Salerno: stalking, la lotta continua

Aldo Bianchini

Nel salone di rappresentanza della Provincia, dedicato a Girolamo Bottiglieri, è andato in scena un convegno assolutamente interessante sulle modalità della “lotta allo stalking in Italia e Germania”. Organizzato grazie all’ACIT (Associazione Culturale Italo-Tedesca) ed al Sindacato Forense di Salerno, il tutto sotto la regia attenta dell’avv. Franco Lettieri e della segretaria multilingue avv. Angela Linda Lettieri, semplicemente superba nel suo difficile ruolo. La presidenza è stata affidata, molto giustamente, al dott. Lucio Di Pietro –Procuratore Generale della Repubblica di Salerno- che mi sorprende ogni volta di più nel senso che la cattiva informazione spesso fa apparire  anche a noi giornalisti gli avvenimenti e le persone in maniera distorta. Lucio Di Pietro è un vulcano di simpatia e di umanità; tutti i suoi atteggiamenti, anche quando parla nel linguaggio tecnico-giuridico, emanano a pelle le doti prima indicate. Lo osservo sempre attentamente e non riesco a spiegarmi come i mass media, diversi anni fa, lo abbiano potuto descrivere come un mostro senza cuore alle prese con un simbolo, Enzo Tortora, da abbattere a tutti i costi.  Bisognerebbe decidersi a rivedere in chiave più fredda quell’inchiesta che pure scosse fin dalle fondamenta l’ordinamento giuridico e giudiziario del nostro Paese, soltanto per capirne di più. In realtà, credo, le doti caratteriali si simpatia e umanità si posseggono per tutto il corso della vita, non si maturano col tempo né si inventano. Ritorno rapidamente al convegno per dire che hanno portato il loro saluto agli ospiti tedeschi il vice-presidente della provincia Anna Ferrazzano e Christian  Much console generale della repubblica federale di Germania in Napoli. Tutto è ruotato intorno alla lotta allo stalking attuata tra Italia e Germania raffrontando le due modalità di approccio ad un problema così vasto e così difficile da dimostrare per ricondurlo nei rispettivi codici penali e punirlo. Molto accorta la relazione del prof. Elio Lo Monte, docente di diritto penale nell’Università di Salerno, in merito agli “atti persecutori ed i profili problematici della nuova fattispecie criminosa prevista dall’art. 612/bis c.p., fattispecie rafforzata anche nei decreti legge sulla sicurezza. Il problema è capire quando si configura questa fattispecie, quando cioè il cambiare casa, il sostituire la e.mail, cambiare numero di telefono e telefonino, cambiare continuamente domicilio, allestire mezzi elettronici di sicurezza, cambiare radicalmente abitudini di vita, quando tutto questo fa scattare la necessità dell’ammonimento da parte del Questore se non addirittura dell’arresto cautelare che è e rimane facoltativo in quanto il reato di che trattasi  scatta su querela di parte anche remissibile. Mi è piaciuto molto quando il procuratore Di Pietro ha espresso tutte le sue perplessità sull’arresto preventivo per un reato che si configura solo su querela remissibile della parte e che non può essere considerato abituale solo perchè manifestatosi per due volte. Molto chiaro, semplice e comprensibile il contributo portato al convegno dalla dott.ssa Maria Carmela Polito (sost. proc. Presso la Procura di Salerno, specialista di reati a sfondo sessuale. La Polito ha parlato degli atti persecutori e della loro applicazione nella prassi italiana che spesso è molto lontana dalle fattispecie che, pur con grandi ed oggettive difficoltà, il legislatore ha confezionato per far fronte ad una grave piaga della nostra vita associativa. In poco tempo, dall’applicazione del 612/bis, i reati contestati a fascicolo giudiziario hanno superato le settemila unita, di cui 500 assoluzioni in sede preliminare ed oltre 700 rinvii a giudizio. Questo, però, è il rischio reale che si corre, quello cioè di aver predisposto una norma penale per configurare un reato che appare chiaramente riferibile soltanto ad un periodo molto breve della nostra società in un clima transitorio di insicurezza. Sono intervenuti anche il dott. Vincenzo Pellegrino (presidente sezione ANM di Salerno) e il dott. Francesco Rotondo (sost. proc. Presso la Procura di Salerno). Ha seguito i lavori con molta attenzione anche il dott. Roberto Penna (sost. proc. Procura di Salerno). Molto interessante il racconto di un caso pratico accaduto in Germania che ha riguardato una cittadina tedesca (Cristina) e un italiano (Silvano). La dott.ssa Jeanette Zipperer (magistrato tedesco) ha messo insieme tutti i casi di persecuzione giungendo ad una condanna massima di tre anni di reclusione per Silvano che aveva seriamente perseguitato la sua ex compagna. L’avv. Cecchino Cacciatore con la solita brillantezza ha chiesto lumi sui punti 1 e 3 (con relativi commi) dell’art. 238 che in Germania punisce lo stalking. Si è acceso subito un dibattito molto interessante, alla fine quello che poteva apparire come una vera e propria scorciatoia per il delitto (che in caso dipenda dallo stalking prevede una pena oscillante da 1 a 10 anni di reclusione) è stato spiegato come una difficoltà di traduzione letterale del testo di legge tedesco. Alla fine Di Pietro ha tracciato il bilancio della giornata “che ha esaminato lo stalking sia dal punto di vista scientifico che pragmatico. Qualche correzione è possibile ed è qui la responsabilità della magistratura che con le sue sentenze deve disegnare i necessari aggiustamenti”.