Vita di Missione: Alfabeto Africano, P come Pace

Padre Oliviero Ferro

Quando guardi il continente africano dall’alto, dici che è bellissimo. Quando scendi un po’ più giù, vedi che la Pace fa fatica a trovare il suo posto. Quante guerre, distruzioni, violenze, feriti, morti, rifugiati. Sono milioni: uomini, donne, Bambini. Molti devono e stanno scappando, non si sa dove. Non si capisce come facciano a sopravvivere. In certe nazioni,ci sono troppi gruppi armati,guidati dai signori della guerra. Ma chi vende loro le armi? Lo sappiamo bene. Sono quelli interessati alle risorse del suolo e del sottosuolo. Non si fermano davanti a niente. Il pianto di un bambino,la disperazione di una mamma, la rabbia di un padre li lasciano indifferenti. Non  versano una lacrima sui morti e sui feriti, sui bambini drogati per uccidere. Per loro conta solo l’interesse. La pace è qualcosa che non va bene. Non guadagnano. E allora, come diceva Sordi in un film “finchè c’è guerra, c’è speranza”. Ma questi signori hanno mai provato a perdere tutto, a scappare nella foresta a piedi nudi, a vedere i figli massacrati, le moglie violentate, le case bruciate? Hanno mai provato cosa vuol dire mangiare poco e bere acqua sporca, perché non c’è più niente? Insomma, queste persone hanno ancora una coscienza? Forse la risposta è troppo facile. Hanno dimenticato di essere uomini o forse non lo sono mai stati. I soldi che hanno sono intrisi con il sangue di milioni di persone. Alla fine della loro vita dovranno rendere conto di tutto questo e nell’altro mondo non porteranno niente. Dicevano gli antichi romani “si vis pacem,para bellum”(se vuoi la pace,prepara la guerra).  Non siamo d’accordo. Noi diciamo che se vuoi la pace,vivi e lascia vivere in pace.