La manipolazione quotidiana

 Salvatore Ganci

Accade ogni giorno su tutte le reti TV e non ci faremmo neppure caso se non fosse per l’aumento del volume. E’ la manipolazione quotidiana che vuole  sbolognarti un difetto per pregio (ricordate il “più latte e meno cacao”?) o farti sentire indispensabile avere dietro l’iPhone (che oltre all’Ipod, il navigatore satellitare per trovare la tua auto parcheggiata e la livella a bolla digitale, ha anche il telefonino) e persino convincerti che lavare in lavastoviglie può costare meno che lavare i piatti a mano (pubblicità, fortunatamente abolita) o quella che fa presupporre “normale” la famiglia allargata dove “lei” serve schifezze fritte di mozzarella contenta che il figlio di “lui”  (che le porta un bel mazzo di gerbere) conosce il timido figliolo di lei. Insomma: “il buon umore in casa mia”.In mezzo a queste manipolazioni, dove i maggiori protagonisti sono proprio le industrie automobilistiche che stanno attraversando globalmente una crisi seria e dolorosa, colpisce la controtendenza della pubblicità della Coca Cola, dove la ragazzetta dà una simpatica lezioncina di semplicità, rifiutando le vacanze all’estero e preferendo la casa di campagna della nonna ed il ragù della mamma al ristorante in riviera. Forse gli albergatori dissentiranno, ma il messaggio positivo di questa “manipolazione” è che per provare qualche emozione di gioia,  non è necessario stazionare sudati due ore in uscita da un casello (dopo avere schivato qualche sasso da un cavalcavia) per arrivare imprecando alla discoteca dove, dopo attenta “ispezione” di un buttafuori, ti è  finalmente concesso di entrare e, pagando profumatamente,  strafogarti in compagnia di Martini e pastigliette mandando SMS  e MMS a raffica dal tuo ultimo acquisto che ha sostituito l’ormai obsoleto Nokia N82.Se non hai non sei. Per quel po’ che ho letto di Erich Fromm, sembra che i manipolati della pubblicità siano primariamente “narcisisti dell’avere” e non “narcisisti dell’essere”. Forse è per questo che la pubblicità funziona.  In un momento di profonda crisi economica i soldi per alcool, sigarette, carburante e “mezzi di sballo” non mancano mai ed è d’obbligo andare poi in vacanza all’estero (anche se riducendo la durata).La ragazzetta della Coca Cola riscopre “l’acqua calda”. Riscopre l’Italia agricola degli anni ’50 con la nonna in campagna dove andare in due o tre famiglie in bicicletta portando il necessario per un pic nic sull’erba. Forse che cominciamo a renderci conto che abbiamo cercato di riempire il vuoto interiore di “cose” e non di “vita”? Mi chiedo cinicamente: dov’è la manipolazione nascosta?

Un pensiero su “La manipolazione quotidiana

  1. La cosiddetta “società dei consumi” è per definizione basata sull’avere, anzi sull’usare e gettare, piuttosto che sull’essere; senza riflettere che se io mi identifico in quello che ho, cioè nei beni materiali che posseggo, ho semplicemente perso la mia libertà, in quanto mi sono alienato negli oggetti che possono venirmi a mancare da un momento all’altro, e una volta che li avessi perduti non saprei più dove ritrovarmi. Chi ha detto una volta: “Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”? La manipolazione è sempre tendenzialmente nascosta (cfr. “I persuasori occulti” di Vance Packard)ed è pressoché impossibile sottrarsi del tutto all’azione manipolatrice dei media e persino dei nostri parenti e amici più o meno sinceri. Cerchiamo almeno di esserne consapevoli.
    Fulvio Sguerso

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