Angolo lirico: “Come un gabbiano” di Franco Pastore

Come un gabbiano

 L’anima della mia città

muore nel silenzio del mattino,

tra la tristezza del mare

e l’incerto del sole,

che non sa per chi brillare.

 

Più nulla si sente,

solo qualche voce

che si agita, si altera,

trasformata dal timore

e, nelle luci spente della sera, 

lentamente muore.
Al balcone affacciato,

non vede più nulla

il mio cuore straziato.

In questo crepuscolo,

siamo ritornati individui,

italiani che soffrono,

in un grande paese,

che ha segnato la storia,

la cultura del mondo.

 

Basta con le parole!

La ragione ama la vita,

come un gabbiano

che vola e gira,

ma non può venire

e, più lontano,

si perde nel nulla

e… scompare nel mare.

 

   Franco Pastore