Arriva la nube islandese

di Rita Occidente Lupo

Le vie del cielo…interrotte dall’imprevisto vulcano islandese Evjafjallajkull. Le sue ceneri, tra poco anche sull’Italia e su gran parte d’Europa, dove insisteranno stabilmente. Un via vai alle stazioni ferroviarie del Nord, ha mandato in tilt i terminali. La cancellazione dei voli, inondante i binari. La stessa Freccia Rossa, presa d’assalto. Chiusi gli scali, scene di panico. Brandine, al posto delle hall ferroviarie, Forze dell’Ordine, per controllare i numerosi viaggiatori a caccia di mezzi di trasporto. Insomma, il Paese, sperimenta ancora una volta l’emergenza, gestita nel panico. E la penuria di misure preventive, dinanzi alle calamità o agl’imprevisti. La sicurezza, tutt’altra storia. Chiusi, infatti, precauzionalmente gli scali delle principali città italiane, il dramma dei carenti posti sui mezzi di trasporto. Stato d’allerta per la Protezione Civile, speranzosa di poter rinforzare le corse ferroviarie. Il gap dei cieli ha intasato la terra. Gli unici voli consentiti, quelli militari, di emergenza e di Stato. Coniugato al caos, il dubbio che la nube provocata dal vulcano possa avere ricadute negative sulle colture e popolazioni. Che si possa, insomma, assistere ad una seconda Chernobyl. Malgrado sia inesistente tale rischio, a detta dei geologi, le inquietudini continuano a serpeggiare in chi ancora ricorda che pregresse eruzioni vulcaniche non son state senza conseguenze di tale tipo e che spesso si tenta di esorcizzare le conseguenze dei mali, più che prevenirle. Anche se, in questo caso, è la forza dirompente della natura, a rendere irascibile il gigante islandese!