Cava de’ Tirreni: tavolo permanente per l’Ospedale

Il Tavolo permanente sull’Ospedale di Cava de’ Tirreni, istituito dal Sindaco della Città venerdì 16 aprile 2010 e al quale hanno preso parte il Presidente della Provincia di Salerno, l’intera neoeletta delegazione consiliare regionale, di maggioranza e di opposizione, espressione della provincia salernitana, i vertici della sanità locale, i dirigenti ospedalieri ed i rappresentanti sindacali dello stesso Ospedale, nonché i rappresentanti delle associazioni degli utenti insieme al Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni, riuniti in seduta straordinaria e pubblica presso la Casa comunale,  esprimono il loro dissenso più marcato sulla recente proposta del sub-commissario alla sanità campana Zuccatelli che prevede l’azzeramento dei posti letto dell’ospedale civile di Cava de’ Tirreni. L’ospedale garantisce il diritto alla salute ad oltre 100mila cittadini, ben oltre i soli abitanti della città ove è situato (se si considerano anche gli abitanti della Costiera Amalfitana, di Nocera Superiore, Salerno Nord) ed è fra i più antichi della Regione Campania, con oltre 400 anni di storia. Pur comprendendo l’esigenza di intervenire con un’operazione di generale riassetto della sanità campana, non si può non considerare che la scelta di operare dei tagli di posti letto e di procedere a degli accorpamenti tra le strutture ospedaliere esistenti non può prescindere da un’analisi reale del bacino di utenza costituito da Cava de’ Tirreni, ossia dalla seconda città per numero di abitanti della Provincia di Salerno, e dai comuni viciniori. Un piano di razionalizzazione ospedaliera, per rispondere alle impellenze finanziarie ma al tempo stesso alle necessità vitali della popolazione, deve necessariamente tener conto di vari fattori (densità abitativa, disponibilità di posti letto dei centri ospedalieri vicini, distanze chilometriche più o meno accentuate che possono mettere a repentaglio la vita dei cittadini nei casi di urgenza, stato della viabilità) e partire, soprattutto, dall’analisi retrospettiva, in termini statistici, dei ricoveri d’urgenza che hanno interessato la cittadinanza residente nell’area di Cava de’ Tirreni e della vicina Costiera Amalfitana. La riduzione dei ricoveri per casi di interventi chirurgici che non hanno carattere d’urgenza, è operazione che, vista la precarietà della sanità in Campania e la necessità di ridurre le spese, può anche apparire condivisibile. Ma altra cosa è pensare di privare di un Pronto Soccorso Attivo un Ospedale, quale quello di Cava de’ Tirreni, senza che ci siano reali alternative per i ricoveri d’urgenza negli ospedali vicini. Pur in presenza dei 115 posti letto attualmente disponibili a Cava de’ Tirreni (tra ordinari e day hospital), si è già dovuto provvedere, negli ultimi mesi, al ricovero d’urgenza di centinaia di cavesi in nosocomi ubicati nel Cilento o nel Vallo di Diano, esponendo così queste persone a rischiosi viaggi in ambulanza, alla ricerca di un posto letto, non rinvenuto non solo a Cava de’ Tirreni, ma nemmeno negli ospedali vicini di Nocera Inferiore e Salerno. Nel corso dell’anno 2009, il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cava si è già trovato a dover operare 419 trasferimenti di pazienti con casi di urgenza, per impossibilità di ricovero presso le proprie strutture, riscontrando spesso un’analoga incapacità ricettizia da parte dei vicini ospedali di Salerno, Nocera, Sarno o Mercato San Severino; si è dovuto così far fronte ad un trasporto presso strutture assai distanti da Cava (6 casi a Polla, 11 a Sapri, 10 a Roccadaspide, 11 a Vallo della Lucania, 24 a Oliveto Citra) con evidenti disagi per i pazienti e rischi per la loro stessa vita. Se questa è la situazione nei fatti, ancor prima dell’azzeramento dei posti letto che si propone per l’ospedale di Cava, è assai facile immaginare quale drammatico panorama si andrà ad innescare per i casi di urgenza dopo la sua soppressione. Il nosocomio di Nocera Inferiore, plesso ospedaliero più vicino al quale si rivolgerebbero per un intervento di pronto soccorso gli oltre novantamila cittadini rientranti nel bacino di utenza dell’ospedale di Cava, è già al collasso per l’incapacità di fronteggiare la forte domanda alla quale è sottoposto quotidianamente. Domanda, poi, che andrà ulteriormente crescendo in seguito alla paventata chiusura di altri nosocomi, quali quelli di Scafati e del presidio di Castiglione di Ravello. A Nocera Inferiore finirà per rivolgersi anche un bacino di utenza di rilevantissima portata proveniente dall’area torrese-vesuviana, venendo a mancare il P.S.A. di Scafati; così come il territorio della Valle dell’Irno andrà a gravare, presumibilmente, su Salerno. La popolazione di Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e Costiera Amalfitana, perdendo il