Cirielli-Cosentino e la questione morale

Aldo Bianchini

Tutta A.N. in campo questa mattina, schierata alla grande per lanciare al meglio la candidatura per le prossime regionali dell’avv. Lello Ciccone. Ottima e funzionale la nuova sede elettorale inaugurata per l’occasione in Via R. Conforti n.17. Mancava, ovviamente, la parte del PdL facente riferimento a F.I. ed a Mara Carfagna; ma questa è già storia vecchia. Antonio Iannone, Antonio Cammarota, e lo stesso presidente Edmondo Cirielli hanno praticamente assicurato il loro sostegno incondizionato ad una candidatura definita come utilissima per la città di Salerno. Tra abbracci, baci e sorrisi più o meno di maniera l’incontro ha preso la piega giusta e doverosa con una domanda (tanto necessaria quanto scontata) del collega Fulvio Scarlata tendente a conoscere la posizione di Cirielli sulla candidatura Cosentino a governatore dela regione. E quì, sinceramente, l’on. Edmondo Cirielli non mi è piaciuto, ovvero mi è apparso teso e incerto sulla risposta da dare alla stampa ed ai suoi stessi grandi elettori presenti nel salone. E’ doveroso premettere che il Presidente ha ammesso che il suo candidato naturale era Viespoli e che, per ragioni di partito e non solo, aveva decisamente sponsorizzato la candidatura di Nicola Cosentino nella corsa alla presidenza della Regione Campania. A mio sommesso avviso chi ha fatto della “questione morale” il filo conduttore della sua azione politica (Cirielli !!) non può tergiversare su un problema grosso come una montagna che potrebbe investire il candidato del PdL per le regionali in Campania, una regione nella quale il PdL non può rischiare assolutamente nulla nella corsa verso la vittoria se non vuole bloccare sul nascere l’onda lunga del consenso popolare che in provincia di Salerno ha determinato nuovi ed inattesi scenari dopo oltre trent’anni di dominio della DC e del centro-sinistra. Sulla strada della vittoria c’è la questione morale e il PdL è obbligato a scegliere un candidato legato al territorio, immacolato, senza soldi, trasparente e con tanta capacità operativa. Ad occhio e croce ce ne sono almeno due o tre, non c’è bisogno quindi che la leader schip romana del PdL si intestardisca su un nome che, oggi, appare già bollato. Forse anche ingiustamente, ma già bollato soprattutto agli occhi della gente. E’ giusto ciò che ha detto Cirielli quando ha parlato del rispetto dello “stato di diritto” di ognuno di noi per cui si è innocenti fino a sentenza di condanna passata in giudicato. Ma qui parliamo di politica, parliamo di presentare agli elettori candidati assolutamente incontaminati e lontani finanche dal benchè minimo sospetto; insomma quello che vale per un cittadino comune non può e non deve valere per chi ci deve rappresentare nelle pubbliche istituzioni. Il PdL non può e non deve guardare ad altri partiti e ad altre situazioni, soprattutto in Campania. Il ciclone giudiziario su “Mastella family” qualcosa deve pure insegnare, o no!! Il PD o altri partiti possono anche candidare personaggi che portano sul groppone rinvii a giudizio conclamati o sentenze di primo grado, fatti loro che non devono toccare il PdL se vuole vincere. La questione morale, insomma, se c’è deve anche essere messa in pratica. Poi Cirielli non mi è piaciuto quando riferendosi al premier ha detto che Berlusconi dovrebbe dimettersi da tutte le cariche e se giustamente non si dimette non è giusto che chi (Cosentino!!) non è stato neppure raggiunto da un avviso di garanzia non possa candidarsi alla presidenza regionale. Non mi è piaciuto l’on. Cirielli perchè nel dire questo ha dimostrato di non ricordare che il caso Berlusconi è “un caso a se stante” ed è l’unico caso possibile in un partito che invece deve essere specchiato. Dimentica Cirielli che Berlusconi per un avviso di garanzia notificatogli nel 1994 mentre presiedeva il G8 di Napoli si dimise e lasciò il governo del paese pur avendo avuto dagli elettori una maggioranza sufficiente per poter andare avanti. E dimentica Cirielli che proprio su quelle dimissioni Silvio Berlusconi ha costruito, mediaticamente, il suo stato di vittima di ingiusta persecuzione giudiziaria da parte di magistrati politicizzati per cui occorre la riforma della giustizia necessaria e preminente per un leader alla guida di un Paese. Tutto questo, on.le Cirielli, non è applicabile in sede regionale e locale; Cosentino non è Berlusconi e per sua sfortuna è nato la dove i “casalesi” governano e uccidono in barba a tutte le leggi dello stato. Ovviamente il Presidente ha beccato anche la stampa, rea di amplificare anche fatti inesistenti come quando, qualche mese fa, venne eclatata la sua amicizia con Giovanni Citarella che nella vicenda dei mondiali di nuoto non risulta neppure indagato. Proprio per questo, gentile Presidente, la stampa si è subito fermata su quella vicenda e non per timore delle minacciate querele. Se non si da forza alla questione morale, costi quel che costi, purtroppo neppure il PdL riuscirà a cambiare la storia di questo Paese.

