Vita di Missione: ognuno ha qualcosa da donare

 Padre Oliviero Ferro

“Quando le mosche aiutano una persona che ha perso la strada, allora egli comprende la loro importanza”. Spesso abbiamo l’abitudine di sentirci importanti, indispensabili. E ci dimentichiamo che esistono gli altri. Tutti dovrebbero essere al nostro servizio, come noi vogliamo. E se  non lo fanno,ci arrabbiamo,ci sentiamo minimizzati. Forse dovremmo cominciare a guardarci intorno e vedere il positivo che c’è in ogni persona,come dentro di noi. Quante volte mi sono chiesto cosa ha da dare un bambino piccolo, una mamma, una persona anziana? Ma quando li vedi in chiesa, la domenica, nelle nostre chiese africane,allora cambi parere. Li vedi danzare, sorridere, esprimere tutta la loro gioia di stare con Dio e con i fratelli. Allora non puoi più stare fermo. Ti viene spontaneo cantare, battere le mani, danzare…Anche tu sei contagiato e non ti puoi fermare più.  Qualcuno dice che le messe in Africa durano molto tempo. Io direi invece che durano poco tempo. Non si può mettere un limite di tempo alla gioia di stare insieme. E lo vedi, quando portano i loro doni in natura, frutto del loro lavoro. Vengono danzando e cantando. Sembra che non arrivino mai all’altare. Tutti li accompagnano. E’ il frutto del loro sacrificio. E’ il dono del loro cuore. E sotto l’altare sembra che ci sia una bancarelle del mercato…dell’amore. “Quando un corso d’acqua scorre da solo,non va mai diritto”.Essere soli in Africa è la più grande disgrazia che possa accadere. Se sei solo,abbandonato, non riesci più a vivere. Per questo le piccole comunità cristiane di base, tra le altre cose, cercano di portare la loro fraternità alle persone sole(malati, anziani…). E’ bello andare con loro in queste visite. Sembra che la luce entri nelle case buie,annerite dal fumo.Ci si sente di nuovo vivi,parte di una comunità.“Una donna può mettere al mondo un bambino,ma non far nascere il suo cuore”.E’ la comunità che riscalda il cuore di ognuno, se ognuno riscalda il cuore dell’altro. Anche questa è una piccola grande lezione che ci danno i fratelli dell’Africa.