Mennonna: 103 anni da uomo e da vescovo

 

Aldo Bianchini

Frequentavo la seconda media presso l’Istituto Scolastico Parificato “G.B. De Jacobis” di Muro Lucano. Correva l’anno 1957-1958, per via di una macchinosa operazione di “soccorso scolastico” (a favore di un amico che si accingeva agli esami che allora segnavano il passaggio dal ginnasio al liceo, operazione che questo giornale ha pubblicato in data 8 sett.2008) incappai nella severità di don Antonio Rosario Mennonna, da due anni vescovo di Muro Lucano (Pz) e da tempo Preside dell’istituto scolastico. Mi sottopose ad un garbato ma stringente interrogatorio, seppi resistere, e la verità almeno Lui non la scoprì per lunghissimi anni. Fino a quel momento, pur frequentando quella scuola dall’anno precedente, non avevo mai avuto nulla a che fare, lo conoscevo ovviamente da tempo e puntualmente cercavo di evitarlo e di evitare il suo sguardo che era sempre pungente. Abitava a poche decine di metri da casa mia e, conoscendo i suoi orari, evitavo anche di incrociarlo per strada. Insomma don Antonio Mennonna riusciva con molti di noi studentelli, anche soltanto con lo sguardo, ad intuire quali sarebbero state le nostre future mosse, e non solo in campo prettamente scolastico. Era, dunque, un vero appassionato educatore, oltre che un uomo di grandissima e profonda cultura umanistica che per decenni ha animato i salotti culturali muresi. Era nato il 27 maggio 1906, è morto pochi giorni fa il 6 novembre 2009, all’età di 103 anni. Nei primi giorni del 1926, ventenne, accompagnato da Padre Francesco Bruno (gesuita) si reca nello studio del prof. Giuseppe Moscati (medico divenuto santo). Dopo la necessaria presentazione e la richiesta di ammissione nella Compagnia di Gesù, il santo gli chiese: “Di dove sei?”. Il giovane murese emozionato rispose: “Della Calabria!!”. Un lungo silenzio, lo sguardo intenso del prof. Moscati fisso sul giovane Antonio, poi rivolto a padre Bruno sentenzia: “Fratello, va tutto bene”. Quello sguardo profondo resterà per sempre nella memoria di Antonio Mennonna che nel 1928 venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo Fernando Filoni. Lunghi anni di intensa attività parrocchiale e, poi, nel marzo del 1955 l’ordinazione episcopale sotto il papato di Pio XII. Gli ottantuno anni di sacerdozio al servizio della Chiesa Cattolica di Roma hanno fatto di Lui il prete più anziano al mondo; anche se dal punto di vista dell’età fino alla data della morte è stato il secondo vescovo più anziano del mondo, preceduto soltanto dal vietnamita Antoine Nguyen Van Thien in quanto quest’ultimo, oggi ancora in vita, è nato appena due mesi e mezzo prima di Don Antonio. E’ stato vescovo di Muro Lucano dal 1955 al 1962 e dal 62 all’83 vescovo di Nardò, epoca in cui rinunciò al governo pastorale per raggiunti limiti d’età, mentre all’apice della Chiesa c’era il mitico Giovanni Paolo II. Ben nove i Papi che don Antonio Rosario Mennonna ha conosciuto lungo il suo infinito viaggio attraverso la chiesa, da Pio X a Benedetto XVI. Ha ordinato più di settanta sacerdoti ed ha scritto ben quindici libri; l’ultimo “Dialoghi con i personaggi dell’antica Roma” è stato presentato il 27 maggio 2009 a Roma in Campidoglio alla presenza del più volte presidente del consiglio Sen. Giulio Andreotti e dell’ex ministro Emilio Colombo. Il primo ricordo di questo grande uomo, prima ancora che sacerdote, risale al 13 marzo del 1955. Frequentavo, credo, la quarta classe delle scuole elementari; quel giorno insieme a tutti gli altri scolari andai nella Chiesa Madre di Muro Lucano per assistere all’imponente cerimonia di ordinazione episcopale del reverendo don Antonio. Impressionanti gli addobbi, odore di incenso dappertutto, fiori e tendaggi, preparati per l’occasione unica in cui un murese veniva ordinato vescovo dall’arcivescovo Domenico Picchinenna. Una scenografia imponente, almeno agli occhi di un ragazzino di dieci anni; una folla immensa nonostante la rigidità del clima. Un’immagine è rimasta sempre impressa nei miei occhi: don Antonio disteso per terra, a faccia in giù, avvolto nei paramenti sacri, immobile nell’attesa della consacrazione. Seguì un applauso scrosciante, sentito, infinito che si è protratto, forse, fino al 6 novembre scorso quando don Antonio ha chiuso i suoi occhi per sempre. 

Un pensiero su “Mennonna: 103 anni da uomo e da vescovo

  1. Complimenti per l’articolo.La ricostruzione è un pò fantasiosa, ma molto ben fatta. Incisivi i commenti.Bravo!!!!

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