3 pensieri su “Cirielli-Cosentino e la questione morale

  1. Finalmente l’Avv.Ciccone, persona di certo ad oggi stimabile, trova una candidatura idonea a consentirgli una possibile elezione.
    L’amico Aldo, però, nel suo articolo di fondo, dimentica di ricordare ai lettori quanti partiti l’Avv. Ciccone ha frequentato pur di ottenere una carica,un incarico o una visibilità adeguata al suo rango.
    Il metodo è certamente discutibile ed il passare da un raggruppamento politico ad un altro, con tale frequenza e rapidità, non può riconoscersi nel giustificato diritto a cambiare idea, garantito ad ogni essere umano.
    Per il resto, nel concordare con l’amico Aldo la limpidezza ed autorevolezza di una possibile candidatura Viespoli al governo della regione Campania ( troppo limpida, troppo autorevole???), ricordo, per l’ennesima volta, che l’avviso di garanzia a Berlusconi, ricevuto nel 1994 non può certo essere considerato causa della caduta del suo primo governo abbattuto, è il caso di dire, dalla sfiducia leghista sulla riforma delle pensioni.
    Pensavo si trattasse di storia consolidata ma ripetere certi fatti non credo infastidisca.
    Alla prossima!!!

  2. CertoCicconi ha cambiato partito, ma credo che ci siano fondati motivi, e spero non per mero opportunismo, visto che se fosse rimasto dove era di sicuro un posto in lista lo avrebbe comodamente avuto.
    Ma trova dunque ampia giustificazione nel fatto che nei partiti dove ha tentato di militare c’era poco spazio per chi vive la politica radicandosi fra la gente, un modo di fare politica antitetico con l’arroganza ed il clientelismo dei salotti buoni che hanno deciso le sorti della nostra regione negli ultimi anni.

  3. Penso che la scelta di Ciccone completa il suo percorso di grande coerenza. Dal ccd a Manzione a Lubritto al PD a De Mita,ad AN al PDL tutto veeamente tutto l’arco costituzionale. Da grande ed acerrimo nemico di Celano al punto di denunciarsi a vicenda a stare insieme e sostenersi a vicenda alle elezioni. Più coerenza di cosi si muore ed è per questo che sono d’accordo con Erra Ciccone è proprio l’uomo giusto. Anch per la dialettica ed i suoi contenuti uomo migliore era difficile trovarlo. Non dimentichiamoci che quando era assessore era sostenuto da tanti suoi colleghi….. e pensare che tutto ciò potrebbe capitare alla regione….significherebbe non cambiare nulla.

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