Salerno: al Verdi “Le ultime sette parole di Caravaggio”

Inizia dal Teatro Verdi di Salerno il prossimo 5 novembre la tournèe de Le Ultime Sette Parole di Caravaggio di Ruggero Cappuccio. Nel mese di novembre, la nuova pièce con Claudio Di Palma e Lello Arena accompagnati dalle “femminote” Federica Bognetti, Stella Egitto, Ilenia Maccarrone, Giusy Mellace, Alessandra Roca, Marina Sorrenti e Ada Totaro si fermerà anche al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino (17/11 ore 10.00 e 21.00) e al Teatro Gabriele D’Annunzio di Latina (21/11 ore 21.00, 22/11 ore 17.30). Dopo l’acclamato debutto dello scorso giugno al Napoli Teatro Festival Italia con più di duemila spettatori in tre sere, la nuova opera del drammaturgo e regista napoletano sarà in scena al Verdi dal 5 al 7 novembre alle ore 21.00 e domenica 8 alle ore 18.30. Venerdì 6 e sabato 7 alle 18.00 Ruggero Cappuccio, Claudio Di Palma e Lello Arena saranno invece protagonisti di due appuntamenti con il pubblico: il primo con i docenti di scuola elementare e media per presentare e promuovere la stagione di teatro scuola Primi Applausi; il secondo aprirà il ciclo d’incontri con gli autori promossi da Associazione Amici del Teatro Verdi di Salerno. Le Ultime Sette Parole di Caravaggio ritrae l’artista umano, il genio immortale. La sua vita raccontata manca della sicurezza delle ultime ore, della certezza d’una febbre infettiva che l’avrebbe reso prima agonizzante e poi cadavere sulla spiaggia di Porto Ercole il 18 luglio del 1610. Michelangelo Merisi è artista bifronte della spada e del pennello, delle luci e delle ombre, eterosessuale e omosessuale, amico dei cardinali e dei ladri, idolo dei principi e degli assassini che proclama l’impossibilità dell’esistenza di un mondo alto e poetico senza la conoscenza, la mortificazione e il naufragio in un mondo basso, corporeo. Il testo di Ruggero Cappuccio coglie il genio nell’ultima ora della sua vita. Accompagnato da un servo aiutante, Caravaggio sbarca su una terra ignota, provato dalla persecuzione dello Stato Pontificio, dalla sete di vendetta dell’Ordine di Malta, dall’abbandono dei suoi protettori ed estimatori più fedeli. In quest’atmosfera di emarginazione, subisce a Napoli un’aggressione alla quale scampa per miracolo finendo sfigurato e secondo le cronache irriconoscibile in volto. Una solitudine immensa gli fa la rotta a spallate tra terre e rifugi come un animale ferito che ritarda ogni giorno l’appuntamento con la morte. Ne Le Ultime Sette Parole di Caravaggio si accende il delirio del grande artista in un dialogo disperato con sé stesso. Merisi è braccato da sette donne soprannominate “femminote”, una falange zingaresca di femmine siculo-calabre esperte di una vita criminale abbracciata per altrettanta disperazione. Incaricate dai poteri politici e religiosi di eliminare Caravaggio, le “femminote” si danno a interpretare la parte dei suoi giuda, in cambio di un silenzioso oblio sui loro reati pregressi.