Scafati: Aliberti sull’Assemblea dei soci Patto Territoriale

L’atteggiamento dei sindaci dell’UDC, in occasione dell’assemblea dei soci della Patto Territoriale è stato a dir poco grave. Ancora una volta, il fine ultimo di questa parte politica era quello di occupare poltrone e tutti gli spazi disponibili nelle partecipate, pensando di poter cavalcare l’onda delle frizioni interne al Pdl. Insieme al Sindaco Mancusi, non abbiamo avuto nulla da dire sulle ragioni poste sul tavolo della discussione:  l’importanza dei sindaci nella gestione degli strumenti di partecipazione e il rilancio di quest’ultimi per una progettazione strategica finalizzata allo sviluppo del territorio sono fondamentali. Questioni serie, legittime, necessarie, al fine di valorizzare le risorse del nostro comprensorio, che solo i sindaci possono conoscere a fondo, in quanto ne sono l’espressione più diretta. E’anche vero, però, che tali argomentazioni, avrebbero dovuto tenere banco anche nell’assemblea dei soci di AgroInvest, dove, invece, hanno prevalso logiche ben diverse, basate su metodi che non abbiamo condiviso. Alla luce di questa palese contraddizione, con il sindaco Mancusi, ho deciso di non assecondare questo ulteriore tentativo egemonico da parte dell’UDC e di non fare da sponda ai suoi obiettivi di conquista, perché ritengo che se deve esserci un ragionamento istituzionale e politico, questo, deve seguire le medesime logiche in ogni contesto. Non si possono cambiare le regole a seconda della convenienza. D’accordo con Mancusi, sono disponibile a tornare indietro, a rivedere questi ragionamenti, azzerando, però, i due c.d.a. e ad aprire un confronto sul ruolo che questi strumenti devono avere per un serio rilancio del territorio. Sia per AgroInvest, la cui fiducia da parte dei comuni è in netta discesa, sia per la Patto che, oltre all’accordo di reciprocità, deve mettere in campo nuove progettualità sulle quali lavorare. L’atteggiamento dell’UDC non giova di certo all’immagine della Provincia: non si può essere maggioranza in Provincia e votare contro, su altri tavoli istituzionali, proposte che vengono dal Presidente Cirielli. Si tratta di un atto di estrema gravità che merita una riflessione nell’ambito della maggioranza provinciale. Con Mancusi, abbiamo, ancora una volta, preso le distanze da questo modo di far politica, dimostrando un forte senso di appartenenza al partito nonostante gli scontri e le divergenze: ci sentiamo uomini delle istituzioni e del Popolo delle Libertà.