Mercato San Severino: il presepe di S. Vincenzo nell’umilta’

Anna Maria Noia

È stato allestito il 22 dicembre e si potrà visitare per tutte le festività il presepe artistico realizzato da alcuni “amici” della chiesa di S. Vincenzo, frazione di Mercato S. Severino, precisamente presso la parrocchia di S. Vincenzo Martire, S. Martino, S. Bartolomeo, realtà affidata alle cure pastorali dei padri Redentoristi.“E’ un momento di aggregazione – spiegano gli artefici del manufatto, voluto da questo gruppo di appassionati (per lo più hanno collaborato Gino, Antonio, Matteo, Carlo) e sotto l’egida di padre Carmine Ascoli nonché dei suoi superiori e confratelli – ed è anche stato un modo per noi di renderci utili al servizio della comunità di S. Vincenzo, che sta diventando sempre più numerosa.”“Il presepe è un espediente per incontrarsi, discutere, confrontarsi – esprimono i presepisti – siamo contenti di coinvolgere soprattutto giovani e bambini.”Ecco per la cronaca la spiegazione del significato del presepe di S. Vincenzo, il senso di cui l’opera – sebbene fabbricata in ritardo sulla tabella di marcia e non come vuole la tradizione iniziata il 5 ottobre –  è colma: il presepe di quest’anno dice a tutti che Cristo viene a vivere (nuovamente) in una casa povera, un misero ricovero. È infatti presente nella struttura una casa cadente, una spelonca che simboleggia – a detta dei “costruttori” – la povertà e l’umiltà di Gesù Bambino. Il presepe è spoglio, come la nudità del Cristo e della Verità che egli rappresenta: anche il materiale è semplice ed ecologico, infatti lo sparuto gruppo di presepisti ha lavorato con carta, cartoni e altre materie prime scartate dalle aziende e/o dai singoli, dai cittadini. I pastori inoltre, acquistati di recente anche se una volta ve ne erano – presso la chiesetta di S. Vincenzo – alcuni di pregevole fattura risalenti a fine ‘800, stanno fuori dalla grotta della Natività, che è l’unica cosa che dona luce alla casa sgangherata: essi vengono chiamati dalla Grazia divina e accolgono il Signore modestamente ma con il cuore gonfio di letizia, per questa Luce che viene a scaldare gli animi dei più deboli e provati, i derelitti della società. Parlando di povertà come non pensare agli immigrati, ai rom, agli Africani che intraprendono spesso viaggi “della speranza”, ma senza speranza su navi-ghetto, container, stipati in camion e gommoni. Perciò l’augurio che la comunità di S. Vincenzo e anche quella dell’intero territorio sanseverinese vogliono formulare attraverso il presepe testè realizzato è quello di sapere apprezzare quanto di caro abbiamo nei sentimenti e di saperci rendere piccoli, poveri a fronte del nostro Dio che preferisce il silenzio e la tristezza di una casa abbandonata alla ricchezza di un palazzo dorato.Completano il tutto delle lucine poste sotto un cielo sereno e tranquillo.