E’ proprio vero… il plagio non paga…

Alessio Ganci

I plagiari sono molto presenti in Rete e danneggiano soprattutto blogs e siti di informazione  copiando regolarmente materiale pubblico senza citarne la fonte. Nella Scienza, non citare equivale a “non conoscere” e si passa per incompetenti, nelle attività non propriamente scientifiche non citare equivale a mettersi le penne del pavone con contributi altrui. Tuttavia le avanzate tecnologie di difesa dal plagio, se sfruttate attentamente, possono far pentire un plagiario delle sue azioni. Si parte dalla “classica” difesa legale, come quella di attribuire ai propri contenuti una licenza gratuita “C.C – Creative Commons – Some rights reserved” che, nella versione “meno restrittiva”, limita comunque la copia di contenuti, a livello commerciale e non, senza aver citato l’autore originario. Esiste inoltre un’interminabile lista di servizi on-line, recuperabile all’indirizzo http://www.google.com/search?hl=it&rlz=1I7GGLD_it&q=Plagiarism+Checker&lr=&aq=f&oq=, che permettono l’identificazione di un’eventuale copia abusiva dei propri contenuti, purché presenti in Rete. Inoltre, se questi ultimi vengono ripresi ed utilizzati in un blog (senza citare la fonte), si può riconoscere spesso un pulsante di segnalazione abusi: il plagiario non ne rimarrebbe tanto contento. Oltre ai plagiari “fisici” (maestri del “copia/incolla”) esistono anche i plagiari “automatici”, cioè dei programmi crawlers harvesters che cercano il web per: contenuti, indirizzi e-mail per lo spam e altro materiale da utilizzare. All’indirizzo http://kloth.net è reperibile una lista di tutti gli user-agents di questi “santi” programmi. Dopodiché si possono bloccare questi maligni crawler tramite linguaggi di programmazione web (php, asp/net, jsp/servlet, cfm …) solitamente lato-server, o direttive di .htaccess di Apache o di web.config di  IIS.