Regione Lazio: piano di rientro, 500.000€ in fumo al Forlanini

 Da ieri hanno preso inizio i lavori di demolizione del muro divisorio in cemento armato, eretto nel luglio scorso, all’interno dello storico parco del Forlanini che spaccava in due la struttura ospedaliera di Monteverde. La delibera n. 1479 del 2 luglio 2009, a firma del Direttore Generale dell’A.O. San Camillo-Forlanini, Luigi Macchitella, ha dato il via alla gara d’appalto, dall’importo di circa 500 mila euro, dall’oggetto: “l’esecuzione di lavori presso il Padiglione Cardiologico piano seminterrato CED – muro divisorio interno del complesso Forlanini”. Nessun riferimento a voci di spesa, invece, né si accenna alle motivazioni per giustificare l’esecuzione dell’opera, o vi e’ alcuna nota per identificare la futura destinazione del nosocomio, considerando che la chiusura del Forlanini è stata rinviata sine die dalla Regione Lazio. A farlo notare è l’Associazione “G. Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti”  che interviene sulla vicenda chiedendo più trasparenza. «Ora il muro si sta abbattendo, pare per “interventi esterni” – commenta Corrado Stillo, Responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell’Associazione – a favore di qualcuno che, probabilmente, non ha digerito l’esecuzione di tale inspiegabile opera e, a quanto pare, senza alcun permesso di quelli previsti dalla legge». «A pochi giorni dalla triste storia dell’uomo morto nel reparto di emodinamica dell’ospedale di Viterbo – continua Stillo – ecco un nuovo episodio che dimostra l’assenza di una politica di effettivo risparmio  in ambito sanitario. Si tratta della costruzione di un muro divisorio, da molti considerato inutile, ed oggi si procede al suo abbattimento. 500 mila euro per costruirlo, altre centinaia di migliaia di euro per abbatterlo. Sono questi i criteri per il rientro dal deficit sanitario?».La verità, secondo Stillo, è che continuano gli sperperi e i tagli finiscono, come sempre, con l’essere addossati ai cittadini che si ritrovano, quasi per paradosso, con una riduzione dei servizi essenziali. «Ci chiediamo – conclude il Responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti della G. Dossetti – se i Direttori Generali, lautamente retribuiti, si rivolgeranno mai all’opinione pubblica con maggiori informazioni e motivazioni valide sulla gestione delle risorse finanziarie spese in questi ultimi anni».