un’irripetibile opportunità. Ambientata nello splendido scenario naturale di un annoso bosco di castagni, questa sagra, che ormai è diventata una tradizione molto amata non solo dai turisti ma dagli stessi peritesi, ci permette di conoscere e gustare alcuni dei piatti tipici della cucina cilentana che sempre più raramente compaiono sulle nostre tavole nelle frettolose cene che scandiscono la vita di ogni giorno. Piatto principe della Festa è quello che vede gli opulenti cavatielli, magistralmente impastati a mano e cavati dalle donne del paese in una piccola struttura in cui, attraverso una vetrata, è possibile ammirare la loro abilità, conditi da un gustoso e denso sugo di castrato cucinato secondo le antiche ricette che ne avevano fatto, per secoli, un tipico piatto della occasioni importanti.  E’  ovvio che se i cavatielli al castrato, arricchiti a piacere da una grattata re caso re crapa   e la ciaula, un ghiotto  contorno di peperoni, melenzane, patate e pomodori profumati di basilico e cipolla, la munestra stretta, antica pietanza di patate e bietole schiacciate e scaldate soffritte insieme, rappresentano uno dei piatti più richiesti per la loro peculiarità, il ricco antipasto, i secondi, la frutta, accompagnati da un fragrante pane cotto a legna e da un  profumato vino niuro inebriante e dissetante che se ne scenne a toculajirito contribuiscono non poco al successo della manifestazione ormai conosciuta anche al di fuori dei confini della pur vasta provincia salernitana. Una autentica gioia per il palato ma anche l’occasione per una serata trascorsa in un ambiente pienamente naturale in cui, nel corso di questi anni, la pazienza e l’impegno della Pro-loco e dei suoi soci, hanno ritagliato piccoli sentieri, spiazzetti in cui lunghi tavoli di legno riescono ad offrire un posto in cui il lavoro dell’uomo ha soltanto arricchito la natura senza stravolgerla. Le ragazze in costume tradizionale, i giovani che con garbo servono  ai tavoli contribuiscono a creare un’atmosfera morbida e piacevole. Quando ci si allontana, soddisfatti e rilassati, un’ulteriore sorpresa attende i visitatori. Lungo un viottolo in salita che porta verso l’uscita,  un banco di dolci fatti in casa fa venire l’acquolina in bocca anche ai più restii. E’ una importante iniziativa sociale che da sette anni va ad arricchire ulteriormente la Festa. Volontari e volontarie offrono, infatti, una scelta tra una varietà di dolci in cambio di un’offerta per il reparto oncologico del Rizzoli di Bologna. Le canzoni di Santino Scarpa, il Gulliver degli anni ’70, ed Ettore Cirillo che riempiono di note il silenzio magico della sera, la discoteca che, più tardi, scatena quanti hanno residue energie, fanno da cornice alla manifestazione gastronomica. Prima di avviarsi giù per la collina, uno sguardo ammirato all’antico campanile, un breve giro  nella chiesa di San Nicola, con la splendida Madonna Assunta di scuola napoletana che a braccia aperte aspetta fino a notte chi vuole entrare per un momento di raccoglimento e,  lungo il suggestivo corso lastricato che attraversa il paese, una  visita  all’interessante  mostra d’arte e di foto d’epoca  nella Sala Consiliare del Comune, completano una serata che ha offerto, a chi ha saputo apprezzarli, spunti interessanti. E forse è per questo, per la dolcezza del suo clima, per il garbo dei suoi abitanti, per il panorama mozzafiato che si può godere dall’alto della sua tempa , che ogni anno, numerosi ritornano quanti già in precedenza hanno potuto gustare l’ospitalità di Perito e della sua incantevole “Festa nel Bosco”.