Elezioni provinciali:Cirielli o Villani?

 

 Michele Ingenito

 Chiunque tra i due vincerà, dovrà rimboccarsi le maniche presto. Senza deleghe sostanziali a nessuno. Perché la responsabilità di governare una provincia, fin quando almeno esisteranno, è grande. E quella di Salerno, tra le grandi d’Italia, assorbe un elevatissimo numero di problemi. Uno tra tanti, ad esempio, quello della viabilità in costiera amalfitana. Chiacchierando sabato scorso ad Atrani, tra alcuni amici candidati di ambo le sponde politiche, la capolista di opposizione lamentava il cruccio del sindaco di Amalfi, Antonio De Luca, per l’estromissione di quel piccolo comune dal nuovo progetto della tangenziale. A dire dell’amica candidata, il nuovo percorso con imbocco tra Minori e il bivio Castiglione di Ravello (non abbiamo capito dove), dovrebbe scavalcare a monte Atrani, ignorandone l’uscita, per sbucare direttamente a Valle dei Mulini di Amalfi e poi proseguire, sempre sotto la montagna, oltre l’albergo Cappuccini, alla fine di un tunnel che, oltre l’albergo “Cappuccini”, prosegue lungo la nazionale per Positano e Sorrento. Non sappiamo se la notizia sia fondata o meno. Sappiamo, però, una cosa. Agli inizi degli anni ’80, l’unico serio, funzionale progetto – dai costi paradossalmente contenuti – di tangenziale costiera per aggirare il traffico soffocante di uno dei tratti più critici fu ripetutamente boicottato da frange politiche locali. Una delle quali abilmente pilotata da un ex-sindaco di uno di quei comuni, guarda caso strettissimo congiunto di chi aveva acquistato una vastissima proprietà a monte, coltivandovi, ieri come oggi, limoni. Una sorta di tappo al progetto, una vera e propria sentenza di morte, un ‘niet’ politicamente bolscevico al futuro ed al progresso della nuova, splendida e ancora più bella ‘Positano’.Le popolazioni locali sono state sempre tenute all’oscuro della radicale trasformazione che quel progetto avrebbe determinato a loro favore. E, da allora, si è andati avanti mettendo ‘pezze’. Come, ad esempio, quella costosissima struttura-garage realizzata nei pressi dell’Albergo “Luna” di Amalfi, che piazza le auto, potenzia (e non ci dispiace) l’albergo, ma non elimina il traffico pesante che, d’estate soprattutto, rende invivibile la zona con le sue lunghe code di auto. Del resto Bassolino ha voluto così, un governatore non è un tecnico dopo tutto, chi lo ha consigliato dovrebbe fare le valigie e starsene a casa. Cirielli conosce perfettamente la questione. Non siamo noi a dovergli ricordare. Cirielli sa bene che si amministra nella difesa degli interessi locali e nazionali e non della parte politica che ti ha sostenuto e che potrebbe avere un interesse clientelare alla realizzazione di un progetto così importante invece che ad un altro. Non possiamo rimproverare nulla, in tal senso, né a Cirielli né a Villani, a chi dei due vincerà la battaglia. Ma ricordiamo loro, qualora davvero questo neo-progetto fantasmagorico di cui parlerebbe il Sindaco di Amalfi dovesse davvero realizzarsi, di stare all’erta. Perché, se è comprensibile (fino ad un certo punto) che al Sindaco De Luca interessi salvaguardare la propria collettività (come a dire, “per quanto mi riguarda qualsiasi progetto a bene purché contempli l’uscita a monte per la mia città”), va o andrebbe malissimo per gli amministratori superiori tenuti a difendere la qualità delle cose, cioè degli Italiani, e non gli interessi partigiani.Villani, diversamente da Cirielli, forse non conosce la questione sul piano tecnico. Alla Provincia (Ufficio Tecnico?), si sa, potrebbe esserci qualcuno, da sempre nascosto dietro le quinte nonostante il ruolo funzionale ragguardevole ricoperto, interessato alla non realizzazione di quel progetto. Non sappiamo se perché parte in causa. Cioè, direttamente o indirettamente, interessato che tutto resti allo ‘status quo ante’ in quel comune.Non ce ne importa un fico secco. Né, soprattutto, dovrà importare ancor meno di quel fico ai due potenziali neo-Presidenti o Oppositori della nuova Amministrazione provinciale di Salerno.In un paese in cui un premier come Berlusconi ragiona da imprenditore, gli si offre l’opportunità di dimostrarlo ancora una volta. Intervenire tramite i neo rappresentanti istituzionali della Provincia di Salerno, di parte e/o di opposizione che dir si voglia, per bloccare qualsiasi iniziativa di tangenziale alternativa a quella ufficialmente esistente presso l’Ufficio Tecnico della Provincia sin dalla prima metà degli anni ’80  (salvo che, nel frattempo, non si sia smarrito!), così come presso il Comune di Atrani e della stessa Regione Campania. Salvo che non si dimostri la migliore funzionalità sul piano progettuale, economico e realizzativi.Il senso delle istituzioni, della realizzazione di opere funzionali e non di mostri, che rischiano di solo di penalizzare, in questo caso, l’intera popolazione atranese, eliminandola definitivamente dalla vita e dal turismo della costiera amalfitana, tutto ciò impone che il nuovo Presidente della Provincia di Salerno disponga un confronto tecnico ai massimi livelli nazionali e meglio se internazionali su tutte le qualificate ipotesi di progetto esistenti. I nomi roboanti, si sa, servono a poco in Italia. Specie quando si tratta di personaggi grandi sulla carta sul piano scientifico ed accademico, e accondiscendenti servi, al momento opportuno, dei rispettivi padrini politici. Di quei padrini che sostengono le iniziative di base in funzione della forza elettorale e non degli interessi della collettività. Che si avvalgono per questo dei grandi nomi pronti a sottoscrivere qualsiasi dabbenaggine, fino a quando, come a Napoli nei giorni scorsi, finiscono in massa in gattabuia. Presidi di Ingegneria, professori eminenti, e così via.Lo Stato, in quanto tale, ha diritto ad avvalersi della qualità delle cose, come collettività per l’appunto; non come parte di una parte politica. Stop a tangenziali rivedute e corrette, dunque, attenzione dovuta anche, se non soprattutto, all’unico progetto all’epoca recepito dal P.U.T. ed al quale lungimiranti uomini politici del tempo dettero il loro assenso. Poi, il diluvio che sbaragliò l’intero sistema politico italiano incise anche sul destino delle laboriose popolazioni costiere. E quel progetto, boicottato da chi non aveva (e non ha) interesse a farlo risorgere per ragioni private, fu fatto scomparire, come sembra, perfino dagli uffici giusti. Ma non da tutti. La costiera amalfitana è come la Sardegna, Presidente Berlusconi, e, quindi, come l’Italia. Bella e immeritevole di essere ancora una volta violentata dalla mediocrità di avventurieri pronti a vendersi l’anima pur di ‘accontentare’ interessi locali non del tutto rappresentativi della intera collettività. La vicenda, dunque, a prescindere dalle capacità indubbie del nuovo Presidente della Amministrazione Provinciale di Salerno, merita la sua attenzione diretta e personale.