Gastone: nei suoi occhi si e’ specchiato un uomo senz’ anima

 

Giovanna Rezzoagli

Sabato. Giorno di noia per tanti. Non si lavora, non si va a scuola, la sera il dramma di non saper che fare. Sarà una delle tante effimere coincidenze, ma spesso è nel week end che si verificano i fatti di cronaca più disgustosi. Non mi riferisco certo alle stragi del sabato sera. Pur lavorando nel settore sociale, o forse proprio per questo, non mi commuovo più di tanto di fronte a chi muore per aver bevuto o per aver abusato di sostanze. Mi dispiaccio sempre per chi soffre per dolo di questi “signori”, questo sì, ma per il resto rimango sempre perplessa quando sento il termine “strage” usato così liberamente. Ma tant’è, questo è l’uomo. Uomo è anche colui che sabato mattina ha incatenato un cane ai binari della linea La Spezia Torino. Uomo senza anima, qualunque significato si voglia attribuire a questo termine. Io lavoro con la morte, in dieci anni di lavoro in un istituto per anziani ho visto morire tante persone, nel privato raccolgo animali randagi da sempre, tanti ne ho visto morire. La prossima sarà una vecchia gatta di diciassette anni che raccolsi appena nata, abbandonata. Ora è completamente cieca e il suo cuore non ha quasi più la forza di battere. La morte è spesso silenziosa, non si muore come si vede in televisione o al cinema, e, soprattutto, si muore allo stesso modo, non c’è differenza tra uomini ed animali, se la morte avviene per cause naturali. Questa è la vita nel suo ordine naturale. Attenzione: non accettabile, non facile da gestire, ma naturale sì. Gastone no, non mi riesce di accettare una crudeltà così gratuita. I suoi occhi, sicuramente dolci, hanno specchiato un volto. Forse un volto conosciuto, probabilmente amato, un volto come tanti. Lo stesso volto che potremmo  incrociare per strada. Il volto di chi avrà una famiglia, degli amici, forse un lavoro. Sicuramente il volto è la maschera “buona” di un uomo cattivo; sadico, probabilmente. Perché la cattiveria non sempre è legata a disturbi di personalità patologici.  Le persone cattive esistono e si confondono in mezzo a noi. Purtroppo si fanno ricordare e coartano l’attenzione più di quelle buone. Almeno nel breve termine. Perché questo accada non è ancora ben chiaro, esiste l’attrazione esercitata dall’aggressività e dai gesti violenti. Freud parla apertamente degli atti violenti come di eventi generati dalla pulsione di morte; Lorenz ha addirittura teorizzato l’aggressività come una dimensione positiva che concorre alla sopravvivenza e all’autoaffermazione. Tante teorie, purtroppo molti fatti. Dai sassi lanciati dai cavalcavia, ai barboni bruciati sulle panchine, ai cani incatenati ai binari o impiccati per gioco. Tutto per cosa? Per provare emozioni. Questo è assodato. La noia, il benessere economico, una quieta “normalità”, spesso sono comuni denominatori presenti nella vita di chi compie gesti come questo. Spesso si tratta di giovani o giovanissimi, che perlopiù agiscono in un contesto di gruppo. E poi, se sfortunatamente sono tra i pochi che vengono beccati, corrono a piangere da mamma e papà. Quasi sempre trovano un legale che sosterrà che da piccoli non hanno avuto il gelato ogni volta che lo desideravano e via dicendo. Tanto in Italia il vizio parziale di mente non si nega quasi a nessuno, e, ovviamente circoscritto all’evento, per carità. Altrimenti come si può integrare un domani il povero colpevole? E così, sempre che si trovi colui (o colei) che ha incatenato Gastone, molto probabilmente non avrà molto di cui preoccuparsi. Prima di questo fulgido esemplare di razza umana, sempre a Genova, un altro umano finì sul giornale: aveva cavato un occhio ad una mucca che si rifiutava di scendere da un camion, giustificandosi sostenendo che tanto era destinata al macello. Sempre a Genova, qualche anno fa un gatto era finito sulla pista di atterraggio di un aereo, anziché catturarlo o allontanarlo, due personaggi lo avevano deliberatamente investito davanti a numerose persone che denunciarono il tutto. Ognuno ha il proprio sentire, ma chi fa del male in modo gratuito, semplicemente perché può, è un pericolo per chiunque di noi. Perché a questi umani basta solo una condizione per fare del male: avere l’occasione e godere della ragionevole certezza di farla franca. Credo che una piccola riflessione in tal senso, prima delle vacanze in cui migliaia di animali verranno abbandonati e molti pirati della strada si metteranno alla guida, forse non sia inutile.

