Il genio della … lampada!

Antonio Pirpan

Sulla strada provinciale che passa sotto casa mia, si è allentato il coperchio di  un tombino: ogni qualvolta che un’auto vi passa sopra, il coperchio sferraglia e il rumore rimbomba, disturbando il sonno di chi dorme, e perfino la conversazione, di giorno. Qualcuno avrà segnalato l’inconveniente, perché verso mezzanotte, è arrivata sul posto una squadra di due persone in divisa, spedita dall’ufficio Acquedotti, immagino, con il compito di risolvere il problema che, a prima vista, appare semplice anche a un profano come il sottoscritto, non dovendo fare altro che rimuovere il coperchio, sostituire la vecchia e consunta guarnizione con una nuova e rimetterlo nel suo alloggio. Dopo essersi consultati, i due operai decidono di tentare un primo approccio, cercando di sollevare il tombino con la forza di mani e braccia. Niente da fare, è troppo pesante. Passa un’auto con a bordo un gruppo di ragazzi in vena di burle;  uno di essi  sporge dal finestrino il dito medio  e urla beffardo “lavoratori”. Dal balcone del quinto piano, seguo con particolare curiosità l’evolversi della situazione, favorito dalla luce giallastra di un lampione che illumina la strada e la scena. E penso ad Archimede e al suo tempo sprecato. I due operai, intanto, decidono di fare un altro tentativo, con scarso risultato, perché le auto che transitano in continuazione non lo permettono. E’ pericoloso. Per inciso, va detto che anche a mezzanotte e oltre, qui il traffico è sempre sostenuto: i salernitani, in quanto a consumo di carburante, non badano a spese. L’aria, nel frattempo, si è fatta umidiccia, e decido di rientrare, quando trasalisco alla vista di una donna che  in camicia da notte e pianelle ai piedi, avanza sul marciapiede di fronte, con un lume a petrolio in mano, dal cui lucignolo sale una luce vivida e tremolante. Senza aprir bocca, il “fantasma” punta dritto verso un cavalletto di legno, a strisce rosse oblique, parcheggiato su un cumulo di terriccio, all’angolo della strada, da una impresa di costruzione che lavora nei paraggi. Con mossa energica, lo afferra da un lato e lo trascina fin sopra il tombino, appendendoci  il lume a petrolio. Il risultato è immediato: tutte le auto in transito evitano il cavalletto, diventato per l’occasione un segnale di pericolo. La signora ritorna a casa e, all’indomani il  tombino è sistemato. Credo di averlo già detto, ma continuo a ripetere che mi diverte molto vedere l’umanità com’è: un po’ al di sotto degli angeli e, a volte, un po’ al di sopra delle scimmie.

 

Un pensiero su “Il genio della … lampada!

  1. Gentile Autore, con tutto il rispetto, io non eleverei i giovani che deridono i due operai al di sopra delle scimmie, è un’offesa nei confronti di animali intelligenti ed industriosi.
    La Signora del racconto dimostra che chi fa da se fa davvero per tre, si ma all’ennesima potenza…mai sottovalutare il senso pratico femminile.
    Cordialmente
    Giovanna Rezzoagli

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