Sanità: i tre uomini d’oro

Aldo Bianchini

Chi sarà l’uomo della provvidenza in grado di salvare la sgangherata sanità pubblica salernitana? La risposta molto verosimilmente l’avremo nei prossimi giorni se non proprio nelle prossime ore, anche perché non si potrà andare oltre per via delle proteste e degli scioperi che incalzano di giorno in giorno e che invadono anche il settore privato delle cliniche e dei laboratori. Chi dovrà scegliere l’uomo della provvidenza? Se per la prima domanda la risposta è complessa, per questa è molto semplice: ““Colui il quale in Campania ha sempre deciso tutto e il contrario di tutto nell’ambito di un settore così delicato come la sanità pubblica, ovvero <il gran visir di Nusco>, meglio noto come il <padre padrone> della Campania, o meglio ancora come <il grande vecchio> (della politica, s’intende!!)””. Parafrasando la famosa frase di Orio Vergani, grande esperto di ciclismo, pronunciata per descrivere uno dei tanti arrivi solitari di Fausto Coppi si potrebbe anche definire così: la sua maglia bianco-celeste (UdC), il suo nome Ciriaco De Mita. Sta tenendo tutti sulla corda e qualche personaggio addirittura sulla lama del rasoio; la decisione la prende lui e basta. Non ci sono alternative. Bisognerà soltanto valutare fino a che punto il nuovo governatore Caldoro, preso da altri improcrastinabili problemi di assetto interno alla sua coalizione, riuscirà a resistere e forse arginare lo strapotere dell’uomo. Le speranze sono davvero poche, anche perché piaccia o no il maestro De Mita, dopo anni di travagliato esercizio organizzativo, è riuscito a mettere in piedi un partito che assomiglia veramente molto alle corazzate della prima repubblica. Un esempio per tutti. Nel partito di De Mita gli uomini che devono assumere decisioni non occupano posti di governo o di sottogoverno (parlo dei Comuni, della Province e della Regione) e gli uomini che assumono incarichi soggiacciono alle regole del partito. Esempio unico! Negli altri partiti ognuno va per la sua strada ed al minimo stornire di fronde le quaglie saltano da un ramo all’altro ed anche da un albero all’altro in una sorta di girandola senza fine. E’vero, l’ideologia non esiste più, ma si dovrebbe proprio per questo cercare di salvaguardare l’etica comportamentale che è cosa diversa ma non molto dissimile dall’ideologia. Dimenticavo che, comunque, esistono le associazioni ma queste non sono partito o almeno non possono ancora essere omologate ai partiti. Ma il partito di De Mita ha anche un’altra particolarità agli occhi degli osservatori, appare prettamente politico e non assolutamente “militarizzato” come, invece, mostra di essere il PdL di Cirielli, o meglio “Il Principe Arechi” di Cirielli. Ebbene in questo scontro tra due scuole politiche si erge la figura del mitico De Mita che dovrà scegliere tra due possibili papabili al ruolo di “reuccio” della sanità salernitana, ovvero al ruolo di direttore generale della ASL unica della provincia di Salerno, checché ne possa pensare o dire il furibondo sindaco Vincenzo De Luca che nei decenni ha dovuto sempre subire le scelte di altri, almeno in questo ambito. Ci sono due uomini, o meglio due personaggi in gioco, il primo è Giovanni Russo (già manager dell’Asl Sa/1, con dna democristiano), il secondo è Salvatore Aversano (già manager di Salerno Manutenzioni, con dna socialista). La decisione non è delle più facili. Il cuore di De Mita batte per Russo che non ha, però, un pedigree incontaminato, nel senso che nell’ultimo scorcio del suo mandato manageriale all’Asl Sa/1 ha dovuto registrare non pochi problemi. La mente di De Mita batte per il partito e dalle indicazioni che da esso propendono per Aversano al quale viene riconosciuta una prepotente carriera manageriale senza alcun  intoppo in qualsiasi settore è stato chiamato ad operare. Ed allora cosa fare? Semplice, ecco spuntare il terzo nome: Franco Massimo La Nocita, avvocato amministrativista con precedenti molto lusinghieri alla guida del Consorzio Velia (già bassoliniano di ferro ed ora approdato anch’egli nelle fila dell’UdC). A questo punto le quotazioni danno un 33,33% ad ognuno dei possibili candidati, sostanzialmente un pareggio intrecciato a mò di nodo gordiano che solo l’uomo di Nusco potrà sciogliere. A meno che nelle prossime ore Stefano Caldoro non metta fuori le unghia e chieda con forza a de Mita di fare un passo indietro e gli indichi una rosa di nomi dalla quale soltanto lui estrarrà il vincente. Ovviamente una soluzione concertata comunque è possibile attraverso le nomine dei due sub-commissari. Si vedrà. Le prossime ore ci diranno la verità , tutta la verità, nient’altro che la verità.

