Pasqua, il massacro degli agnelli, tradizione di morte

Giovanna Rezzoagli

La Pasqua, la festività forse più essenziale di tutta la fede cattolica, è diventata anch’essa, al pari del Natale, un fenomeno consumistico a cui si agganciano varie tipologie di business. Anche se necessariamente quest’anno in molti ridurranno le spese causa crisi, duole constatare che la crisi delle coscienze non è ancora arrivata. Se alla gente si tocca il portafoglio si ottengono reazioni, indipendentemente dal fatto che sia pieno o vuoto, se invece si tenta la leva della sensibilità, il più delle volte si viene trattati con alterigia tipica di chi ha tanta supponenza e poca intelligenza. Con tutti i guai che ci sono in giro in questo periodo di festa, ci mancava pure chi tira in ballo la fastidiosa e annosa questione legata al destino di milioni di animali? Ebbene sì, qualcuno lo fa, e per fortuna non solo la sottoscritta. Personalmente trovo sempre inconcepibile l’alimentarsi con la carne, di qualsiasi animale. In particolare proprio a Pasqua, proprio nel periodo in cui coloro che si professano cristiani, per primi, dovrebbero vivere con un’acuita consapevolezza e sensibilità verso tutto ciò che trascende il contingente, lo trovo doppiamente inconcepibile. Mettersi in discussione, specie se convinti di essere nel giusto, che male può fare? L’uomo che si ritiene signore e padrone del mondo che lo ospita avrebbe molto da imparare, in tal senso. Sì, lo stesso uomo che uccise con un’efferatezza ed una crudeltà indicibile il suo stesso Dio, per chi crede, lo stesso uomo che uccise con un’efferatezza ed una crudeltà indicibile il più nobile e carismatico tra i suoi simili, per chi non crede. 

 

4 pensieri su “Pasqua, il massacro degli agnelli, tradizione di morte

  1. Ma certo, che festa è se non si mangia fino a riempirsi alle orecchie? Io cara Giovanna ho in mente di preparare una parmigiana di melanzane.
    Con il pecorino romano e il basilico.
    Che gli agnelli diventino pecore e producano ottima lana.

  2. Gentile Corinna, sono in pieno accordo con lei. In ogni caso credo che mangiare sia il più ipocrita modo di festeggiare. Personalmente trovo che le feste siano il momento migliore per cercare di vivere la compagnia dei propri cari, con un pensiero verso chi di caro si è perduto. Se poi si vuol cogliere l’occasione per rispolverare un filo di pietas…

  3. Ovviamente, cara Dr Giovanna, l’ipocrisia nella mente umana non ha confini. certo, sarebbe giusto non ammazzare le povere bestie per lo scopo di festeggiare le festività,La carne di animali, purtroppo , ne va ghiotto ogni persona vivente . Si uccide e si mangia a sbafo ogni tipo di carne d’animali. lo si fa in ogni occasione. Anche ai genitori del bimbo Gesù i pastorelli portano per dono gli agnellini, non certo per fare giocare il bimbo , ma per mangiarne la carne. Allora si potrebbe peccare di presunzione quando si dice di amare gli animali. Credo che il modo onosto del modo di vivere della gente sia ancora tutto da scoprire e valorizzare, tenendo conto di tutte le sfumature contrastanti che appartengono a questa umanità che , in certi casi , è ancora in cerca di un sistema di vita più ragionevole. Cordialità e buona pasqua a tutti. Alfredo

  4. Carissimo Alfredo, mangiare o meno carne può essere certo una questione puramente alimentare, ma anche una questione etica. Io sono vegetariana e non potrei nutrirmi con carni o pesce, è innato per me. Credo che di ipocrisia ve ne sia tanta, specie in occasione delle festività. In ogni caso, un recente studio statunitense ha dimostrato un evidente rapporto tra consumo di proteine animali e insorgenza di patologie tumorali. Prima vi era il sospetto, ora la certezza. Buona Pasqua, carissimo Alfredo, a Lei, a tutti i Lettori e a tutta la Redazione.
    Giovanna

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