Pronto Soccorso del proprio Ospedale, si troverebbe tra due plessi – Nocera e Salerno – già sovraccarichi oggi e quindi ancor più impossibilitati a gestire le urgenze all’indomani del riassetto ospedaliero annunciato. Ciò vuol dire firmare la condanna a morte di infartuati, ischemici, bambini ed anziani che necessitano di un  pronto intervento e che oggi sanno di potersi rivolgere al presidio di Cava funzionante giorno e notte.Nel corso del 2009 il Pronto Soccorso di Cava de’ Tirreni si è contraddistinto per un’attività molto proficua e caratterizzata dall’alta professionalità degli operatori che vi esercitano. In un solo anno il P.S.A. di questo Ospedale ha prodotto 10.842 relazioni chirurgiche, 9.040 relazioni mediche, 2.256 referti, 4.939 interventi di pronto soccorso pediatrico, 1.171 interventi di pronto soccorso ostetrico-ginecologico, per un totale di 28.248 operazioni. A queste si aggiungono 6.004 consulenze ortopediche di pronto soccorso. Se si analizzano gli indici dei ricoveri delle singole unità operative del P.O. di Cava de’Tirreni, in rapporto al Tasso di Ospedalizzazione che la legge regionale 16/08 prevede pari al 75% quale indicatore di produttività, si osservano, ad esempio, un tasso del 74,20% per Cardiologia, del 77,10% per Chirurgia, dell’84,32% per Anestesia e Rianimazione, dell’86,16% per l’UTIC, dell’89,56% per Medicina, del 90,73% per Pediatria, del 93,49 per Ortopedia. Si discute dell’ipotesi di chiusura del Pronto Soccorso e dell’azzeramento di posti letto di un Ospedale che è abbondantemente al di sopra degli indicatori di produttività e che, nel solo 2009, ha trattato circa cinquemila casi di bambini che necessitavano di un soccorso d’urgenza. Chiediamo pertanto, con forza, che il caso dell’Ospedale di Cava de’ Tirreni venga affrontato seriamente alla luce dell’altissima densità abitativa dell’area geografica su cui insiste e in considerazione delle lunghe distanze chilometriche che, aggravate da una penosa condizione autostradale, andrebbero percorse lungo l’estesa Provincia di Salerno nella ricerca affannosa di un posto letto o di un ricovero d’urgenza, una volta venuto meno il P.S.A. di Cava. Ci riferiamo ad un’area geografica ed abitativa, tra Scafati e Salerno, in cui già si è abbondantemente al di sotto del parametro dei 3 posti letto per 1.000 abitanti, che si individua quale soglia minima per un’assistenza ospedaliera che si possa definire tale, a fronte, in altre zone della nostra Provincia (Cilento, Vallo di Diano) di una disponibilità dei posti letto di molto superiore all’indice suddetto. Allo scopo di affrontare con stabilità ed in modo duraturo e risolutivo la problematica, si chiede un reale potenziamento della rete di emergenza nell’area a Nord di Salerno, prima di decidere un ridimensionamento del nosocomio cavese, anche attraverso un riequilibrio del rapporto fra posti letto e numero di abitanti fra le Vrie aree geografiche della Provincia di Salerno. Più in particolare si chiede nell’ottica suddetta, di conservare a Cava de’ Tirreni l’Ospedale S.Maria Incoronata dell’Olmo, anche nella prospettiva della costruzione di un nuovo e funzionale presidio ospedaliero a Cava de’ Tirreni, che possa fungere da P.S.A. (nonché da ospedale di post-degenza e prossimità per i ricoverati nelle strutture di elezione altrove localizzate in Provincia.). La ubicazione del presidio si può fin d’ora individuare nell’area già allo scopo identificata alcuni anni orsono, allorché si ipotizzò la costruzione di un ospedale privato a cura della SIMENS,  e cioè in località Starza – S. Lucia di Cava de’Tirreni, ovvero in altre aree da individuare.  Ma si può anche valutare la possibilità di adeguare la struttura ospedaliera attuale agli standard minimi previsti dalla normativa nazionale ed europea, anche dedicando alla vocazione sanitaria la struttura comunale adiacente all’attuale presidio di S. Maria del Rifugio.In ogni caso si auspica un intervento diretto al potenziamento del 118, assegnando personale altamente qualificato ed attrezzature adeguate a garantire un primo soccorso immediato ed efficace. Sia consentita, in ogni caso, una considerazione conclusiva: non spetta certamente a questo consesso indicare le linee di ridistribuzione delle strutture sanitarie sul territorio provinciale; è, però, un preciso dovere impedire che si arrivi ad una situazione intollerabile, nel solo e unico interesse dei nostri concittadini e del nostro sacrosanto ed inviolabile diritto alla salute. Per garantirlo, i sottoscrittori del presente documento, si dichiarano pronti anche ad iniziative forti, fuori dagli schemi e dalle etichette, che coinvolgano la pubblica opinione, che richiamino l’attenzione dei mass media nazionali sulla violazione in atto del diritto più importante ed irrinunciabile di ogni uomo: quello alla tutela della propria salute.