Salerno-ANCE: Lombardi bacchetta De Luca !

Aldo Bianchini

 Non c’è che dire, si respira aria nuova nell’Ance –sezione di Salerno- e non soltanto nei locali. I vecchi imprenditori di un tempo non esistono più, adesso è l’era dei giovani rampanti, in gran parte figli di quella classe che amava flirtare con i cosiddetti “potenti della politica” all’ombra di inquietanti compromessi. La mattina del 5 dicembre del 1993 (una data che forse non dice nulla ai giovani cronisti !!) l’intero vertice per non dire “la cupola” dell’Ance di Salerno venne spazzata via in un sol colpo; undici i mandati di cattura con alcuni nomi eccellenti: Luigi Cardito, avvocato e imprenditore da poco scomparso, presidente dell’Ance; Alberto Schiavo, imprenditore vallese molto noto e “gola profonda” della tangentopoli; Aldo Linguiti, funzionario del CIPE; Antonio Angelo Cavallo, segretario comunale di Ricigliano; Cosimo Chechile, imprenditore cilentano; Salvatore Torsiello, già sindaco di Laviano ed in carcere da ben quattro mesi; e Antonio De Rosa, imprenditore di Battipaglia già noto alle patrie galere. In un sol colpo la grande imprenditoria salernitana passa dal ruolo di comprimario a quello di vassallo della politica. La genesi di questa trasformazione va ricercata forse in un incontro avvenuto il 3 dicembre 1993 nel ristorante “La Lucertola” di Vietri sul Mare tra il gotha degli imprenditori (tra cui anche Cardito e Schiavo) ed uno dei due candidati al ballottaggio per l’elezione a sindaco di Salerno. A sancire la validità di quell’accordo, secondo la leggenda metropolitana, pare ci fosse anche almeno un magistrato. Poi il 5 dicembre, giorno del primo ballottaggio comunale, gli arresti ad accordi già fatti; resta però il mistero dei mandati di cattura firmati dal GIP il 25 novembre ‘93 ed eseguiti soltanto dieci giorni dopo. In seguito la magistratura aggredì addirittura e direttamente la sezione salernitana dell’Ance rea di aver elencato anche i “doni natalizi” per funzionari delle istituzioni ed amici della politica. Ma queste sono altre storie che mi riprometto di raccontare in un’altra occasione. Ci sono voluti più di quindici anni, e tante inchieste giudiziarie, alla “the rising generation” imprenditoriale per scrollarsi di dosso quel pesante fardello e cambiare il “modello operativo” per il riequilibrio dei pesi e contrappesi.  E’ questa l’aria nuova che si respirava a pieni polmoni, oggi, nei locali (anche questi nuovi) dell’ANCE sezione di Salerno dove si è parlato di programmazione e soprattutto di concertazione con le istituzioni, con la pubblica amministrazione e con la giustizia per il profilo della sicurezza e legalità. Sono proprio queste le parole che ricorrono molto spesso nel discorso consuntivo 2009 e preventivo 2010 del presidente Antonio Lombardi. Parla a ruota libera il presidente e tocca argomenti di grandissima attualità passando dai dati allarmanti dei tremila occupati in meno alla crisi più grave di questi ultimi trenta anni di un settore, quello delle costruzioni, che garantisce comunque il 25% dell’occupazione generale nazionale. Sul “piano casa regionale” ha parole di apprezzamento, stimola piccole ma importanti modifiche e dice: “L’impatto economico stimato è di circa 1 miliardo di euro di investimenti con una ripresa occupazionale di circa 3000 posti di lavoro”. Poi, dopo la lettura dei dati tabellari, parte l’affondo sul PUC della città capoluogo (come dire un affondo su De Luca, visto e considerato che di detto strumento comunale ne può parlare soltanto lui!!) e ribadisce a chiare lettere: “Su tale problematica l’Ance ripropone al Comune capoluogo la completa rivisitazione di tutta la tematica relativa all’edilizia residenziale prevista dal Puc nel rispetto dei ruoli istituzionali auspicando l’attuazione di un dialogo e di un confronto preventivo e costruttivo su tutte le questioni evidenziate rimanendo pienamente e concretamente disponibile a realizzare gli interventi di trasformazione urbana … al fine di evitare il continuo stillicidio di progetti e di iniziative che poi non verranno mai realizzati proprio perché non concertati con le categorie produttive della città….. Nei fatti, a circa tre anni dall’adozione del Puc non si sono riscontrati aperture di nuove cantieri connessi proprio all’attivazione del nuovo strumento urbanistico…”. Come dire, aggiungo in parole più esplicite, che il project financing è solo una indefinibile chimera e che la concertazione non può essere confusa con la sottomissione e il compromesso. Insomma opere piccole, medie e grandi soltanto sulla carta senza alcuna possibilità di realizzazione. Fumo per gli occhi appannati del popolino che, però, è e resta il grande elettore; progetti che comunque danno soldi e notorietà soltanto a ben individuati urbanisti (soprattutto se stranieri!!) che non hanno alcun radicamento con il territorio. Ma sono progetti importanti a proiettare “il solo uomo al comando” nel firmamento nazionale dei grandi amministratori. Altro che progetti di massima e/o definitivi o di roboanti plastici, qualche anno fa i magistrati (gli stessi che stanno ancora nel palazzo) inseguivano addirittura anche soltanto le idee progettuali per mettere in galera la gente. E’ ora? Niente.  E’ questa, secondo me, la svolta epocale dell’Ance, la concertazione al posto della sottomissione e del compromesso; l’Ance rivendica il suo ruolo di primaria importanza anche per le grandi scelte urbanistiche che possono cambiare il volto di una città e il futuro economico di una intera comunità e non accetta un ruolo di subalternità. Ci sono voluti quindici anni, dicevo prima, ma finalmente ci sono dei giovani e rampanti imprenditori intenzionati a ribaltare quello che sembra un percorso già segnato nella storia della nostra provincia.