Mercato San Severino: Curteri, intitolazione piazza a Luigi e Cecchino Cacciatore, politici e sindacalisti

Anna Maria Noia

La celebre famiglia Cacciatore a S. Severino, in occasione dell’intitolazione “ufficiale” della piazza dinanzi all’associazione “Alfonso Gatto” (frazione Curteri) ai più importanti rappresentanti della stirpe: i politici Luigi e Cecchino. Proprio un bell’anniversario della Liberazione, questo 25 aprile; non poteva esservi modo più opportuno per commemorare le illustri figure di questi uomini, prima e più che esponenti del mondo politico e sindacale del ‘900. In realtà, come spiega Luca Picarella – presidente di “Gatto” – l’idea della dedicazione era stata ventilata da tempo. Anche nel 2016 si parlava, per celebrare il trentennale del sodalizio, di onorare la memoria dei conterranei. Che hanno condiviso valori non molto in auge, nella modernità. Da un articolo apparso sulle colonne di un noto quotidiano locale, in data 10 aprile 2016, Picarella annunciava che la Commissione Toponomastica, dell’allora amministrazione Romano (quindi trasversalmente), aveva accolto con parere favorevole l’istanza di intitolazione. Su proposta di Daniele Picarella, giovane figlio del presidente, e di Giovanna Capri. La due giorni di iniziative è trascorsa nel migliore dei modi: il momento clou della dedicazione è stato preceduto da eventi collaterali tra l’impegno civico e il divertimento – in atto da martedì 24. In particolare, ha intrattenuto gli astanti la declamazione di poesie sul tema della liberazione – a cura dell’ensemble teatrale (attiva nel sociale) “La magnifica gente do’ Sud”. Mercoledì 25, largo alla cerimonia di commemorazione. Presieduta dal 35enne don Raffaele De Cristofaro – parroco di Curteri, Oscato, S. Angelo nonché cappellano ospedaliero al “Gaetano Fucito”. il suo intervento è verso sul concetto di Verità, e su quello della Giustizia sociale. Proprio gli ideali veicolati da Luigi e Cecchino. Non poteva, poi, essere assente all’importante iniziativa il sindaco Antonio Somma. Che ha rivolto belle espressioni verso le fulgide personalità. In moltissimi, gli eredi dei due fratelli. In rappresentanza dell’avo Cecchino c’erano: il figlio Giuseppe Cacciatore, filosofo di grande spessore nonché accademico dei Lincei; Luigi Cacciatore, nipote di Cecchino e figlio di Fortunato (che non è intervenuto, in quanto impegnato a Sassari); i figli di Diego: Francesco, Cecchino [sic!] e Luigi – importanti professionisti (soprattutto avvocati o medici). Invece, per Luigi erano in piazza: la figlia Anna, Diego – ingegnere alla “Lamborghini” di Modena; Francesco – primario di Geriatria a Napoli. Una famiglia che non poteva passare inosservata, nel panorama sanseverinese. Che ha fatto la storia non solo del piccolo-grande centro della Valle Irno – bensì di Salerno e del Meridione. I due politici effigiati e celebrati sono stati grandi esponenti amministrativi ed istituzionali – Luigi ricoprì anche la carica di ministro delle Telecomunicazioni – ma anche sindacalisti di grido – umili, attenti alle necessità ed alle esigenze del popolo (allora in gran parte rurale e contadino).