Angri: convegno interreligioso e discussione dei punti della Charta Oecumenica

Sergio Ruggiero Perrino   

Lunedì 11 Aprile, nell’Auditorium Giovanni Paolo II, c/o il Centro Diocesano di Formazione di via Adriana, il Centro per il dialogo ecumenico e interreligioso “IRINI” ha organizzato un convegno ecumenico intitolato: Ripresentazione della Charta Oecumenica nel 1° decennale.Nel 2001, nel contesto dell’Incontro ecumenico europeo di Strasburgo, i Presidenti della Conferenza delle Chiese europee (KEK) e del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) hanno redatto la Charta Oecumenica, quale testo base di orientamento per tutte le Chiese e Conferenze episcopali d’Europa. Il Centro “IRINI” dell’Agro Nocerino Sarnese ha deciso di ripresentare la Charta all’attenzione dell’intera comunità affinché, anche nel contesto locale, le persone possano “innamorarsi del cammino ecumenico e dell’impegno per l’unità” di tutti i cristiani. Erano presenti all’incontro i pastori delle varie Chiese, che nel 2003 hanno dato vita al Centro “IRINI”, ovvero: Padre Damiano Lanzone (frate francescano del convento di Angri), Carmine Pappacena (pastore della Chiesa Battista di Sarno), Paolo Poggioli (pastore della Chiesa  Luterana di Torre Annunziata), Antonio Squitieri (pastore della Chiesa Metodista di Salerno), Elisabetta Kalambouka (in rappresentanza della Chiesa Ortodossa del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) ed Egidio Annunziata (pastore della Chiesa Pentecostale di Angri). Il Centro “IRINI”, dal termine greco che vuol dire pace, si propone importanti finalità: divenire “una scuola permanente di educazione e formazione al dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale, ed avviare iniziative sui temi di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato”, come raccomandavano già le Assemblee Ecumeniche di Basilea (1989), Graz (1997) e Sibiu (2007) e della stessa Charta Oecumenica firmata a Strasburgo nell’Aprile 2001. Durante il convegno si è discusso dei vari punti della Charta Oecumenica, tra cui il cap.I intitolato: Crediamo “la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica”. Oggi, tutte le Chiese sono chiamate all’unità della Fede, in conformità al Vangelo del Cristo e così come formulato nella Confessione di Fede del Credo di  Nicea-Costantinopoli del 381 d.C. Dunque, i relatori hanno sostenuto che bisogna, con rinnovata Fede, proseguire il cammino verso “l’unità visibile delle Chiese in Europa, annunciare insieme il Vangelo, andare l’uno incontro all’altro, operare e pregare insieme per contribuire a plasmare una nuova Europa”. Punti fondamentali della Charta sono anche l’approfondimento del dialogo e della “comunione con l’Ebraismo” e il “curare le relazioni con l’Islam”. A fine convegno, tutti i pastori delle Chiese, con i rispettivi fedeli, hanno recitato la preghiera ecumenica.  A conclusione della preghiera, i rappresentanti e i fedeli delle Chiese hanno firmato la Charta Oecumenica, come testimonianza della “crescita di un ecumenismo dal basso, in particolare di un ecumenismo spirituale”, consapevolmente vissuto anche nella nostra realtà locale.