4 pensieri su “Sanità: i tre uomini d’oro

  1. Egregio dott. Bianchini,

    devo rappresentare la mia sorpresa dinanzi ad alcune Sue riflessioni, che noncredo possano essere condivise da molti cittadini salernitani di buon senso e che conoscono qualcosa degli uomini e della politica degli ultimi 25 anni.
    Poichè però è sempre essenziale sforzarsi di comprendere meglio prima di criticare, Le sarei grado se rendesse noto ai lettori quali sono nel dettaglio le circostanze di fatto che consentono di parlare con riferimento al dott. Salvatore Aversano di “prepotente carriera manageriale senza alcun intoppo in qualsiasi settore è stato chiamato ad operare”.
    Se sono stato distratto nel comprendere la realtà che mi circonda ed ho sbagliato nell’ascoltare – da più parti – ben diverse (e molto meno lusinghiere, si intende) le valutazioni sulle qualità di amministratore del predetto esponente politico, sarò ben lieto di cambiare idea.
    Cordialmente
    luis

  2. “La politica deve allentare la sua presa dalla sanità, in Campania c’è bisogno di un modello diverso, che si separi da quello del governo del territorio con quello delle grandi strutture ospedaliere, basato sulle caratteristiche della Campania. Questo e’ il mio obbiettivo e su questo con Api anche dall’opposizione stiamo lavorando. Sono convinto che le sanzioni si possono ancora scongiurare ma il governo dovrà sbloccare i fondi Fas o approvare la linea d’azione per il piano di rientro, che prevede la riduzione delle Asl e dei tempi di attesa. Questo e’ l’inizio di quella rivoluzione di sistema, necessaria in Campania quando si parla di sanità, che da tempo promuoviamo e che ora, con il nostro impegno anche dai scranni dell’opposizione assieme al lavoro del presidente Caldoro, realizzeremo. “Senza citare il mea culpa da parte di nessuno” mettendo da parte il vecchio sistema politicizzato che ha sempre regnato sulla nostra Sanità. Penso ad una assunzione di responsabilità da parte di tutti maggioranza ed opposizione; alcune scelte vanno fatte insieme. Se vogliamo veramente salvare il sistema sanitario della Campania tutti gli operatori pubblici e privati devono comprendere la necessità di stringere la cinghia. Ridurre i consulenti, gli incarichi, primari duplicati e gare senza regole che favoriscono a volte solo le multinazionali mettendo in crisi il nostro sistema economico finanziario.

  3. Egregio direttore Bianchini,
    ho avuto il piacere di leggere sia il suo articolo “Sanità: i tre uomini d’oro” che il garbato commento (con quesito) del sig. Luis. Egli, fra l’altro, ha fatto riferimento alle presunte (ed a Lui non note) qualità manageriali del dott. Aversano, candidato all’incarico di commissario dell’Asl.
    Devo premettere che da tempo conosco il dott. Aversano ed, al pari di altri, lo stimo per le qualità professionali, umane e per l’intelligenza. Egli ha un brillantissimo curriculum professionale.
    Sia alla Regione che a Roma ha sempre occupato ruoli di prestigio presso vari Ministeri e presso la Presidenza del Consiglio, ottenendo lusinghieri esiti ed apprezzamenti non comuni.
    1° eletto alla Regione, fu Relatore di molte leggi. Esperto in bilanci, a Lui si deve il mancato scioglimento del Consiglio Reg.le avendo fatto approvare tutti i rendiconti arretrati della spesa!
    E’ iscritto negli Albi dei Revisori dei Conti e dei Direttori Generali delle ASL e delle Aziende Ospedaliere.
    Nel 2000 costituì e, fino al 2008 ne è stato Presidente ed Amministratore delegato, la Società Salerno Manutenzioni SpA. Con la Sua amministrazione la società divenne il fiore all’occhiello della Provincia e della Regione. Fra le prime Società d’Italia ha distribuito utili per € 2 milioni (unico caso italiano) ed è stata patrimonializzata anche con un immobile (sede sociale) del valore di circa € 8 milioni, senza pesare sul bilancio provinciale. Purtroppo oggi quella Società, a soli due anni dal cambio di amministrazione, vive gravi difficoltà economiche ed è gravata da forte indebitamento…
    Va infine detto che, all’epoca di tangentopoli, vi fu un brutto tentativo di congiura politica a Suo danno, poi scoperta e punita con Sentenza di severa condanna dei calunniatori, costretti anche a pagare all’offeso Aversano un consistente risarcimento per danni materiali e morali…….
    Ed allora mi permetto di chiedere: questi elementi possono essere considerati sufficienti per esprimere su Aversano un positivo giudizio di idoneità alla nomina di amministratore dell’Asl?
    Grato per la pazienza dell’ascolto, invio distinti saluti.

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