Cava de Tirreni: Adolfo Scotto Di Luzio al Tennis Club

Con il libro edito da Il Mulino, Napoli dai molti tradimenti, Adolfo Scotto Di Luzio è il secondo autore ospite della Rassegna letteraria Com&Te 2009. La presentazione si svolgerà  venerdi 20 febbraio prossimo, alle ore 18.30, al Social Tennis Club di Cava de’ Tirreni.La manifestazione è organizzata da Pasquale Petrillo, presidente dell’Associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio, presieduta, e da Alfonso Bottone, direttore editoriale del periodico d’informazione ECO magazine. Di Luzio, editorialista del Corriere del Mezzogiorno, insegna Storia delle istituzioni educative e scolastiche nell’Università di Bergamo. Con il Mulino ha già pubblicato “L’appropriazione imperfetta. Editori, biblioteche e libri per ragazzi durante il fascismo” (1996), “Il liceo classico” (1999) e “La scuola degli italiani” (2007). Napoli è stata raccontata e cantata migliaia di volte: una miriade di parole e note che hanno divulgato uno stereotipo culturale potente che ha resistito indenne al succedere delle generazioni, garantendo ai napoletani, riluttanti alla modernità, una via d’uscita grandiosa e consolatoria. Anche la generazione cui appartiene l’autore, docente quarantenne che ha casa a Napoli e insegna a Bergamo, ne è stata contagiata, vittima e complice allo stesso tempo; questo libro ne è la testimonianza e insieme ne segna il distacco.Vi si racconta la grande infatuazione degli anni giovanili intrisi di radicalismo politico, alla ricerca del volto più autentico delle classi popolari; si scoprono le responsabilità di scrittori, cineasti e musicisti che a partire dagli anni ’70 hanno reinventato lo stereotipo napoletano proiettandolo sul palcoscenico più vasto del multiculturalismo mediterraneo; si denuncia il fallimento dell’esperienza bassoliniana, crudelmente rivelato dall’oltraggio dell’immondizia e dalla rivolta delle periferie; si mettono a nudo i limiti di una cultura cittadina incerta tra spettacolo di massa e mito della tradizione illuministico-giacobina del 1799. Un libro dal gusto amaro, percorso da una sapida ironia, che parla di fedeltà e tradimenti e di come le prime possano essere fatali, i secondi a volte necessari.