Più o meno come a Lisbona

Salvatore Ganci

Ricordate il Candido di Voltaire? E ricordate la chiave di lettura ed i rimedi “popolari” nel cercare quei colpevoli che avevano così fatto arrabbiare il Padreterno da distruggere in uno “snap” una così bella e devota città? E’ incredibile come questa ricerca di una “spiegazione” che coinvolga “a tutti i costi” le gravi colpe di un primate depilato si estenda fino ai giorni nostri. Così dopo le piacevoli chiavi di lettura di un nostrano interprete dello tsunami del 26 dicembre 2004 (colpevoli i turisti pedofili), nonché del terremoto in Abruzzo nella Settimana Santa del 2009 (un terremoto “buono”, solo per ricordarci la settimana di passione), ora un interprete statunitense, un telepredicatore evangelico tal Pat Robertson conclama che l’apocalisse di Haiti è la conseguenza di «un patto col diavolo» che gli haitiani avrebbero fatto quasi due secoli fa per guadagnarsi l’indipendenza dalla Francia. Al mio paziente Lettore fornisco il link dove tutto ciò può essere letto: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=1468&ID_sezione=524&sezione=mentre per le belle interpretazioni nostrane dei terremoti e degli tsunami non c’è che l’imbarazzo della scelta dei siti che offrono le registrazioni audio delle interessanti considerazioni di questo nostrani “profeti di sventure a posteriori”. Ogni altro commento sui fatti è superfluo. Per quanto concerne i mali che il potere suggestivo della parola di qualche fanatico  può causare alla comunità umana lascio la parola a Psicologi, Sociologi e Counselors.

 

 

 

2 pensieri su “Più o meno come a Lisbona

  1. Certo, ricordo il “Candido” di Voltaire ,anche se ci si abbandona nella indifferenza e nella dimenticanza di ciò che si è letto. Lei ha presentato una logica molto simile al racconto del Voltaire. Certo, , le improvvisazioni che il mondo ci offre sono davvero sconnesse nel pensiero degli umani: Di Catastrofi nel mondo ve ne sono sorte quasi all’infinito. Lisbona è una tra le tante, Di lisboma ebbe il suo indimenticabile Sumani che inghiottì migliai e migiaia di “curiosi” che volevano vedere il rientro delle onde del mare e anche per cercare di raccogliere i milioni pesci lasciati sulla sabbia ancora vivi e saltellanti. Ma , la povera gente non si era fatto il conto che la gradissima onda stava per arrivare, per cui furono tutti succhiati o sgretolati dalle furie della micidiale onda.
    Amo Lisbona perchè , negli anni cinquanta ,transitando in quel porto, la navw che mi trasportava negli USA fece sosta per un giorno nel porto di quella meravigliosa città , che mi diede tanta felicità.
    Ma ora , giustamente, come ci rammenta il Dottor Salvatore Ganci, bisogna piangere le nuove vittime dell’immane catastrofe che si è abbattuta su Haiti . Il Paese , già sofferente e sprovvisto anche di beni di prima necessità, non meritava una cos’ immane flaggellazione. e che a stenti buona parte del popolo riusciva a tirare la “carretta” per via della immane povertà del loro Paese.
    Come si fa ad assistere per televisione tali travolgenti scene pietose che toccano il cuore anche di quelli più insensibili? E’ una tragedia che sarà ricordata nella storia dei prossimi millenni, ma ora tutti dovrebbero riflettere sulla fragilità della vita e dare un aiuto a chi veramente soffre per alleviarne il danno subito.
    La vita è bella se resta nel cuore altrui almeno un pizzico di umanità.

  2. Gentile Signor Alfredo,
    grazie per il suo commento e la sua testimonianza che ha il pregio di rendere più concreto uno scritto che mi è costato molto comporre a prescindere da un mio naturale spirito polemico. Adesso tutti parlano della sciagura di Haiti, ma mia moglie, la Counselor che scrive su questo giornale, mi spiega spesso che la natura umana tende presto a lasciarsi alle spalle ciò che non ha davanti agli occhi o ciò che i “media” ci buttano davanti agli occhi. Tra due o tre mesi, nessuno parlerà più di Haiti, neppure gli imbecilli che indulgono sulla causalità “divina” nelle sciagure che flagellano l’umanità. Eppure, sarà proprio fra due o tre mesi che ci sarà la massima necessità di aiuti concreti e coordinati. Nel frattempo lasciamo pure che oltre al predicatore statunitense si aggiunga anche qualche nostrano predicatore che darà il suo contributo “prezioso” attraverso una nota radio come già accaduto per lo tsunami e il terremoto d’Abruzzo.
    Con la massima stima, voglia gradire un cordiale saluto
    Salvatore Ganci

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