 

4 pensieri su “Gastone: nei suoi occhi si e’ specchiato un uomo senz’ anima

  1. ciao giovanna, sono completamente d’accordo con te, per di piu su quel treno io mi ci trovavo. Gastone era terrorizzato, 2 occhi spalancati. è sceso a genova brignole legato a una catena ed era cosi impaurito che non riusciva neanche a scendere le scale e non ho potuto fare altro che piangere per quella povera bestiolina, che non cercava solo che una coccola. Da quanto so ora è stata affidato al canile di sestri, spero possa avere una vita migliore di quella che gli ha potuto offrire quell’uomo, se cosi si puo chiamare, che ha commesso un atto simile.
    ciao de

  2. Caro (o cara) de, grazie a te per la tua testimonianza. Credo che vedere di persona certe cose sia spaventoso. Anche io spero che questo povero cane possa avere un futuro migliore. Accanto ad esseri abominevoli come quello che ha incatenato Gastone vivono uomini buoni. Ci sono sai, è solo che fanno meno rumore, non ne hanno bisogno. Grazie per il commento gentile e grazie per aver letto un giornale che, anche se pubblicato lontano dalla terra in cui io scrivo e, forse, in cui anche tu vivi, ospita opinioni diverse con uno spirito di libertà ed accettazione che tanto vorrei trovare anche nell’aspra mia Liguria. Spero a presto.
    Giovanna Rezzoagli

  3. A quanto pare non è la prima volta che un cane viene legato ai binari perché sia maciullato dal primo treno che passa. Sarà anche l’ultima? Non ci saranno più giovani annoiati che lanciano sassi dai cavalcavia contro le macchine di passaggio per divertimento? A nessun adolescente, magari di buona famiglia, verrà più in mente di appiccare il fuoco a un barbone dormiente su una panchina per vedere l’effetto che fa? E nessuno si metterà più al volante ubriaco fradicio o sotto l’effetto di stupefacenti? E non avverranno pèiù stupri di gruppo ai danni di bambine handicappate o ingenue compagne di scuola? E non ci saranno più soldataglie ubriache a torturare prigionieri di guerra né alti ufficiali a ordinare l’uso di bobe al fosforo contro la popolazione civile? Me lo auguro, cara Giovanna, come mi auguro che l’umanità un giorno sia solo HUMANITAS. E so che è quello per cui tu stai lavorando con passione e dedizione.E anche il tuo articolo lo dimostra.
    Fulvio Sguerso

  4. Caro Fulvio,grazie per le belle parole. E’ vero che questo tra i migliori dei mondi possibili in cui io, tu e noi tutti siamo costretti a vivere fa paura, a volte ci lascia rabbiosi e dolenti.
    Ma vedi, più passa il tempo e più mi rendo conto che davvero l’opposto del coraggio non è la codardia bensì il conformismo. E il conformismo dilaga, sono anni di duro studio che ci hanno preparato a non essere conformisti, tu sai come lo so io quanto è difficile. Ma se fosse facile…staremmo zitti e buoni nella nostra rispettiva tana, possibilmente, ben recintata col filo spinato
    Giovanna Rezzoagli

I commenti sono chiusi.