Papa Francesco: storica visita alla sinagoga romana

di Rita Occidente Lupo

Il Papa s’è recato in visita alla sinagoga romana: un incontro storico, destinato a sancire un deciso no all’antisemitismo. Il terzo vicario di Cristo, dopo Wojtyla e Ratzinger, ad allacciare un rapporto ecumenico di fratellanza in loco. A piedi, il Pastore argentino, con quella semplicità che non ha impedito a turisti e romani d’immortalare l’evento, strappando un sorriso di plauso, ha varcato l’adito sotto lo sguardo attento d’imponenti misure di sicurezza. L’abbraccio col rabbino Riccardo Di Segni, il ricordo della Shoah ed il cordoglio per la giovane vita di Stefano Gai Tachè, il bambino ucciso nell’attentato terroristico del 1982, sulla cui lapide ha deposto un serto floreale. Di fratellanza e pace, ha parlato Bergoglio, insistendo sull’urgenza di vivere l’esperienza terrena, alla luce dell’unità d’intenti per il bene comune, contro ogni sorta di violenza all’ambiente ed alla vita umana. Un unico Dio, Padre di tutti, al quale far confluire intenti univoci, per migliorare un momento storico intinto da sangue innocente. Il calore registrato ha spinto il Papa a ringraziare per la calda accoglienza, connotante la volontà di giungere ad intenti comuni, pur restando autonomi nelle proprie identità. Un altro successo di Bergoglio senz’altro anche tale visita, che colloca non più gli Ebrei a latere del mondo cattolico, ma pienamente inseriti nel grande ovile, in un vincolo di fratellanza, come apostrofato dal saluto iniziale “Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori!”Fototgcom24.mediaset.it